Siamo con Maurice Fay, autore della Trilogia del Maremoto

 Buon sabato a tutti! 

Oggi sono super contenta ed emozionata perché con noi ci sarà Maurice Fay. Grazie mille per essere qui!

Vi lascio cover e trama di Blu e poi partiamo con le domande…


TRAMA:

Romanzo fantasy M/M.

In un futuro distopico il genere umano è sull'orlo dell'estinzione a causa del misterioso sprofondare della terraferma e dell'innalzamento del livello dell'acqua che per secoli si è protratto. Il fondo del mare invece è abitato da creature misteriose e affascinanti, frutto dell'evoluzione di esperimenti genetici, condotti dagli scienziati dei nostri tempi, che proliferano all'insaputa degli umani e dei quali sono acerrimi nemici per quello che gli umani hanno fatto loro in passato e per come hanno distrutto il pianeta. La loro è una società complessa e assai più avanzata di quella umana.
Malakys, uno degli ultimi abitanti della terraferma, vede sprofondare la sua isola a causa di quel blu che sta dominando ogni cosa e che gli toglie tutto: la famiglia, la casa, gli amici, i genitori... Non sa che rischia di rubargli anche l'ultima cosa che gli è rimasta: il cuore.
Dopo la catastrofe viene tratto in salvo e viene mandato a vivere in una delle Colonie Galleggianti più povere del mondo, dove inizia a lavorare come pescatore e per lui inizia questa nuova vita della quale non si sente di far parte. Si ritrova a non avere più un luogo al quale appartenere e cosa ancor più lacerante per lui, è convinto che rimarrà per sempre solo... Perché a lui le ragazze proprio non piacciono, ma per gli umani del Quarantesimo secolo le unioni omosessuali non sono minimamente concepite, quindi crede di essere costretto a una vita di solitudine.
Ma poi un giorno accade qualcosa di sorprendente: durante una battuta di pesca viene trascinato sott'acqua da un barracuda e rischia di annegare, se non fosse per l'intervento di una creatura che gli salva la vita.
E a questo punto cambia tutto...
Si tratta di un bellissimo sireneide di nome Blu, che per salvarlo rivela così l'esistenza del popolo degli abissi, infrangendo un terribile tabù.
E per quanto i due provino a stare lontani, proprio non ci riescono, perché sono ormai vinti da una forza troppo più grande di loro: l'amore.
Un amore intenso e struggente che infrange le barriere non solo di genere e di razza, ma di specie, poiché loro appartengono a due specie nemiche.
Ma possono due nemici amarsi?
Per giunta dello stesso sesso.
Loro non riescono proprio a stare lontani, ma portare avanti questo amore si rivela qualcosa di molto difficile, poiché il mare rappresenta un grande pericolo per Malakys, che se fosse scoperto dai simili di Blu verrebbe ucciso, e per Blu non sarebbe poi così diverso, in superficie.
In più Blu non è un semplice sireneide, ma il principe del regno sottomarino più grande e prosperoso e in quanto tale deve sottostare alle regole del Concistoro: l'organo regolatore della vita sottomarina, che lo vuole promesso sposo dello spietato e bellissimo Trito, che pur di avere Blu tutto per sé è disposto a qualsiasi cosa.
E non è finita qui. Perché Malakys non è un ragazzo come tanti, ha qualcosa di speciale e questo qualcosa mette una taglia sulla sua testa.
Fra nemici crudeli, intrighi e segreti, l'umano e il sireneide si troveranno a compiere scelte assai difficili, in grado di cambiare per sempre il destino dell'uno o dell'altro.

Un amore adolescenziale tenero e appassionato sullo sfondo di due mondi lontani: la superficie squallida e terrena, e gli abissi, all'apparenza perfetti, ma freddi e dentro i quali ci si può smarrire per sempre.


Ciao Maurice e grazie per essere qui! Presentati, cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi.

Ciao e grazie per questa opportunità! È un piacere per me essere qui. Il mio vero nome è Maurizio Faiazza, piuttosto banale direi. Vivo a Roma dove dirigo un negozio d'abbigliamento maschile. Sono laureato alla Sapienza in lingue e da sempre amo leggere, fantasy principalmente. Dunque, tre aggettivi. Direi: sognatore, romantico e sensibile (abbasso il maschilismo tossico!).

 

Come ti sei avvicinato alla scrittura? Quando hai pubblicato il tuo primo libro?

