"Contro ogni regola" con Antonella Pellegrino

 Buon sabato a tutti e come di consueto ecco una nuova intervista!

Oggi con noi c'è la bravissima Antonella Pellegrino, lieta di averla con noi!

Vi lascio cover e trama di uno dei suoi libri e poi partiamo!



TRAMA:

A soli ventidue anni, Liam Turner ha già il suo futuro scritto. Figlio del più potente boss della criminalità organizzata di Brooklyn, non può fare altro che eseguire gli ordini di suo padre e prepararsi a prenderne un giorno il posto. Non importa se non è ciò che desidera, se ciò che è costretto a fare lo porta a odiare se stesso più di qualsiasi altra cosa al mondo. Liam non può fuggire. Indossa la sua maschera da criminale crudele ed esegue gli ordini in maniera perfetta, compreso rapire Connor Bailey, figlio del nuovo sindaco di New York. Rapirlo è un gioco da ragazzi. Sarà lo stesso tenerlo prigioniero? Connor è coraggioso, forte, una persona da stimare, e innamorarsi di lui è un grosso rischio.

Connor Bailey è uno studente di legge che sognai di lavorare per il bene della giustizia. È un bravo ragazzo, dai sani principi e con una vita tranquilla. Almeno, fino a quando non viene rapito. Nonostante la situazione in cui è costretto e la sofferenza recatagli, grazie alla sua sfrontatezza e al carattere ribelle, uniti al suo forte senso empatico, riesce a conoscere più a fondo il leader dei suoi rapitori, un ragazzo dagli occhi perennemente cupi e l’aria triste. È davvero così perfido o è soltanto una maschera che indossa per nascondere il suo buon cuore? Connor, giorno dopo giorno, si rende conto che non è soltanto lui a essere un prigioniero, e innamorarsi di una persona come Liam Turner non è poi così strano. Tra dolore e sofferenza, pistole e coltelli, sangue e minacce, Liam e Connor andranno contro ogni regola per godere di ogni momento insieme, fino a combattere contro chi vuole ostacolare il loro amore. Ma riusciranno a vincere?


Ciao e grazie per essere qui, mi fa molto piacere! Presentati, cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi.

Ciao! Grazie a te per avermi proposto questa intervista, è un vero piacere! So che questa è una domanda un po’ di routine nelle interviste, ma è anche quella che mi mette più in difficoltà. La prima cosa che posso dire è proprio che non mi piace molto parlare di me stessa, un po’ per timidezza un po’ per insicurezza. Ecco, timida è il primo aggettivo che posso usare per descrivermi. Sono timida e spesso insicura, almeno quando non mi trovo a mio agio con chi mi circonda. Se invece sono con la compagnia giusta, sono una persona molto socievole ed estroversa. Il secondo aggettivo può essere razionale. Cerco di essere sempre coerente con le mie decisioni, che non prendo mai con impulsività. Infine, potrei dire emotiva, o almeno è quello che dicono di me i miei cari.

Sono una donna che si sente ancora una ragazzina, e non so se è un bene, sono nata e cresciuta a Napoli, ho una famiglia che mi ama, un compagno che mi rende felice e due nipotini che adoro. Quando mi chiedono cosa faccio nella vita rispondo: la zia e la scrittrice. Credo di essere molto fortunata.



Posso chiederti come ti sei avvicinata alla scrittura?

Mi è sempre piaciuto scrivere, è stata la mia più grande passione fin da bambina. Ero piccola, non avevo molti compagni con cui giocare, e creavo nella mia testa un’infinità di situazioni con i miei amici immaginari. A undici anni ho messo su carta quegli amici, ricordo ancora la storia; scrivevo di loro, di quello che io avrei voluto faro o di come mi sarebbe piaciuto essere, ciò meno timida e introversa. Da lì non mi sono più fermata. Tutt’ora, ogni giorno ho delle persone che popolano la mia mente. Hanno da subito un preciso aspetto fisico e un nome. Non riesco a scrivere di tutti, ma li tengo sempre con me. Scrivere mi fa sentire libera, di essere me stessa, di esprimere su carta i sentimenti che non riesco a dire a voce.


Quando hai pubblicato il tuo primo libro? Cosa ti ha spinto a farlo?

