Scopriamo insieme l'autore Salvatore Claudio D'ambrosio!
Buongiorno con un nuovo autore!
Oggi abbiamo con noi il bravissimo Salvatore Claudio D'ambrosio, per conoscere di più su di lui non vi resta che leggere l'intervista.
Iniziamo!
Ciao e grazie per essere qui! Per prima cosa presentati, cosa fai nella vita? E poi, se vuoi, descriviti con tre aggettivi.
Tre aggettivi? Curioso, smemorato e ossessivo. Un mix
letale per la scrittura.
Come ti sei avvicinato alla scrittura?
Scrivo da sempre, ma realmente ho iniziato quattro anni
fa quando aspettavo la diagnosi di sclerosi multipla. Iniziai su consiglio
della mia psicoterapeuta del tempo, e pagina dopo pagina arrivai a scrivere
quello che poi divenne il primo libro.
Quando hai pubblicato il tuo primo libro?
Nel 2022, con una piccola casa editrice pugliese, la CSA
Editrice. Una piccola grande occasione che è stata preziosa per me.
Di cosa tratta?
Era un testo autobiografico che racconta tanti piccoli
pezzi di dolore, come la mia adozione, il rapporto disfunzionale con i miei
genitori, il razzismo e tanto altro ancora.
Se ne avessi la possibilità cambieresti qualcosa nel tuo
ultimo scritto?
Metterei ancora più racconti rispetto ai tanti,
venticinque, che sono compresi nel libro, anche perché ne ho scritti molti
altri dopo aventi come comun denominatore sempre la sofferenza e come l’essere
umano si comporta in certi contesti.
Che genere trattano i
tuoi libri e perché proprio quello?
I primi due sono autobiografici e sono nati per una mia
esigenza personale, avevo bisogno di esternare un dolore che stavo vivendo. Il
terzo, una raccolta di racconti, è nata per gioco. Volevo capire cosa fossi
capace di fare dopo aver partecipato a tre corsi di scrittura creativa.
Da scrittore e da lettore cosa non deve mai mancare secondo
te in un romanzo? In automatico cosa quindi non manca mai nei tuoi scritti?
La coerenza narrativa. È una cosa alla quale tengo tanto.
Mi piace leggere e scrivere cose coerenti. Se il personaggio x è meteoropatico
non mi aspetto che a pagina 40 abbia un sorriso a trentadue denti in un giorno
di pioggia
Se dovessi associare un colore ai tuoi racconti quale
assoceresti e perché.
Il rosso e il verde. Dolore e speranza. Sono due
sottotemi che sono presenti in tutti i miei scritti. Magari non lampanti, ma ci
sono sempre
Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua
idea, può essere letta da altre persone?
Ansia e paura. Ho sempre il terrore di deludere le
aspettative degli altri.
Hai dei retroscena da svelarci che nessuno sa sul tuo ultimo
libro?
Non volevo pubblicarlo. Ero andato in una crisi profonda
e fu la mia psicologa a convincermi di pubblicare. Ha avuto ragione, con il
senno di poi.
Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?
Ho scritto tanto altro, ma dovrei iniziare a mettere in
ordine. Tra qualche mese esce in self il mio primo libro, con nuova grafica e
nuovo editing. Poi vorrei pubblicare altre raccolte di racconti e finire i
romanzi che ho scritto.
Se dovessi augurarti qualcosa per il futuro cosa sarebbe?
Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina
autore Social.
Come si scrive il rumore del mare? Squish? Sprush? Mi sono reso conto, in questi giorni, che ogni onda che sbatte contro la nostra imbarcazione ha un rumore diverso. Abbiamo imparato ad avere paura del mare in tempesta e abbiamo appreso la serenità che ci dona il mare calmo, quello che ci permette di avanzare un po’ di più. Ho appena aperto gli occhi e la prima cosa che faccio, come ogni giorno, è guardare la mia maglietta. Quando sono partito dal mio paese mi andava aderente, adesso, mi va due taglie più grande. Mangiamo poco: riso, pane, acqua in bottigliette che ci viene fornita quotidianamente. Dormiamo stipati sul ponte su giacigli di fortuna, coprendoci con gli abiti che ci siamo portati da casa. Coprono dal freddo notturno, ma dalla pioggia no, per questo speriamo che a una tempesta segua sempre il sole, per poterci asciugare. Ci laviamo poco, alla meglio, con l’acqua del mare, e si sente nell’odore che c’è nell’aria. Intorno non è che vada meglio, per questo non ho più l’abitudine di lamentarmi.


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