Il primo lo pubblicai nel lontano 2011. A oggi non è più disponibile, è un progetto che per il momento ho accantonato e che forse riprenderò in futuro. Diciamo che il mio vero esordio fu nel febbraio 2015, quando pubblicai Blu con Lulu. Mi sono avvicinato alla scrittura in maniera un po' insolita. Da bambino amavo disegnare e alle elementari avevo iniziato a disegnare un fumetto, una storia fantasy, che mi ha accompagnato per tanti anni. Fino alle superiori, quando la mole dei libri da studiare era troppa e il tempo per disegnare troppo poco, così avevo deciso di appuntarmi i capitoli futuri del fumetto in versione scritta. Da lì gli appunti divennero talmente tanti che bisognava dare un ordine e alla fine decisi di trasformare il fumetto in un romanzo (quello che poi avrei pubblicato nel 2011). Nel frattempo avevo iniziato a scrivere Night Genesis, un romanzo in stile Buffy l'ammazzavampiri, con elementi urban fantasy (che finora ho scelto di non pubblicare, ma è gelosamente custodito nella mia cartella “LibriMau”). Blu nacque nel 2013, anche se nuotava da tempo nella mia testa e nel mio cuore. Ma la sua vera nascita fu durante una vacanza a Gaeta, un giorno al mare con la mia amica Margherita, che volle ascoltare tutta la storia e mi disse che dovevo assolutamente scriverlo. Diciamo che quindi in parte lo devo a lei se Blu esiste. Cos'altro posso dirti al riguardo? Utilizzo uno pseudonimo per scrivere, eredità della mia infanzia: da bambino avevo la erre moscia e tutti mi prendevano in giro, dicendomi che sembravo francese. Da questo era nato il mio soprannome, Maurice appunto. Quando ho deciso di pubblicare Blu ho scelto di farlo rispolverando quel soprannome che non utilizzava più nessuno (spodestato da Mau), ma che al tempo stesso mi faceva pensare a Margherita, la quale la erre moscia non l'ha persa crescendo. Mi sembrava perfetto perché oltre alla mia infanzia mi faceva pensare al padre di Belle, de La Bella e la Bestia (una delle mie fiabe preferite), adoro il suo essere ingenuo e incompreso, un tenerissimo e buffo scienziato pazzo (se te lo stai chiedendo, ogni tanto mi ci sento, sì). La scelta del cognome mi sembrò un giusto compromesso tra il mio vero cognome, i fey (creature fatate), e, Fay D Florite (uno dei personaggi che più amo delle CLAMP).

 



Volevo chiederti della trilogia del Maremoto. Come hai avuto l’idea? Ti sei ispirato a qualcosa in particolare?

La saga della trilogia del Maremoto vortica nella mia testa da tantissimo tempo. Ho sempre voluto scrivere una saga che avesse come protagonisti dei ragazzi gay. Qualcosa di mirabolante e fantasy in cui si potessero immedesimare dei piccoli nerd come me. Volevo scrivere qualcosa a metà tra una fiaba, una grande storia d'amore e un distopico. Un amore contrastato come Romeo e Giulietta, ma più in versione Romeo e Romeo (posso fare battute LGBTQ citando la cultura pop omosessuale?), in versione GayRomeo insomma. Mi sono ispirato alla storia della Sirenetta, uno dei personaggi letterari che amo di più e il mio personaggio cinematografico preferito. Nella storia originale è un emblema di purezza, amore incondizionato, spirito di sacrificio e ingenuità. Disney l'ha resa una ribelle. La figlia più piccola di un potente re del mare che se ne infischia delle regole, fa di tutto per ottenere ciò che vuole e per il suo amore è disposta a cambiare totalmente vita. Al tempo stesso l'ha affiancata ad amici splendidi e ha infilato in mezzo nemici interessanti.

