A tu per tu con Raffaele Fiorillo



Buon weekend ragazzi!
 Oggi abbiamo il piacere di parlare con Raffaele Fiorillo, scrittore di "Essi vennero".

Trama:
Una storia di Primo Contatto interamente ambientata in Italia.

Siamo soli nell'Universo?
Una tiepida mattina di inizio Maggio del 2042 questa grande domanda riceve finalmente la sua risposta: la razza extraterrestre dei "Grigi" atterra in diversi angoli di un pianeta Terra già martoriato dalla sovrappopolazione e dall'eccessivo inquinamento, portando distruzione e violenza oltre ogni limite immaginabile. Cadono i governi, la razza umana viene decimata e i pochi esseri umani superstiti sopravvivono qui e lì nascondendosi sottoterra, bollendo acqua piovana e trafugando il cibo dove possibile.
Giulia, poco più che ventenne, è l'unica persona conosciuta ad essere scappata dalla prigionia aliena e quando incontrerà Giovanni e il suo gruppo di sopravvissuti in una Napoli orribilmente lacerata penserà di aver trovato la salvezza, ma un grosso segreto è ben celato dentro di lei.

Ciao, grazie per essere qui. Per prima cosa, per chi non ti conoscesse, presentati. Dimmi cosa fai nella vita. 

Ciao a te e grazie per questa opportunità. Mi chiamo Raffaele, classe 1989, sono nato e cresciuto in provincia di Napoli in un piccolo paese all'ombra del Vesuvio dove attualmente ancora vivo. Dopo essermi diplomato al liceo scientifico ho frequentato la facoltà di lingue e letterature straniere all'Istituto Orientale di Napoli dopodiché, dopo varie peripezie, sono finito a lavorare nel campo della ristorazione ma non ho mai abbandonato le mie passioni nel tempo libero come i libri, i fumetti, il cinema e i videogames. Insomma, sono un nerd dalla testa ai piedi! 

Lo sono anch'io! Bene, come ti sei avvicinato alla scrittura? Scrivi da quando sei piccolo o hai cominciato da grande? 

Sin da piccolo sono stato un lettore affamato e in contemporanea ho iniziato a scrivere per gioco: i miei genitori avevano due vecchie macchine da scrivere Olivetti e io spesso mi divertivo ad inventare delle notizie per poi scriverci dei finti articoli di giornale, avevo circa sette o otto anni. Da allora ho capito che mi piaceva tantissimo raccontare storie e mi sono appassionato a qualsiasi forma di storytelling esistente, partendo dai libri e dai fumetti. 

Il tuo primo libro si chiama "Essi vennero", cosa ci dobbiamo aspettare dal racconto? Ce ne parli brevemente? Perché dovremmo acquistarlo? 

Essi vennero parla di un primo contatto tra una civiltà extraterrestre e gli esseri umani ed è ambientata in Italia, principalmente nella mia città ovvero Napoli. Racconta come Giulia, una giovane ex studentessa di psicologia a Napoli, sia riuscita a scappare dalla prigionia extraterrestre fino a incontrare un gruppo di sopravvissuti che a malapena riesce a stare in vita nascondendosi sottoterra. Giulia inconsapevolmente custodisce un segreto e la storia si snoderà poi successivamente in altre zone d'Italia. Perché dovreste acquistarlo? Credo sia una bella storia di resistenza, dove le persone riscoprono di poter resistere ed affrontare qualunque cosa, anche l'Apocalisse, ma non senza qualche intoppo. Inoltre è particolare aver ambientato tutto in luoghi italiani. Sono soltanto 100 pagine e credo si leggano tutte d'un fiato! 



A proposito di Napoli, le ambientazioni sono in Italia, perché? So che non è facile descrivere il luogo in cui si abita! Come mai questa scelta? 

Ovviamente bisogna sempre scrivere di ciò che si sa e descrivere un luogo che si conosce credo faccia parte di questa regola. Ma la mia scelta ha un'altra motivazione: Napoli, ma in generale tutta l'Italia, ha dei luoghi magnifici che raccontano tanto. Credo che ognuna delle nostre città possa essere teatro di storie fantastiche, in realtà lo è già stato, comprese storie fantastiche e di fantascienza. Non ho mai letto fantascienza ambientata a Napoli, e ho cercato molto bene negli anni credimi! Ed è per questo che ho fatto questa scelta. 

Che bello, sono curiosa! Altro tema cruciale sono gli alieni, o meglio, come li chiami tu i “Grigi”. Come hai sviluppato l’idea? Ti sei ispirato a qualcuno o qualcosa in particolare? Io ad esempio, non ne sarei per niente capace, quindi spiegami come hai fatto! 

