Una mattina con Aurora R. Corsini, tra paranormal e fantasy!

 Buongiorno, oggi sono contenta di presentarvi Aurora R. Corsi, che ringraziamo per essere stata con noi. Mettetevi comodi e godetevi questa splendida intervista.

Iniziamo…




Ciao e grazie per essere qui! La prima domanda è quella che faccio a tutti, ovvero chi sei e cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi.

Ciao, grazie a te per avermi invitato. Sono Aurora, sono una lettrice appassionata di romance mm, fantasy, polizieschi, storici e chi più ne ha più ne metta. Amo scrivere fantasy e nel tempo ho creato divinità greche un po’ capricciose, vampiri e animali mannari impegnati a combattere per difendere i più deboli e i figli di Ish, i miei draghi ecologisti. Da qualche anno lavoro anche come correttrice di bozze di romance mm e mf, alternandolo alla scrittura. Penso che tre aggettivi adatti a descrivermi siano riservata, pigra (un po’ come un gatto che ama sonnecchiare davanti al fuoco acceso, solo che io leggo) e organizzata (nel senso che tutto intorno a me deve essere in ordine, altrimenti il mio equilibrio interiore ne risente).


Come ti sei avvicinata alla scrittura?

La lettura è la mia grande passione, sin da quando da bambina mio padre mi ha letto “Il Signore degli Anelli” e altri romanzi fantasy, e la scrittura è arrivata in modo molto naturale per me: ricordo di aver provato a scrivere racconti già alle elementari. Poi, mentre ero al liceo, ho iniziato a scrivere in modo più consapevole e ho terminato il primo racconto, che oscillava tra il fantasy e la fantascienza distopica. Anni dopo sono arrivate delle fan fiction e alla fine la prima storia originale, che è cresciuta fino a diventare un romanzo vero e proprio, “Bacio Immortale”, e ha come protagonisti gli dèi greci.


Ho visto che quest’anno hai pubblicato il tuo ultimo libro della trilogia I figli di Ish vol.3 dal titolo ‘Incendio bianco’. Per chi non conoscesse la trilogia, puoi parlarcene?

I romanzi della trilogia I figli di Ish sono paranormal romance mm, hanno come protagonisti dei draghi e al centro c’è il trope dei compagni predestinati: in ogni libro ci sono un drago e un umano destinati a incontrarsi, che sperimentano un’attrazione quasi immediata l’uno verso l’altro ma impiegano qualche tempo per conoscersi e innamorarsi. Sono ambientati alcuni anni nel futuro e partono dal presupposto che i draghi siano sempre esistiti e abbiano vissuto nascosti all’umanità grazie alle loro capacità mimetiche e all’abilità di mutare e assumere forma umana: sono i figli di Ish, il sole, e i primi tra loro sono nati nel fuoco primordiale della Terra. Hanno deciso di rivelarsi all’umanità quando l’inquinamento del pianeta ha iniziato a minacciarlo seriamente, ma gli uomini hanno reagito con paura e li hanno attaccati, causando guerre e rovina, finché i draghi non hanno imposto una dittatura ecologista. Pur essendo storie romance con un’ambientazione distopica, affondano le radici nella nostra realtà: sono partita da ricerche sull’inquinamento del pianeta e sulle tecnologie più ecologiche per produrre energia, poi ho inserito questi elementi nei romanzi a fianco di altri puramente fantastici, come la natura dei draghi e il loro rapporto con Ish. Sono molto felice che questo legame con la realtà sia stato notato e amato dai lettori, perché pur scrivendo fantasy mi piace che si riesca a immaginare lo svolgimento della storia davanti ai nostri occhi, nel mondo in cui viviamo.


Invece qual è la trama di ‘Incendio bianco’, cosa troveremo nel libro?

Ogni volume della trilogia ha una nuova coppia di protagonisti, ma i personaggi si conoscono tra loro e c’è una storia generale che inizia in “Fuoco blu”, prosegue in “Fiamme scarlatte” e si conclude in “Incendio bianco”. In questo ultimo libro sono presenti anche i protagonisti di quelli precedenti, che aiutano quelli nuovi a sconfiggere finalmente chi sta cercando di minare gli sforzi dei draghi e dell’umanità di costruire nuove relazioni pacifiche. Durante l’indagine e la lotta per individuare e fermare i nemici, nasce la storia d’amore tra il Vecchio bianco, uno dei draghi più antichi, nato dal fuoco primordiale del pianeta, e Theo, un ex soldato cinquantenne che lavora come diplomatico. Entrambi i protagonisti hanno un’esistenza lunga e gravosa sulle spalle, che li ha segnati nell’animo e, nel caso di Theo, anche nel corpo: il loro è un amore che li guarisce, che dona a entrambi nuova fiducia in se stessi, che va oltre le differenze tra le specie e li unisce a livello spirituale e fisico. È grazie a ciò che hanno appreso in passato e alla forza che si danno a vicenda che saranno in grado di dettare un nuovo passo nelle relazioni tra draghi e umani, gettando le basi per un futuro che vada oltre la dittatura dei draghi e veda finalmente le due specie lavorare insieme per il bene comune.