La Trilogia parte dallo stesso presupposto. Un adolescente ribelle, figlio di un re del mare, ma attorno c'è molto di più. Una società complessa e oscura, pericolosa, sotto la patina scintillante della perfezione. I sireneidi perpetrano un'eugenetica e si assicurano la supremazia sul mondo sottomarino con mezzi crudeli, non solo spietati. Furono creati in passato dagli umani e hanno giurato vendetta contro i progenitori (ma non posso svelare altro o rischio lo spoiler). Blu è una storia d'amore struggente, affrontano tanti pericoli e prove dure da superare, ci sono nemici sia in superficie che negli abissi. C'è amicizia, c'è sacrificio e i temi affrontati sono l'emarginazione (Tarax), la follia (Stralla), la gelosia (Trito), la violenza, l'amore malsano (ancora Trito, uno dei “cattivi”, si macchierà di crimini orribili pur di avere Blu tutto per sé. Rappresenta l'amore violento – quanti spoiler vorrei poter fare!!!). Si tratta di un romanzo che va a collocarsi in una cornice più ampia. A partire da Bianco si scoprono dinamiche, segreti e misteri che gravitano attorno a questa realtà distopica in cui il mondo è stato sconvolto dai cambiamenti climatici innescati dall'uomo (altro tema della saga è proprio l'impatto ambientale), ma via via che la saga si sviluppa si scoprono i veri temi di fondo. Il femminismo, l'uguaglianza, il body shaming, la mercificazione del corpo femminile, l'aborto.

I sireneidi hanno dei poteri ereditati dalle varie mutazioni genetiche alle quali sono stati sottoposti nei secoli. Il potere di Blu è quello di generare terremoti con la voce. Questa è una metafora. Il grido di Blu è in grado di sconvolgere il mondo, di scuoterlo, forse di distruggerlo, addirittura (quanti altri spoiler vorrei fare!). Nel corso della saga Blu farà di tutto per ribaltare le situazioni in cui incappa e per cercare di salvare il suo amore, ma presto scoprirà la sua vera missione: utilizzare il suo grido per fermare qualcosa di molto più grande.

Nella storia reale del mondo, da sempre, le donne hanno dato voce alla lotta per i diritti, alla lotta per l'uguaglianza, hanno difeso noi gay come sorelle (Gorgona e Adesa sono un altro omaggio a queste tematiche), e il potere di Blu, a sua volta, è un omaggio a tutto questo. Una voce, un grido di lotta per dei diritti che ancora nel 2020 sono ben lontani dall'essere concreti. Quante donne guadagnano meno degli uomini? A quante donne viene detto di non essere altrettanto brave quanto gli uomini in qualcosa? A quante donne viene detto come disporre del proprio corpo? Quante donne subiscono la violenza di una società maschilista? Quante donne muoiono per amore? Letteralmente. Quante? Quante soffrono in silenzio? Quante sono segregate in vite angoscianti? Quante subiscono body shaming? Slut shaming?

Blu è un omaggio, è la risposta al ruggito di tutte le leonesse che nella storia hanno scelto di combattere per la comunità di cui faccio parte.

Dicono che scriviamo con uno scopo. Il mio, con la saga di Blu, nacque dal cercare di dare un posto a chi aveva bisogno di eroi omosessuali in cui identificarsi e nel corso degli anni è diventato un'affermazione del mio femminismo. Il ruggito di tutte le leonesse che hanno lottato e difeso i miei diritti riecheggia nel ruggito di Blu. Scuoto un mondo fittizio per cercare di scuotere il mondo reale, restituendo il favore, perché se oggi posso baciare per strada il mio compagno lo devo a un reggiseno lanciato contro la polizia e a tanti altri gesti. Se donne come la Cirinnà lottano per me, il minimo che io possa fare è utilizzare la mia arma per restituire il favore e la mia arma è una penna, o meglio, una tastiera.




Mi parli dei personaggi principali? Malakys e Blu? Cosa li rende così uniti vista anche la loro diversità?

Malakys e Blu incarnano perfettamente la figura degli amanti contrastati. Nel corso di tre romanzi gliene capitano veramente di tutti i colori. Rappresentano due mondi in antitesi. La terra e il mare. La superficie e gli abissi. La mente e il cuore. Malakys nell'aspetto è un manzo (uno degli ultimi veri e genuini abitanti della terraferma, più forti e prestanti rispetto agli abitanti delle colonie galleggianti), ma in realtà è un riflessivo. Un intellettuale. Difficilmente si lascia dominare dai propri istinti. Rappresenta la mente. E comunque paga per il proprio aspetto. Potrebbe tranquillamente finire in una delle colonie ricche a studiare, ma quando la sua isola sprofonda, proprio a causa del suo aspetto e della sua forza fisica viene scelto per essere mandato a fare il pescatore in una delle colonie più povere. Blu è il cuore. I sentimenti. Blu è impulsivo, contraddittorio, appassionato, ribelle. Sbaglia costantemente e costantemente impara qualcosa. Conserva una purezza d'animo che non lo abbandona neppure quando si macchia di crimini orribili (niente spoiler). Sono gli opposti, anche nell'aspetto fisico. Malakys è muscoloso e massiccio, abbronzato perfettamente per l'alimentazione sana ricevuta da bambino grazie ai frutti della terra, una rarità ormai nel mondo. Biondo come il grano, solido. Occhi del colore della malachite, da cui prende il nome. Tutto d'un pezzo. Integerrimo (anche lui a volte vacillerà, ma resterà sempre fedele a se stesso), è uno dei personaggi che subirà di meno un'evoluzione psicologica, in quanto è già perfettamente consapevole di se stesso. In Bianco attraverserà momenti molto bui, ma ne uscirà fortificato, nel corpo e nello spirito. In Rosso, questo suo essere tutto d'un pezzo, onesto, leale, gli costerà caro, non vi svelo altro. Diciamo che avrete modo di vedere qualcun altro all'opera, alla resa dei conti, che forse gli insegnerà che ogni tanto bisogna anche essere scorretti per farcela, Dio mio che difficoltà cercare di non spoilerare!!!