Ho scritto il mio primo romanzo nel 2015, ed è stato pubblicato dalla Triskell Edizioni nel 2016. Ho iniziato a scrivere sui siti di fan fiction di personaggi di libri maschili che per me erano molto più di semplici amici, e quando ho iniziato, neanche sapevo che ci fosse un genere chiamato “M/M”. Quando ho iniziato a ricevere commenti e recensioni positive, sia per le storie che per il mio stile, ero allo stesso tempo sorpresa e felice. Dopo aver scoperto che non ero sola a immaginare scenari diversi in alcune storie, ho iniziato a credere un po’ più in me stessa, nella mia passione, proprio grazie a quelle recensioni. Ho scritto “Per una scommessa”, il mio primo libro, dopo aver letto su Facebook la notizia di una coppia di ragazzi gay aggrediti per strada solo perché si tenevano per mano. Non era una novità, ma quella notizia mi colpì particolarmente a causa di tutti i commenti discriminatori e colmi d’odio che molte persone si erano sentite in diritto di scrivere. Mi sentivo triste per quei ragazzi e per tutte quelle altre persone che, a causa dell’odio e dell’ignoranza di altra gente, si sentivano, si sentono sbagliate, che vivono nel terrore, che non credono di essere abbastanza. Iniziai a pensare che avrei potuto far qualcosa per dare voce a quelle coppie discriminate, a quelle persone odiate solo per essere gay. E quale modo migliore, per me, di scrivere? È stato questo, oltre all’incoraggiamento del mio compagno, a spingermi a inviare il manoscritto: volevo lanciare un messaggio e far conoscere a quante più persone la vera storia e i sentimenti di quei ragazzi.




Di cosa tratta “Contro ogni regola”? Me ne parli?

“Contro ogni regola”, che è il primo volume della serie “Ribelli”, parla innanzitutto di un amore complicato, nato in un contesto difficile e per qualcuno impensabile tra due ragazzi completamente diversi. Liam è il figlio del boss mafioso più potente di Brooklyn e Connor il ragazzo che proprio lui deve rapire, su ordine del boss. Ed è proprio durante questo rapimento e la prigionia che tra i due nasce un rapporto, un legame inaspettato.

Liam non ha mai voluto essere un delinquente, ma è costretto dalla sua famiglia. È nato in quel mondo, è destinato a prendere il posto del padre e non può fare altro. Vorrebbe fuggire, o rivelare a tutti che quella vita non fa per lui, ma suo padre lo punirebbe con la morte. Questo lo porta a odiarsi, per il dolore che reca a persone innocenti, per non poter essere la persona che è davvero, ossia di buon cuore, premurosa, una persona che darebbe la vita per salvare le persone a lui care. E durante conversazioni e confidenze, Connor se ne rende presto conto. Lui è il cosiddetto bravo ragazzo: ha genitori che, anziché punirlo per non aver eseguito un compito ordinatogli, gli vogliono bene così com'è, accettando ogni sua sfumatura. È uno studente di legge, lavora per pagarsi gli studi, ed è coraggioso più di quanto si possa aspettare. Tutto ciò porta inizialmente Liam a detestarlo, è invidioso della sua vita e anche un po’ del suo carattere, ma allo stesso tempo anche a stimarlo. Liam sa di non poter contraddire suo padre, non se vuole vivere, ma in realtà non ha neanche abbastanza forza per ribellarsi. Almeno, fino a quando non ha un motivo abbastanza importante per farlo. E quel motivo è proprio Connor.


Avrà un seguito, giusto? Cosa dovremmo aspettarci?

Sì, sto scrivendo il secondo volume, che non ha ancora un titolo, incentrato su Scott. Non posso dire molto perché svelerei il finale di “Contro ogni regola”. Scott è il braccio destro di Liam e anche il suo migliore amico. Sono diversi sotto alcuni aspetti, ma più simili di quanto entrambi potessero immaginare. In questo libro, Scott si troverà in una situazione difficile ma che avrà degli aspetti positivi. Dovrà decidere cos’è più importante: la sua vita o proteggere l’uomo che ama? La vendetta o essere migliore di coloro che gli hanno fatto del male? Il romanzo è ancora in stesura, ma spero di riuscire a dare a Scott la stessa serenità che è riuscito a trovare Liam.




