Intervista a Carlo Vicenzi, tra dark e fantasy

Buongiorno a tutti! 

Con grande piacere oggi abbiamo con noi Carlo Vicenzi!

Ovviamente ci tengo a ringraziarlo nuovamente per essersi prestato a questa intervista e, senza perdere altro tempo, vi lascio alla lettura e alla scoperta di questo bravissimo scrittore💙


Ciao e grazie per essere qui! La prima domanda è quella di prassi, che faccio a tutti. Quindi, per prima cosa presentati, cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi.

 Ciao! Grazie a te per avermi invitato! Descrivermi con soli tre aggettivi? Argh… per una persona logorroica come me sarà dura… ma eccone una, in effetti: “logorroico”. Poi direi anche “neurodivergente” (che da quando ho avuto la mia diagnosi di AuDHD si spiegano moltissime cose della mia personalità) e chiuderei anche con “rompiscatole” per giusta misura.

 

Come ti sei avvicinato alla scrittura?

Sai che non ti saprei rispondere? Ricordo di aver sempre voluto raccontare storie, di aver sempre avuto una dose eccessiva di immaginazione, sin da bambino (il che mi ha procurato diversi problemi a scuola). Forse posso rispondere dicendo invece quando mi sono avvicinato alla lettura, dato che credo sia il “punto zero” per ogni scrittore: ero in seconda media, nel millennio scorso, quando un amico (grazie Marco, tutto questo è merito tuo) mi consigliò di leggere “Lupo Solitario” una serie di libro-game a tema fantasy. Da lì non si è più tornati indietro.

 

Quando hai pubblicato il tuo primo libro? L’ultimo invece? E come ti sei sentito.

Il mio primo libro l’ho pubblicato nel 2014 e si intitola “Ultima, i giochi della contrada”, uno steampunk ambientato in Italia. Era una lettera d’amore al Palio delle Contrade che tutti gli anni si tiene nella mia città, a cui ho partecipato per vent’anni sia come membro di una contrada sia come organizzatore. Mi avevano detto “scrivi di ciò che conosci, scrivi di ciò che ami” e li ho presi in parola.

L’ultima mia pubblicazione, invece è “Dammi un fiume diSangue”, che in un certo senso è anch’esso una lettera d’amore per le opere con cui sono cresciuto. È un romanzo epic fantasy a tinte dark.

Se devo essere sincero quando uscì il mio primo libro ero sì emozionato, ma sapevo che la casa editrice era piccola, i social network erano agli albori e sapevo che sarebbe passato un po’ sotto silenzio. Tutt’altra storia per Dammi un fiume di Sangue: vedere l’interesse che ha suscitato ancora prima dell’uscita mi ha commosso davvero tantissimo. Non credevo fosse possibile. Se ci penso mi emoziono ancora.


 

Parlando del tuo ultimo racconto “Dammi un fiume di sangue” come ti è venuta l’idea del Cataclisma?

I mattoni con cui mi hanno costruito sin da ragazzino sono di tre tipi: libri fantasy, manga-anime e videogiochi. Alcune delle mie storie preferite erano di genere post-apocalittico e non vedevo l’ora di poter scrivere un’apocalisse tutta mia. Ho deciso di incorporare elementi presi da Lovecraft, Hara&Buronson, Miura e altri ancora. Spero che ne sia uscito un cocktail interessante e inquietante al tempo stesso.

 

C’è stato un momento difficile, o che comunque ti ha mandato in crisi, nella scrittura di “Dammi un fiume di sangue”?

L’editing. Gli editor bravi sono molto rari, purtroppo internet brulica di dilettanti improvvisati, ma io sono stato fortunato e ne ho avuta una eccellente. Perché quando un editor sa il fatto suo ti fa effettivamente dubitare delle tue capacità, cosa fondamentale se si vuole continuare a migliorare. Se Dammi un fiume di sangue scorre così bene è anche merito suo che mi ha fatto crescere parecchio.


 I tuoi personaggi sono ispirati a qualcuno che conosci?

In realtà no, tendo a non prendere troppo spunto dalle persone che conosco per i personaggi. C’è già abbastanza caos nella mia testa senza aggiungere altra gente.

Dal punto di vista di uno scrittore e dal punto di vista di un lettore dimmi quali sono i tuoi generi preferiti, se coincidono oppure no.

Certo che coincidono, perché una delle massime che trovo veritiera è “scrivi il libro che vorresti leggere”. Quindi sì, fantasy in tutte le sue declinazioni, dal grimdark al romantasy (sì, uno dei miei libri preferiti è un romantasy. Lo so che si fa fatica a crederlo).

 


Cosa non deve mai mancare secondo te in un romanzo?

Personaggi credibili e a cui affezionarsi. O che almeno incuriosiscano. Perché puoi avere una trama eccezionale, un’ambientazione affascinante, un ritmo perfetto e una prosa divina, ma se i protagonisti sono legnosi e/o ti stanno sulle palle… la lettura diventa un calvario. Almeno per me.

 

Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?

All’inizio è uno stress piuttosto intenso, ma dopo un po’ bisogna farci l’abitudine. So benissimo di non poter piacere a tutti e non ci provo nemmeno. So che qualche parere negativo arriverà, ma pazienza: creare qualcosa che tutti amino è impossibile, mentre se si tenta di fare qualcosa che nessuno detesti l’unica cosa che si ottiene è una poltiglia grigia e insapore. Quindi l’unica cosa da fare è esprimere me stesso  al 100% e sperare che il mio lavoro raggiunga il pubblico giusto.

Fare arte e renderla pubblica è sempre rendersi vulnerabili allo sguardo degli sconosciuti, è un po’ come camminare nudi per strada. Senza il rischio di essere arrestati, però.

 

Quando scrivi preferisci il silenzio assoluto oppure musica, tv, rumori bianchi…?

Il mio cervello AuDHD si distrae facilmente, quindi ho bisogno di cuffie che cancellino il rumore e mi sparo nelle orecchie il Brown Noise, che di solito riesce a zittire le 30 tabs aperte nel sistema operativo della mia testa.

 

Hai dei retroscena da svelarci che nessuno sa per quanto riguarda la stesura di “Dammi un fiume di sangue”?

All’interno del testo sono citati diversi elementi di anime e manga. Ho un elenco degli easter egg che ho inserito e quando qualcuno mi scrive per dirmi quali ha scovato controllo sempre la lista per vedere se li ha trovati tutti. Per ora nessuno ce l’ha fatta.

 

Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?

Sto scrivendo una trilogia epic fantasy, che ha un tono molto diverso da Dammi un Fiume di Sangue, dal titolo Padrona del Vento. Per ora ne ho pubblicato una versione beta in ebook su amazon e kobo, ma sto lavorando per creare una versione cartacea con un centinaio di pagine di contenuti in più. Poi sto lavorando a un progetto che per ora non posso svelare, ma che, se continua così, sarà una bomba che scoppierà quest’autunno.



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