Blu è il suo opposto. Elegante, pelle diafana da puro nobile degli abissi, occhi profondi e penetranti, blu come il suo nome, come le squame della sua coda. Lui è tutt'altro che realizzato o consapevole di se stesso. Crede di non avere un potere degli abissi. Non è in grado di padroneggiare la metamorfosi (i sireneidi possono assumere tre forme, sono dei mutaforma insomma, forma sirena, forma umana e forma corazzata, completamente ricoperti di squame), così come non è in grado di padroneggiare i propri sentimenti e le proprie azioni e tutte le volte pagherà care le proprie scelte. Tra tutti i personaggi è quello con l'evoluzione psicologica più evidente, quello che affronterà un percorso più duro rispetto a tutti gli altri personaggi (forse solo il Guaritore può competere e – se avesse avuto più capitoli a disposizione – il Capitano, magari). Blu sembra un passivo. Potrebbe rientrare nel cliché dell'uke, utilizzando il gergo yaoi. Ma nel corso della saga ribalterà totalmente gli schemi, dimostrando di essere il più forte di tutti. La realtà è che potrei parlare per ore di loro, ma credo sia il caso di fermarmi qui e se volete conoscerli meglio, non vi resta che leggerli.

 

Com’è stato lavorare su una trilogia? Che emozioni hai provato?

Diciamo che è stato un percorso di crescita. Stupendo e doloroso al tempo stesso. Ho dovuto compiere scelte che non ho amato, per restare fedele ai personaggi. E ho cambiato le regole per sviluppare di più altri personaggi. Blu è una stupenda storia d'amore contrastato e tormentato, Bianco è un ponte che collega alla vera storia. In Rosso tutti i segreti saranno svelati. Scoprirete la realtà, scoprirete i misteri del passato e ciò che riserva il futuro dei personaggi. Ho pianto tanto scrivendolo. Ho passato notti in bianco scrivendo rosso (scusate il gioco di parole). Ho odiato alcuni capitoli. Ho amato personaggi orribili e ho dovuto fare i conti con tanti demoni interiori e Blu è sempre stato lì a tenermi la mano. Dalla pubblicazione di Bianco rispetto a Rosso sono passati quattro anni. Sono tanti. Molti lettori mi hanno odiato. Io stesso l'ho fatto. Gelosamente non ce la facevo a lasciar andare Blu e tutti gli altri personaggi, ma poi la pandemia e il lockdown mi hanno messo con le spalle al muro. Non potevo più fare finta di niente. Era giusto che la Trilogia finisse. Ma parlando di emozioni, ciò che più di tutto ho provato è l'amore. L'amore in tutte le sue forme. Sono un inguaribile romantico, ma la saga non parla solo di amore sentimentale o sessuale. Parla dell'amore per gli amici, per la famiglia, per la famiglia che scegliamo: gli amici, ancora una volta. Della libertà di amare e di amarsi. Quindi sì, ho pianto tanto, ma anche di gioia, oltre che di commozione. E mi sono innamorato perdutamente di uno dei personaggi. Uno dei cattivi, di cui ho amato scrivere dall'inizio alla fine: il Capitano. Titanos. E tanti altri se ne sono innamorati e questo mi fa piacere, perché se riesci a far innamorare di un cattivo, vuol dire che hai fatto centro, non credi? Be' io almeno, lo spero.

 


Di cosa tratta “Intero” la tua ultima uscita autoconclusiva?