Qual è stato il personaggio più difficile da descrivere e perché? Qual è stato invece quello più semplice?

Il più difficile è stato sicuramente Liam. È complicato, ha dentro di sé tanta oscurità, un’anima spezzata. Vorrebbe essere diverso, ma allo stesso tempo cerca ancora di rendere suo padre fiero di lui, sicuramente anche per non essere punito. Non è un mondo facile quello in cui vive, ma soprattutto non è ciò che lui desidera. Odia se stesso, odia ciò che fa, il dolore che è costretto a infliggere a delle persone innocenti. Descrivere le sue emozioni, la sua crudeltà quando doveva interpretare il ruolo del mafioso e la sua premurosità quando invece poteva essere se stesso non è stata una cosa semplice. Volevo che i lettori capissero chi è veramente Liam: un prigioniero. Sì, lui rapisce Connor, che è quindi il prigioniero della storia, ma in realtà lo è anche Liam. Lo è della sua famiglia, della sua vita, del ruolo che è costretto a interpretare, della maschera che deve portare ogni giorno della sua vita. Sì, lui fa la parte del cattivo e deve fare del male a Connor, inizialmente, ma non lo è davvero.

Per quanto riguarda il più semplice, non riesco a dirlo con certezza, soprattutto perché ogni mio personaggio è caratterizzato da tante sfumature diverse. Potrei dire James, protagonista di Per una parola di troppo, quarto e ultimo volume della serie “Per una scommessa”. James è un ragazzo socievole, estroverso, adora i suoi amici e la vita libertina. È un vero casanova e un giullare di corte. È divertente, fa continuamente battute allusive, prende in giro i suoi amici, che a volte vorrebbero proprio strozzarlo! Ma è anche premuroso, gentile, e farebbe di tutto per Dylan, il suo migliore amico. Soffre della classica “sindrome da Peter-Pan”, ha paura dei cambiamenti, e ci mette un po’ a capire di essersi finalmente innamorato di qualcuno. Quando ci riesce, però, dà tutto se stesso per quell’amore inaspettato. Sotto certi aspetti mi somiglia, anche.


Che genere trattano i tuoi scritti e perché.

Prima di tutto, sono M/M e questo perché mi trovo più a mio agio a scrivere di personaggi maschili, così come ho sempre avuto più amici che amiche. Ogni mio romanzo parla di amore e di amicizia, ma cerco sempre di inserire argomenti importanti e delicati che possano far riflettere: l’omofobia, la violenza – fisica e psicologica −, l’accettazione di se stessi o del proprio passato. In “Siamo sempre stati io e te”, ad esempio, Drew, il protagonista, ha subito violenza psicologica e un po’ anche domestica dal suo ex ragazzo; Ethan, di Per una macchia di caffè, ha subito un’aggressione omofoba che gli ha lasciato cicatrici interne ed esterne; Dylan veniva picchiato da suo padre. Tutto questo rendendo però i libri non drammatici o pesanti, tutt’altro, perché ogni personaggio è circondato di amici, di tante situazioni simpatiche e divertenti, e, soprattutto, trova l’amore. Caratteristica imprescindibile, poi, è il lieto fine. Con i miei libri voglio lasciare messaggi importanti ma, soprattutto, voglio dare speranza. Spero di riuscirci.




Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?

Ansia! Questa è la prima cosa che provo. Sono molto ansiosa e, come detto, insicura. Forse è anche un po’ un controsenso, no? Se pubblichi un libro, sai che altri lo leggeranno. Eppure, dopo sei libri pubblicati, ancora non mi sono abituata all’idea. Ho paura di deludere i lettori, soprattutto le mie lettrici più fedeli, come mi piace chiamarle. Allo stesso tempo, mi dà tanta soddisfazione. Sono riuscita a pubblicare ben sei libri quando anni fa non credevo neanche che sarei riuscita a inviare il manoscritto di “Per una scommessa”. Le mie lettrici mi incentivano a continuare il mio lavoro, mi chiedono ancora racconti sulla serie “Per una scommessa” nonostante sia ormai terminata. Fa paura, sì, ma allo stesso tempo è eccitante, proprio perché non sai cosa ti aspetta.


Hai dei retroscena da svelarci che nessuno conosce, inerente ai tuoi racconti ovviamente?