Quanto tempo hai impiegato nel portare a termine la trilogia? È stato difficile o avevi già tutta la storia in mente?

Ho scritto i romanzi nell’arco di tre anni, anche se per l’effettiva pubblicazione ne sono serviti di più a causa dei tempi tecnici della casa editrice. Quando ho avuto l’idea dei draghi mutaforma che trovavano i loro compagni predestinati, ho elaborato da subito la trama che avrebbe legato i tre volumi, la caccia a nemici che vanno definendosi man mano fino a essere sconfitti definitivamente nel finale del terzo. Poi sono passata a creare più nel dettaglio i protagonisti di ciascun libro, quindi sin dall’inizio avevo presente almeno a grandi linee sia la storia generale sia quella dei personaggi. Questo canovaccio iniziale mi è servito a strutturare man mano la trama di ciascun libro, in modo da avere dei punti di riferimento già stabiliti da seguire. Non potendo scrivere con continuità a causa del lavoro e della famiglia, cerco sempre di progettare i libri nel modo più dettagliato possibile, per non correre il rischio di bloccarmi senza sapere come proseguire o di smarrire dei particolari lungo il cammino.


Che emozioni hai provato nel concludere questo progetto?

Una grande soddisfazione, perché ho trascorso tre anni a scrivere dei draghi e ad approfondire le varie sfaccettature del loro mondo. Vedere finalmente la conclusione della storia è stato bello, e ancora di più il fatto che sia stata molto amata dalle mie lettrici. È qualcosa che dà molta carica e alimenta la voglia di scrivere ancora, nonostante tutte la difficoltà di incastrare la scrittura, che è una passione, tra il lavoro e tutto il resto.


Se ne avessi la possibilità cambieresti qualcosa?

Quando si rileggono i propri libri, c’è sempre qualcosa che si vorrebbe cambiare, qualcosa da aggiungere o elaborare meglio, ma bisogna imparare a guardare avanti e cercare di sfruttare ciò che si è imparato per scrivere una nuova storia.


Di tutta la trilogia qual è stato il personaggio più difficile da scrivere e perché?

Misha, il protagonista umano del secondo volume “Fiamme scarlatte”, è stato particolarmente difficile, perché per lui avevo immaginato un passato molto doloroso e mi sono dovuta assicurare che trasparisse da ogni suo gesto o parola. È cresciuto per strada, mentre il mondo cadeva a pezzi dopo il crollo della civiltà umana e l’avvento dei draghi, e ha lottato per sopravvivere sin da quando era un bambino molto piccolo; non si fida praticamente di nessuno, sa a stento cosa significhi provare affetto per qualcuno o riceverne, ha subìto traumi terribili che lo condizionano a livello psicologico e fisico. Fargli vivere una storia d’amore è stata una sfida: ogni occhiata o tocco nel libro ha assunto molteplici significati e ho dovuto lavorare molto su come l’altro protagonista, Diego, si approccia a lui. Sono soddisfatta del risultato e sono stata premiata con l’amore che hanno ricevuto questi due personaggi da chi ha letto il libro, ma in certi momenti è stata una sfida con me stessa.




Al contrario invece qual è stato quello più semplice e perché.

Credo che il personaggio più semplice da scrivere sia stato Klaus, il drago plurimillenario protagonista di “Fuoco blu”. Ha una lunga vita alle spalle, ha sempre amato gli esseri umani ed è felice che ora i draghi abbiano smesso di vivere nascosti tra di loro, perché ora può proteggere apertamente la numerosa famiglia di umani che considera la propria gente da secoli. Quando incontra Cameron, il giovane umano in teoria dovrebbe essere suo nemico, ma Klaus si fida del proprio istinto ancora prima di capire che è il suo compagno e non resiste all’istinto di occuparsi di lui. La sua dolcezza mi è venuta naturale, mentre scrivevo, e alcuni dei momenti della storia sono nati quasi da soli, come quando Cameron ha un attacco di panico e Klaus lo assiste e gli si avvolge attorno in forma di drago, per confortarlo con il proprio calore. Penso di condividere con Klaus l’attitudine ad accudire chi ama, per questo siamo in sintonia.


Pensi che ci sarà uno spin-off in futuro? O la storia è completa così com’è?

Ho concepito la storia come una trilogia, quindi per il momento la mia risposta è che non ci sarà uno spin-off, ma il mondo dei figli di Ish si presterebbe con facilità a ospitarne uno e in un certo senso è già successo. Mentre aspettavo che Triskell Edizioni pubblicasse “Incendio bianco”, mi dispiaceva che l’attesa si stesse prolungando molto e ho scritto “Cenere”, che come gli altri racconti legati alla serie è disponibile gratuitamente sul loro sito. A differenza dei racconti “Scintille” e “Lapilli”, però, “Cenere” è abbastanza lungo, al punto da poter quasi essere considerato un romanzo breve, e ha due protagonisti diversi, con una storia che può essere apprezzata anche da chi non ha letto la trilogia. Per il momento non ho in programma di scrivere altri romanzi sui draghi, ma in futuro potrebbe succedere, se mi venisse l’idea giusta.


