Scopriamo insieme Silvia Montemurro, autrice del libro 'La mondina'
Buongiorno a tutti con una nuova intervista autore! Abbiamo oggi con noi la bravissima Silvia Montemurro, che ci tengo a ringraziare nuovamente.
Pronti per scoprire qualcosa di più su di lei? Iniziamo!
Ciao e grazie per essere qui! Per prima cosa presentati, cosa fai nella vita?
Ciao, grazie a te, sono una scrittrice per prima cosa, aiuto le persone e insegno a usare le parole come strumento di consapevolezza. Alterno la scrittura narrativa a percorsi di journaling therapy: è un modo per unire due parti di me, quella che ha bisogno di raccontare e quella che vuole aiutare gli altri a farlo. Scrivere, per me, non è solo un mestiere: è un modo di stare al mondo, di mettere ordine dentro e fuori.
Descriviti con tre aggettivi.
Curiosa, empatica e testarda.
Come ti sei avvicinata alla scrittura?
Da bambina avevo sempre un quaderno in mano. La mia nonna mi riempiva di storie che non finivano mai, piene di persone inventate ma vive nella mia testa. Poi, da lettrice accanita, ho cominciato a capire che quelle pagine mi facevano sentire meno sola.
Quando hai pubblicato il tuo primo libro? L’ultimo invece?
Il primo nel 2013, quando non sapevo ancora dove mi avrebbe portata questo viaggio. L’ultimo, uscito da pochissimi cgiorni è “La Mondina”, il terzo romanzo con Edizioni E/O: un romanzo storico che racconta la forza silenziosa delle donne che hanno lavorato nelle risaie, la loro fatica, il loro coraggio.
Di cosa si tratta?
È un libro che parla di sudore e libertà, di femminilità in un tempo in cui essere donna voleva dire lottare, di maternità, di utero in affitto, di fratelli e sorelle e di come si sceglie la propria famiglia, non per forza quella di sangue.
Se ne avessi la possibilità cambieresti qualcosa nel tuo ultimo scritto?
Se avessi la possibilità cambierei sempre qualcosa, anche dopo la pubblicazione, continuerei a ritoccarlo, come fosse un dipinto, purtroppo o per fortuna quando l’editore va in stampa non posso farci più nulla.
Che genere trattano i tuoi libri e come mai proprio quello?
Scrivo narrativa contemporanea e storica, ma in realtà mi interessa più l’essere umano che il genere. Scavo nei legami, nelle scelte, nelle fragilità che ci rendono unici. Il genere, per me, è solo un contenitore, non mi piace essere etichettata, posso scrivere dal romance al romanzo storico, al thriller, purché resti me stessa.
Se dovessi associare un colore ai tuoi scritti quale sarebbe e perché.
Un blu profondo, come l’acqua del lago. Calmo in superficie, ma con correnti che non si vedono.
Cosa non deve mai mancare secondo te in un romanzo? In automatico cosa non manca mai nei tuoi scritti?
La verità emotiva, anche quando si parla di finzione. Voglio che chi legge senta qualcosa. Nei miei libri non mancano mai le donne: imperfette, testarde, autentiche. Donne che non si arrendono, che sbagliano, che amano e che cadono, ma trovano sempre un modo per rialzarsi.
Hai dei retroscena da svelarci che nessuno sa sul tuo ultimo racconto?
Vi dico solo un nome: Isa Bluette. E da quel nome è nata tutta la storia.
Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?
È un’emozione che non si consuma mai. Ogni volta che qualcuno mi scrive per dirmi che si è ritrovato in una frase o in un personaggio, mi sembra di aver costruito un ponte invisibile. La scrittura è solitudine, ma la lettura la trasforma in incontro.
Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?
Sempre. La scrittura per me è un filo continuo: finisco un libro e ne inizio un altro quasi senza accorgermene. Sto lavorando a un nuovo romanzo ambientato tra passato e presente, e alla seconda villa sul Lago di Como, dove ancora una volta sono le donne a guidare la storia. Parallelamente porto avanti i miei percorsi di journaling therapy e l’Accademia di scrittura, spazi in cui la parola diventa cura e libertà.
Se dovessi augurarti qualcosa per il futuro cosa sarebbe?
Vorrei continuare a scrivere, è semplice lo so, io sono questo, vorrò sempre sentire le storie arrivare, attirarmi. E mi auguro di non smettere mai di imparare: dalle persone, dalla vita, dagli errori e da quella parte di me che ogni tanto ha ancora paura di se stessa.
Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina autore Social.
Grazie a te! Mi trovate su Instagram come @silvia_montemurro , dove parlo di scrittura, libri e di quella parte invisibile di noi che le storie riescono sempre, in qualche modo, a illuminare.





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