Faccio molte, moltissime ricerche. Possiamo dire che ora conosco meglio la geografia degli USA che quella italiana, ho imparato tecniche e attrezzature per l’arrampicata, anche se non mi azzarderei mai a praticarla, quali sono le montagne che più fanno gola agli appassionati di questo sport e anche tutti i sentieri per esplorare il parco del Gran Canyon. Ho fatto ricerche e studi su traumi e disturbi post-traumatici, sul recupero dei ricordi, su come si sviluppa un incendio, su quali danni può subire un ginocchio dopo un pesante schiacciamento, sul sistema penale e giudiziario della California e dello Stato di New York. Ho scoperto quanti anni di carcere si possono avere in America per incendio doloso, per guida in stato di ebrezza, per omicidio, sia doloso che colposo; quanto durano gli studi per diventare fisioterapista e medico generale, e la procedura e i costi, per una coppia gay soprattutto, di adozione. E nessuna delle cose mi riguarda direttamente, e per certi argomenti direi anche per fortuna! I miei sono romanzi e in questi ci si può prendere, ovviamente, un po’ di libertà, ma mi piace essere quanto più realistica possibile.

Scrivo i miei libri di getto. Non faccio scalette, anche perché non le rispetterei visto che la mia fantasia “lavora” di continuo, e quando inizio una storia non ho mai una trama ben specifica.  Ci sono due personaggi, l’incipit e l’epilogo, ma lo sviluppo, che poi è la parte fondamentale, non so neanche io come sarà. Inizio a scrivere e la storia viene da sé. È anche per questo che spesso mi blocco per diversi giorni, ma non riesco a fare diversamente, le parole e ciò che accadrà ai miei personaggi nasce battuta dopo battuta.

 







Sono una ragazza che non ha mai letto nulla di tuo, cosa mi consiglieresti per iniziare e perché.

Considerando che “Per una scommessa" è una serie, ti direi di iniziare con “Siamo sempre staio io e te”. È la storia di due migliori amici che nascondono l’amore che provano uno per l’altro per dieci anni, fino a quando qualcosa nella vita di Drew, il protagonista, cambia. Il romanzo parla di amore, di amicizia, dell’importanza di accettarsi, di non permettere mai a nessuno di dirci che non siamo abbastanza. Drew deve affrontare le difficoltà e il dolore causato da una violenza psicologica che lo ha convinto di essere “troppo poco, inutile, un incapace”. È questa violenza a renderlo insicuro, a fargli avere una così bassa autostima di se stesso. Per fortuna, ha Tyler al suo fianco, che gli darà l’amore e il supporto di cui ha bisogno e che merita.


Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?

Di progetti ne ho tanti, ma ora la mia priorità è il secondo volume della serie “Ribelli”. Sono a metà stesura, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo perché io scriva la parola “fine”. Non è un genere a cui sono abituata e sto facendo molte ricerche. Desiderio fare un buon lavoro e soprattutto non deludere i miei lettori, specialmente chi ha adorato Scott, il protagonista, già nel primo volume.

Dopo di questo, vorrei riprendere lo spin-off di “Siamo sempre stati io e te”, scrivere una novella sui personaggi di “Per una parola di troppa” e scrivere una storia ambientata a Napoli. Come ho detto, ho tanti progetti!




Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina autore Social o del Blog. Lasciami anche, se vuoi, i link di dove possono essere acquistati i tuoi libri. Grazie ancora.

Grazie a te per avermi invitata. Questo è il link del mio blog Antonella p Blog e questo della mia pagina autore Facebook - Antonella Pellegrino.

Qui, invece, potete trovare i miei libri, acquistabili su Amazon, Kobo e qualsiasi altro store, sia in versione ebook che cartaceo: Triskell Antonella Pellegrino


ESTRATTO:

Da Contro ogni regola: “[Connor:] Da al quel momento, sarebbero stati solo loro due: Liam e Connor. Perché l’amore è folle. Non è qualcosa che si può prevedere o che avverte quando arriva. L’amore non bussa alla porta del cuore, ma lo penetra quasi squarciandolo e fa male quando te ne rendi conto. L’amore arriva nei momenti più assurdi. E, nonostante questo, l’amore è meraviglioso. E io mi godrò ogni istante.”

Commenti

Post più popolari