Buon sabato con Manuela Chiarottino!

 Buon sabato, eccoci con una nuova intervista!

Abbiamo qui oggi Manuela Chiarottino, Autrice di "La stessa Rabbia negli occhi", vi lascio cover e trama. 

Colgo anche l'occasione per ringraziarla per averci dato l'opportunità di saperne di più su di lei!

Incominciamo…

TRAMA:

Quando Luna si imbatte per la prima volta in Alex, in piedi davanti ai binari della stazione, ha subito la sensazione che loro due condividano la stessa rabbia e lo stesso livore per la vita. Certo, lei non conosce nulla del passato del nuovo arrivato in città, ma è proprio la percezione che ha di lui a spingerla ad accettare, man mano, la sua vicinanza. Fino a quel momento, il mondo di Luna è stato Raffaele, il suo migliore e unico amico, con cui condivide le sofferenze di una famiglia allo sbando e una vita scolastica infernale. Se Raf ha un padre inesistente e dei bulli che lo tiranneggiano per la sua omosessualità, Luna si sente bloccata in un dolore che non sa superare. Ma Alex è diverso, con lui Luna si sente finalmente amata, capita, addirittura bella. Pronta a dimenticare l’ombra della sorella perfetta dietro cui ha sempre vissuto. Tutto sembra volgere per il meglio, ma il destino ha ancora in serbo delle carte da giocare e una reazione a catena di eventi scoperchierà i segreti del passato. Riusciranno l'amore e l'amicizia a fare la differenza? Perché forse la perfezione non esiste per davvero: bisogna solo amarsi per quello che si è.




Ciao e grazie per essere qui! Presentati, cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi.

Sono una mamma, innanzitutto, perché mio figlio è sempre la mia “opera” migliore. Sono una moglie, a breve una counselor, e soprattutto una scrittrice perché, al di là delle vendite o meno, amo scrivere. Di aggettivi ne metto uno in più e direi che sono timida ma socievole, ansiosa ma testarda.

 

Come ti sei avvicinata alla scrittura? Quando hai pubblicato il tuo primo libro?

Mi è sempre piaciuto scrivere, ma erano racconti che gettavo via e alla fine nemmeno più quelli. Fino a quando, in un momento difficile della mia vita, ho ripreso in mano la scrittura in modo del tutto diverso e la cosa mi ha aiutato davvero tanto . Il primo libro, “Arriveranno le farfalle”, l’ho pubblicato nel 2014 come self e da allora non ho più smesso, fino all’ultimo “La stessa rabbia negli occhi”.

 


Di cosa tratta, parlami un po’ dei personaggi.

La stessa rabbia negli occhi” è uno young adult, almeno se si guarda l’età dei protagonisti, ma può essere letto da tutti, per gli argomenti trattati. Una storia di amicizia e d’amore attraverso cui conoscerete Luna, il suo grande amico Raffaele, e Alex, il ragazzo che passo dopo passo entrerà nel cuore di Luna. Tutti e tre conoscono già la sofferenza, ma hanno reagito in modo diverso, chi accettandola, chi chiudendosi in se stesso e chi con rabbia. Con questa storia ho voluto proprio parlare di come si affronta il dolore e di come in ognuno di noi ci siano luci e ombre. La verità è che nessuno è perfetto, a volte lo pensiamo, non ci crediamo all’altezza, eppure tutti possiamo brillare, solo che rimanere nel buio può fare meno paura. Bisogna soltanto amarsi per quello che si è.


Cosa non deve mai mancare in un romanzo?

Credo che l’importante sia caratterizzare bene i personaggi, in modo che possiamo tifare per uno di loro, condividere le sue emozioni o riconoscerle come nostre. E poi naturalmente, se si tratta di un romance, ci deve essere una situazione di conflitto e un lieto fine. In più io credo che debba contenere un messaggio, come nel caso di questo romanzo che si potrebbe definire anche di formazione.

 




Che genere trattano i tuoi scritti e perché.

In generale parlo di sentimenti universali, come l’amore, ma cerco anche di dare qualcosa in più, per incuriosire il lettore. Come in “La bambina che annusava i libri” ho voluto far conoscere gli Ex-libris, in “Tesoro d’Irlanda” descrivo quelle terre incantate e le leggende del Piccolo Popolo, e in “La stessa rabbia negli occhi” tratto temi come la perdita, il bullismo e la consapevolezza di sé.

 

Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?

Molta emozione e molta molta ansia, ma anche soddisfazione, almeno se sono riuscita a trasmettere qualcosa ed emozionare anche il lettore.

 






Hai dei retroscena da svelarci?

Per “Tesoro d’Irlanda” i protagonisti in realtà sono tre, il terzo è un gatto nero, che ha non poca importanza nella storia. È dedicato al mio bellissimo gattone nero, Ronfo, ormai con me da dieci anni, un terribile spargi pelo nonché principino della casa.


Come sviluppi le tue cover? Hanno dei colori stupendi!

In verità solo "Arriveranno le farfalle" ha come cover la foto di un mio quadro di sabbia, elaborata come cover. E' un'altra mia passione anche se la sto ormai trascurando per la scrittura. Devo dire però, che anche le cover create dalla CE More Stories sono bellissime e rispecchiano il romanzo e i miei gusti. Amo i colori.

 




Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?

A breve, ma non ho ancora nessuna data certa, dovrebbe uscire il mio primo storico, una storia d’amore che spero possa emozionarvi e farvi sorridere. Posso solo dire che lui è un affascinante faccia da schiaffi e lei, almeno per l’epoca, una donna forte e intraprendente.

 

Ti ringrazio per essere qui e devo dirtelo le copertine sono stupende così come le trame, mi hai incuriosito. Se vuoi lasciami la tua pagina autore Social o del Blog.

Grazie a te e ai lettori del blog che hanno letto la mia intervista.

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ESTRATTO da "La stessa rabbia negli occhi":

Sfila il cappuccio della felpa, socchiude gli occhi come volesse mettermi a fuoco. Non sopporto quando mi osservano, di solito per prendersi gioco di me, ma ci sono abituata. Se non voleva buttarsi sotto il treno, a seconda di cosa dirà, potrei sempre spingerlo io. «Senti, non volevo buttarmi. Puoi andare dal tuo amico.» «Ormai la biblioteca è andata. Mi chiamo Luna.» Non so perché gli ho detto il mio nome, una vocina mi suggeriva di andarmene, ma i suoi occhi mi hanno trattenuto. È un po’ come quando guardi un paesaggio dall’ultimo piano di un palazzo e intravedi qualcosa di così bello che vorresti sporgerti ancora, anche se soffri di vertigini. Lui è quel paesaggio e, ogni volta che lo guardo, mi gira la testa, ma non riesco a tirarmi indietro. E poi non gli credo del tutto. Io la sua infelicità l’ho riconosciuta, annusata, sentita. Il fischio del treno arriva improvviso e il vortice d’aria che solleva ci lambisce il viso e alza la mia gonna di tulle. Miriam dice che mi fa assomigliare a un cigno nero. «Non ho mai conosciuto una ragazza con il tuo nome. Io mi chiamo Alexander, ma preferisco Alex.»



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