Scopriamo Marika Grosso, autrice di 'La Strada verso casa'

 Buongiorno a tutti!

Oggi scopriamo insieme una nuova autrice, Marika Grosso!

Se volete saperne di più di lei, non vi resta che leggere l'intervista 🥰

Come sempre la ringrazio nuovamente di essere con noi ❤️



Ciao e grazie per essere qui! Per prima cosa presentati, cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi. 

Ciao, grazie a te per avermi proposto questa intervista.

Mi chiamo Marika e vorrei essere una principessa degli unicorni. Ahimè sono una donna normale, faccio la commessa di giorno (sono una di quelle simpatiche che saluta sempre e sorride) e la scribacchina di notte.

Tre aggettivi per descrivermi: testarda, introversa, fedele.


Come ti sei avvicinata alla scrittura? 

Da che ho memoria, ho sempre scritto. Quando ero piccola scrivevo racconti e poi li leggevo a mio nonno. Lui mi ha sempre spronata a leggere tanto e a migliorarmi nella scrittura.


Quando hai pubblicato il tuo primo libro? L’ultimo invece?

L’ultimo è anche il primo XDIl mio romanzo è uscito il 20 giugno scorso, si intitola “La Strada verso casa”, uscito sotto l’etichetta del collettivo di cui faccio parte: Collettivo Agapornis. La mia prima pubblicazione, invece, si tratta di un racconto, “Le luci di Natale”, che è uscito nella raccolta “Short but Sweet – Tra foglie d’autunno e tocchi di neve”.



Di cosa trattano i tuoi scritti?

Generalmente sono romance M/M, cioè dove la coppia principale è composta da due uomini. Ma scrivo anche horror.


Quando scrivi preferisci il silenzio o musica, rumori bianchi…?

Dipende da quanto sono caotici i miei pensieri. Se sono sopportabili allora preferisco il silenzio. Altre volte scrivo con la musica, ma deve essere abbastanza alta da diventare una specie di suono indistinto… ha senso? XD


Se ne avessi la possibilità cambieresti qualcosa nel tuo ultimo romanzo?

Nella storia in sé, no. Mi piace ciò che ho scritto. La forma, beh, quella si può sempre migliorare.


Che genere tratta il tuo libro e come mai proprio quello?

Parla di due adolescenti che da amici provano a diventare qualcosa di più, ma le ansie e la paura di non essere accettati li fanno allontanare.

Volevo scrivere un libro che potesse essere di conforto a qualcuno che si trova o che potrebbe, in futuro, trovarsi in una situazione analoga. A me è servito per guarire da alcune ferite emotive.




Da lettrice e da scrittrice cosa non deve mai mancare secondo te in un romanzo?

L’evoluzione (o involuzione) del personaggio e una buona caratterizzazione psicologia.


Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?

Da una parte sono spaventata a morte. Ho messo molto di me stessa nel mio libro, quindi ho paura che se non piacerà, in automatico sarò io a essere sbagliata. Dall’altra, capisco che è un ragionamento solo dettato dall’ansia. Sono molto contenta di essere riuscita a pubblicare qualcosa solo mio. Sono fiera di me per esserci riuscita.


Hai dei retroscena da svelarci che nessuno sa sul tuo ultimo libro?

Uhm, quando ho finito di scriverlo, l’ho abbandonato a se stesso per un anno e mezzo. Ero talmente provata dalla stesura che ho dovuto mettere tutto in pausa e dedicarmi ad altro.


Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?

Sto scrivendo un racconto per il mio Collettivo, ma non posso dire molto, è ancora tutto top secret. Poi un libro contemporary romance sull’elaborazione del lutto. Progetti futuri ne ho tantissimi, bisogna vedere se riuscirò a metterli presto in pratica.




Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina autore Social.

Grazie  a te per questa opportunità

Certo, ti lascio il mio instagram, il social dove sono più attiva: https://www.instagram.com/marikagrosso_autrice


Estratti 'La strada verso casa':

Scosse la testa ed entrò nel locale. L’aria calda lo accolse, gli accarezzò le guance e, per poco, non lo fece boccheggiare. O, più probabilmente, quella fu la sua naturale reazione alla vista di Federico. Si trovava al lato opposto dell’ambiente, il più lontano possibile dalla porta, ed era voltato di spalle, ma Leo avrebbe potuto riconoscerlo anche a chilometri di distanza.

L’avrebbe riconosciuto sempre.


Ci avevano provato, prima Leo, poi lui. Si erano rincorsi per così tanti anni, senza mai che l’uno aspettasse l’altro, senza mai essere riusciti a raggiungersi. Avevano solo sofferto



Ti amo.

Leonardo continuava a fissare quelle due parole. Le aveva scritte, cancellate, riscritte. Le aveva pensate, urlate nella propria mente, ma ancora non riusciva davvero a dirle.

 Lo amava.

Era innamorato di Federico da anni, tanti, troppi. Ma essere innamorato e amare qualcuno erano due cose diverse. Almeno lo erano per lui.



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