Intero è il mio uscire dalla mia comfort zone. Il mio primo contemporaneo senza elementi fantasy o svolte paranormal. Diciamo che per me uscire dall'ambito fantasy è complesso, perché come avrai capito mi piace affrontare temi scomodi, profondi, orrendi a volte. La saga della Trilogia è costellata di momenti inquietanti e spaccati oscuri sul mondo. La saga dell'Ultimo Dragar è più leggera ma nasconde messaggi altrettanto importanti. Farlo in chiave fantasy per me è più semplice, per quanto in realtà sia più difficile. Il fantasy viene sempre considerato di serie B, così come il romance. Viene considerato frivolo, poco verosimile, poco convincente. Per me è una metafora. Si può parlare di cose reali, anche spaventose, nella chiave scintillante del fantasioso, mitigandolo, ma lasciando comunque al lettore la possibilità di porsi domande e scavare più a fondo. Il contemporaneo non potendosi nascondere dietro al fantastico, alla metafora, sbatte in faccia la realtà in maniera cruda. Intero è questo. Un romanzo di formazione, sull'accettazione, sugli stereotipi, sul maschilismo e sull'omofobia interiorizzata che dilagano, purtroppo, anche nel mondo gay. E non fa sconti a nessuno, basti pensare che il protagonista è un ragazzo che ha perso entrambe le gambe. Bellissimo, perfetto, di successo, ricco (seppur tormentato dal proprio non accettarsi), che si ritrova privato di tutto. Qualcosa di incompleto e spezzato, che grazie all'amore capirà come andare avanti e come accettarsi. Certo, avrà l'aiuto di un coprotagonista sensazionale (almeno per me, sono innamorato di lui). Diego è il prototipo del fidanzato ideale per me. Ma a complicare tutto per loro c'è l'omofobia interiorizzata che li accomuna e li divide al tempo stesso, celando all'uno la natura dell'altro. Amici d'infanzia che dopo l'incidente di Louis si ritroveranno ad avvicinarsi sempre più, al punto che tutti i castelli di bugie dietro ai quali si nascondono saranno spazzati via da una tempesta in arrivo sulla loro città, la mia Roma.

 

Sembra bellissimo, complimenti! Cosa non deve mai mancare in un romanzo per te e, di conseguenza, cosa non manca mai in uno dei tuoi scritti?

Due elementi fondamentali. L'amore e le tematiche sociali. L'amore perché sono un inguaribile romantico e le tematiche sociali perché la nostra voce deve comunicare qualcosa a chi ha bisogno di sentirlo. La letteratura è un rifugio. Per me lo è stata. Ho avuto un'infanzia difficile. Mia madre con problemi mentali, io ero obeso (vi immaginate l'adolescenza di un obeso?), a casa problemi economici, il tutto condito da un'omosessualità latente che ho scoperto e liberato solo da adulto, insomma, un mix letale. I libri mi hanno salvato. I libri e gli amici. Mi hanno dato un rifugio. Per questo scrivo, per dare un rifugio a chiunque abbia bisogno di una storia in cui evadere.

 


Hai un genere che proprio non scriveresti? La tua comfort zone, invece?

La mia comfort zone come avrete capito è il fantasy. Mi piace nascondere dietro a immagini allegoriche e fantastiche, a metafore fantasy, tematiche forti. Per il resto diciamo che è la fiction. In effetti, ripensandoci la mia tesi di laurea è stata sulla fiction e sulla scrittura creativa, evidentemente è sempre stato tutto collegato – ridacchio tra me – scherzi a parte, dunque, un genere che non scriverei: probabilmente horror. Amo l'horror, intendiamoci, ma cozzerebbe troppo con l'altro mio caposaldo, l'amore, il romance. E non potrei nascondermi troppo nelle metafore.

 

Hai dei retroscena da svelarci che nessuno conosce riguardo i tuoi scritti?

Un'infinità in realtà. Come faccio a scegliere cosa menzionare? Forse è meglio lasciare un alone di mistero. No dai scherzo, ho paura di risultare ancora più prolisso. Farò una super selezione dicendo che le mie saghe fantasy sono tutte collegate, anche se ambientate in realtà alternative o universi incompatibili. L'esempio più lampante è Ricordo, il gatto di Malakys. I gatti si sa, hanno almeno sette vite (in altre parti del mondo nove). Una delle vite precedenti di Ricordo è incarnata nel gatto di Tributo di Dolore della saga dell'Ultimo Dragar. Per il resto, Malakys comparirà in un'altra mia saga in modo del tutto inaspettato, mentre Alistair potrebbe essere praticamente ovunque, anche lì di fianco a te. Inquietante, vero?