Da lettrice e da scrittrice cosa non deve mai mancare secondo te in un romanzo?

L’elemento che mi appassiona sempre maggiormente, non importa che tipo di romanzo io stia leggendo, è l’interiorità dei protagonisti: amo i personaggi sfaccettati, che hanno molto da dire e magari faticano a condividerlo con gli altri, quelli che nascondono strati di emozioni e si svelano un poco alla volta. Quindi direi in un libro non deve mancare l’approfondimento psicologico dei protagonisti, perché leggere di personaggi piatti non mi appassiona, anche se la storia è complessa.


Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?

Nonostante io abbia pubblicato il mio primo romanzo nel 2011, ancora adesso la consapevolezza che le mie storie vengano lette da molte persone mi spaventa un po’, perché sento una grande responsabilità nei loro confronti: nel momento in cui scelgono di leggere un mio libro, spetta a me non deludere le loro aspettative. Con il tempo, ho imparato che non si può piacere a tutti e che io posso solo fare del mio meglio ogni volta, lasciando poi che un libro abbia la propria vita al di là del mio controllo.


Hai dei retroscena da svelarci sul tuo ultimo libro che nessuno sa?

Posso dirvi che, mentre lavoravo a “Incendio bianco”, ho impiegato quasi più tempo a trovare un nome per il drago protagonista che per elaborare l’intera trama. Nei due libri precedenti non compare, ma tutti si riferiscono a lui come Vecchio bianco, uno dei più antichi e potenti draghi esistenti. Anche nel libro a lui dedicato viene chiamato quasi sempre così, però volevo che Theo, il suo compagno umano, potesse usare un nome più intimo, qualcosa che il drago gli offre quasi fosse un dono. Ho fatto ricerche nelle più antiche mitologie umane in cerca di draghi o creature simili ai draghi, per trovare un nome che mi piacesse e avesse anche un significato particolare, per far capire come il Vecchio bianco abbia in qualche modo lasciato un segno nel passato dell’umanità. Il nome che ho scelto soddisfa entrambi i requisiti e ho accennato alla sua storia all’interno del testo, ma per dare modo ai nuovi lettori di scoprirlo insieme a Theo cerco di non usarlo quando faccio promozione al romanzo. Voglio che sia una sorpresa, per quanto possibile.


Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?

In questo periodo sto lavorando a un nuovo romanzo, sempre un paranormal romance mm, nel quale sono tornata nell’universo narrativo della mia serie Le luci dell’Eos: i protagonisti sono un vampiro e un mannaro che vivono nello stesso mondo in cui si sono svolti i cinque romanzi della serie, ma il libro potrà essere letto tranquillamente anche da chi non conosce i guerrieri dell’Eos. Terminato questo, mi piacerebbe proseguire con un progetto simile, un altro romanzo autoconclusivo dedicato a due mannari di specie diverse. I miei tempi sono sempre lunghi, perché la scrittura non è la mia attività principale, ma spero di riuscire a scrivere anche quello.


Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina autore Social.

Grazie a te per avermi ospitata e grazie a chi leggerà questa intervista: spero di avervi incuriosito a sufficienza da voler dare un’occhiata ai miei libri.

Per chi volesse seguirmi o sbirciare quello che condivido sui miei personaggi, questa è la mia pagina Facebook https://www.facebook.com/profile.php?id=100082570189420

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Grazie ancora a tutt*!




Estratto da 'Incendio bianco':

«La verità è che ho paura. Sono terrorizzato dall’idea di stare con te. Voglio… No, ho bisogno di toccarti, di baciarti.» Gli posò un bacio tremante appena sopra la curva del labbro superiore, spessa ed enorme in confronto alla sua bocca umana. «Voglio fare l’amore con te, adesso, qui. Su questo prato sotto le stelle, dove tutti potrebbero vederci e sapere che ti appartengo. Sento questo desiderio che brucia e mi consuma. Non lo capisco e va bene così, perché per una volta nella vita ho deciso di essere folle e credere all’istinto che mi grida di prenderti e tenerti per sempre stretto a me. E allo stesso tempo sono spaventato a morte al pensiero che tu mi veda, mi tocchi…»

Lui non riuscì più a resistere; in un attimo, una frazione di respiro, fu di nuovo umano e avvolse le braccia attorno al corpo tremante di Theo. Lo serrò contro di sé e gli tuffò il volto tra i capelli, gli baciò una tempia, gli sussurrò all’orecchio: «No, no. Mio bellissimo, splendido compagno, non devi avere paura. Mai. Non devi temere nulla quando siamo insieme. Non esiste niente che potrà toccarti e farti del male, brucerò il mondo intero prima che qualcosa riesca a sfiorarti.»



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