I Grigi sono il nome più banale dell'universo, me lo dico da sempre, ma è così che gli esseri umani li chiamano ed è una idea che mi è venuta molto naturalmente senza pensarci troppo. Ho sempre avuto una passione per l'horror e in generale per creature e razze strane, spesso mi ritrovo a prendere appunti su un “bestiario” dove annoto qualche idea strana ed è successo così anche con loro: ho avuto una prima idea su come fossero fatti, su cosa pensassero e dove vivessero, e ho scritto tutto. Mi sono sicuramente lasciato ispirare da immagini molto comuni come il film Alien o dagli orrori inenarrabili di Lovecraft ma ho poi cercato di dare una mia personalissima visione di queste creature dello spazio. 

La storia è ambientata nel futuro, e a me già piace. Cosa si differenzia da oggi, a parte ovviamente l’invasione aliena. 

Credo che le differenze siano molto poche, a parte l'aggravarsi della situazione climatica e la sovrappopolazione, problemi che in realtà stiamo già affrontando oggigiorno. È un futuro molto vicino a noi, probabilmente l'unico futuro che ci aspetta. Chi può dire che anche l'affrontare altre forme di vita non rientri in questo futuro? Ovviamente spero che sia meno traumatico! 

Lo spero anch'io! Mi parli di Giulia? Protagonista del racconto, com'è? Troveremo anche una storia d’amore? 

Giulia è una normalissima ragazza di 21 anni che prima dell'apocalisse studiava all'università. È una ragazza piuttosto chiusa e si ritroverà più degli altri ad affrontare un grosso shock dovuto agli eventi di cui parlo nel libro, ma avrà la fortuna di trovare qualcuno che la accoglierà. Non è presente una chiave romantica nel libro, non è nelle mie corde e non mi è sembrato naturale inserire un elemento rosa all'interno del racconto, ma ovviamente troverà persone con le quali legare ed affrontare la sua nuova vita. 

Hai qualche curiosità o aneddoto particolare, inerente al libro o la storia che non troveremo leggendo? Sono curiosa. Svelaci qualche retroscena! 

Il capitolo finale, il quinto, l'ho riscritto per ben tre volte. Alla quarta mi ha soddisfatto abbastanza, è stato davvero difficile finire la storia, molto più facile cominciarla! Altra curiosità: l'ambientazione inizialmente doveva abbracciare anche alcuni paesi europei come l'Inghilterra ma ho accantonato l'idea e ho preferito una ambientazione 100% italiana per i motivi che ti ho già detto.

Caspita, questo mi fa pensare quanto lavoro tu abbia fatto per portare avanti la storia. E ora, il personaggio più difficile da sviluppare e perché!

 Direi tutti quelli umani: a differenza degli extraterrestri mi risulta arduo rendere umani gli umani! 

Per te, cosa non dovrebbe mai mancare in un buon romanzo? 

Sicuramente per una buona storia non deve mai mancare un conflitto da risolvere e dei personaggi che hanno tanto da rischiare nell'affrontarlo. 

Infine, hai progetti futuri? Stai lavorando ad altro? Se sì, parlacene. 

Ho già in cantiere due idee sempre inerenti alla fantascienza, credo che a partire da "Essi vennero" scriverò altre storie collegate e ne farò una serie. 

Aspettiamo allora e nel frattempo ti saluto chiedendoti, dove si può acquistare il tuo libro e se vuoi la tua pagina autore! 

Il libro è acquistabile esclusivamente su Amazon a questo link: "Amazon: Essi vennero" È disponibile sia in formato cartaceo che digitale ed è gratis con Kindle Unlimited! La mia pagina autore la aggiorno quotidianamente, un po' come un diario di bordo! 


Estratto:

«I Grigi non comunicavano con le parole. Facevano gesti, utilizzavano strumenti simili ai nostri computer. Ricordo che quasi tutti avevano degli impianti metallici conficcati nel corpo, sopratutto la testa: ho sempre immaginato che comunicassero attraverso la telepatia. Credete sia possibile?» «A questo punto credo ogni cosa sia possibile» disse Giovanni «E riguardo agli ultimi giorni? Come sei riuscita poi a fuggire?»
«Ci fu una grossa esplosione, forse un incidente. Io e pochi altri siamo cascati per terra, liberi dai macchinari ai quali eravamo legati, e abbiamo provato a scappare cercando di uscire all'esterno. Ho corso con tutte le forze che avevo, senza mai voltarmi indietro mentre dalle mie spalle provenivano rumori simili a degli spari. Quando sono arrivata all'esterno e mi sono resa conto di correre in mezzo al cemento, all'aria aperta, ho capito di essere rimasta sola e ho continuato a correre fino allo sfinimento.» Giulia versò qualche lacrima, Bruno le porse un fazzoletto. Quel racconto quasi l'aveva liberata di un peso. «Sei una sopravvissuta, esattamente come noi. Non devi sentirti in colpa per le persone rimaste indietro» disse Giovanni con sicurezza. 

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