Dai scherzo, per il momento è intrappolato nel finale di Arte Trascendente, la saga sui balzi temporali, i difetti e le bugie di tutti i protagonisti de l'Ultimo Dragar, che dovrei pubblicare prossimamente.

 

Stai lavorando a qualche progetto futuro?

Diciamo che in parte ho risposto già alla tua domanda. Dunque, per contestualizzare potrei aggiungere che nella mia cartella “LibriMau” già citata c'è un'altra dozzina di romanzi in attesa di essere calcolati, con personaggi che mi guardano sospettosamente e con acredine perché non li calcolo. Per il momento voglio concentrarmi per portare a termine la saga di Radan. Nel frattempo sto lavorando a un altro contemporaneo e a un altro romanzo, uno storico, entrambi MM.

 

Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina autore Social o del Blog. Ovviamente dimmi anche dove possono essere acquistati i tuoi scritti. Grazie ancora.

Grazie a te per avermi accolto, è stato un vero piacere. Ti lascio i link della mia pagina autore di Amazon, la mia pagina Facebook e Instagram.

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ESTRATTO da Blu:

 

E ripensava a quella volta in cui Blu, durante una delle loro corse notturne nel labirinto di coralli alogeni, gli aveva impartito una delle lezioni più grandi.

Immenso, maestoso, piccolo Blu…

«Che fai Trito, lasciala, così la ucciderai», gli aveva detto quella notte.

«Dai, sbrighiamoci a rientrare piuttosto. Voglio solo portarla nella tua grotta. Ti piace così tanto! Così tutte le volte che la guarderai penserai a me», aveva risposto allora lui, tenendo la piccola medusa stretta fra le mani.

Quella piccolina si dimenava coi suoi tentacoli, stretta nelle sue mani, cercando di urticalo, ma grazie ai suoi poteri, Trito non sentiva nulla.

«Fermati!» Aveva ripetuto Blu, determinato e così aveva smesso di nuotare e si era girato a guardarlo. Quello sguardo blu cobalto…

«È bellissima, e tenera, e mi piace un mondo: ma non voglio che muoia a causa mia. Che senso avrebbe rischiare di ucciderla per possederla? Lasciamola qui e tutte le volte che vorrò giocarci torneremo nel labirinto insieme», gli disse aprendogli le mani e liberando quella piccola creaturina luminosa, che si scosse in un baluginare di bagliori variopinti e iniziò a fluttuare via…

«Dai, l'hai fatta scappare», aveva protestato lui, ma Blu l'aveva preso per mano e avevano ricominciato a nuotare e a rincorrersi come due delfini nel labirinto di coralli.

Quella notte fecero l'amore per la prima volta, ma non era la prima volta per nessuno dei due e per Trito fu l'emozione più bella della sua vita e poco dopo si addormentò ripensando alla scena della medusa.

“Che sciocco, tenero ingenuo”, aveva pensato addormentandosi, trovandolo irresistibile.

 

Avrebbe compreso tanto tempo dopo la vastissima entità di quella lezione e l'avrebbe imparata.

Scoprendo quanto è facile guarire se solo si impara a lasciar andare.

 

Estratto di Intero, su Diego:

 

Diego era il prototipo del ragazzo ideale, mischiato a quella parvenza di migliore amico etero che affascina un po' tutti i gay, nel corpo bollente di un maschio alfa dominatore, ma il carattere dolce di un cucciolone sottomesso.

Una sorta di bomba di feromoni, attenzioni, e sorrisi dolci, ricoperta di battute, atteggiamenti premurosi e un sorriso da seduttore. Questa era la cosa peggiore, perché era tanto bello e non sapeva di esserlo, tanto sexy e al contempo insicuro, tanto mascolino ma sensibile… E se mai avesse voluto immaginare un fidanzato al proprio fianco, quel qualcuno era proprio qualcuno molto simile a Diego. Un macho, col carattere di un micio. Beh, uno di quelli carini e coccolosi, non uno di quei gatti psycho come Zio Fatto, il gatto che avevano Diego e i suoi fratelli da bambini, con un occhio solo e perennemente infuriato, il quale alla fine era scappato per sempre dal terzo piano per inseguire una gattina in calore.


 

 

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