Un pomeriggio con Guido Mura



Salve a tutti e buon venerdì.
 Come al solito, oggi vi propongo l'intervista con autore e abbiamo con noi Guido Mura, scrittore di 
"Il bacio della maschera bianca", pubblicato da Amande, collana Nuove Luci. 

Trama: 

Una raccolta di racconti dal respiro antico e magico, profusi di quel verseggiare ormai perduto, tra vocaboli riesumati dalla tomba e iniezioni di un nuovo verismo.


Piacere di conoscerti e benvenuto tra noi, ne sono felice. Per favore, per chi non ti conosce, dimmi chi sei e cosa fai nella vita.

E' più facile raccontare cosa non ho fatto. Non ho fatto il palombaro e il paracadutista. In realtà ho lavorato tanto, in molti campi diversi. Ho fatto il cantante, il tastierista e compositore da ragazzo, ai tempi del beat. Dopo l'università ho insegnato italiano in Facoltà di lettere e filosofia a Cagliari. Poi ho vinto un concorso nelle biblioteche e ho lavorato come bibliotecario a Cagliari, Genova e Milano, presso la Biblioteca Nazionale Braidense. Qui ho inventato un paio di progetti per la biblioteca digitale e ho fatto grafica e informatica. Ho anche insegnato informatica nei corsi del Ministero per i beni culturali. Nel frattempo ho scritto articoli tecnici, di storia della letteratura e della cultura e ho collaborato con diverse case editrici. Arrivato quasi all'età della pensione, ho sentito il bisogno di raccontare le storie che nascevano nella mia mente, storie che qualche volta sognavo, a puntate. Adesso quelle storie ho cominciato a pubblicarle, anche per evitare che scompaiano con me, come sto pubblicando la musica che ho continuato a produrre, a livello amatoriale.


Caspita! Quindi ti sei avvicinato alla scrittura solo ora, oppure anche da piccolo scrivevi?

Scrivevo anche allora. Il mio primo articoletto è stato pubblicato nel Corriere dei piccoli. Poi ho cominciato a scrivere poesie e i testi delle canzoni che suonavamo in pubblico. Poi l'attività musicare è andata diminuendo. Ricordo che a Cagliari, con un gruppo (c'erano anche i miei cugini e le ragazze della scuola infermiere) andavamo a cantare per le vecchiette dell'ospizio. I miei tentativi di produrre narrativa, invece, non mi sembravano soddisfacenti. Ero convinto di non essere capace di scrivere un romanzo, né un racconto presentabile. poi ho imparato e adesso di romanzi e racconti ne ho già scritti un bel po'.


Mi fa piacere, è sempre bello scoprire nuove storie di vita. Dimmi, chi scrive di solito legge. Ami la lettura? Se sì, qual è il tuo genere preferito? Sia da scrivere che da leggere.

Sono nato in una famiglia che considerava la lettura un piacere. Mia nonna aveva una biblioteca di qualche migliaio di volumi. Io ho sempre letto tantissimo, senza problemi e senza censure. Leggevo Candido di Voltaire, ma anche le Memorie di Casanova, Verga, ma anche Salgari e Jules Verne. Ero affascinato dalle storie avventurose e fantastiche che erano pubblicate nel Romanzo mensile, di autori come Jean de La Hire, Gastone Leroux, Max Pemberton. Più tardi ho letto autori come Bontempelli, Papini, Poe, Landolfi. Insomma mi è rimasta una grande passione per il realismo (Flaubert, Maupassant, Tolstoj), mescolato però all'amore per il fantastico (Hoffman, Poe, Lovecraft). Per questo in quello che scrivo c'è una forte componente realistica. I dialoghi spesso sono trascritti dal vero, da conversazioni reali; i luoghi descritti sono raccontati prendendo spunto dalle mie esperienze di viaggio. Però considero anche il sogno come parte integrante della realtà. Lo pensavano anche autori come Mauppassant, Dostoevskij, Capuana, henry james, che pure essendo fondamentalmente ancorati al realismo, hanno scritto anche stupendi racconti fantastici o con forte componetene onirica.


Molto bello. Parliamo del tuo libro, mi hai detto e so che non è il primo, ma che emozioni ti ha trasmesso pubblicare "Il bacio della maschera bianca"?




Sono molto legato a questa storia. Come in tutte le miei narrazioni c'è sempre dentro qualcosa della mia vita. Nel romanzo è presente un quadro, che è lo stesso che mi terrorizzava quand'ero bambino, quando si andava in campagna con mia nonna, che si faceva portare in carrozzina, perché non sopportava l'odore della benzina. Era un'oleografia che rappresentava una scena del carnevale di Venezia. Da questo spunto è nata la storia, che ho riscritto varie volte, fino a ottenere una versione pubblicabile. La storia di Marco, inoltre, riprende varie esperienze di un mio bisnonno. Anche gli altri tre racconti sono nati da esperienze reali. Il secondo racconto di un viaggio in treno con scene prese dal vero, dei tempi in cui facevo il pendolare tra Milano e Genova. Il terzo, La morte liquida, parla del suicidio di un mio amico, sulla cui morte ho fantasticato, immaginando una realtà molto diversa da quella ufficiale. L'ultimo racconto, Il bugnone (cioè foruncolo), si ispira ai testi scientifici ed epistolari scritti nell'Ottocento, che ho avuto occasione di consultare negli archivi. 


Mi spiace molto per il tuo amico, deve essere stato davvero brutto. Inerente al tuo libro avevo alcune domande da porti. Parto dalla prima. Il primo racconto ha un messaggio ben preciso, infatti parla di un uomo che seduce e abbandona delle donne, ma che poi dovrà guardarsi le spalle da questa famigerata maschera bianca che è presente su un suo quadro. Ti chiedo, come mai hai deciso di parlare proprio di questo argomento? 

In realtà sono stato sempre affascinato dall'universo femminile e dalla tragica condizione della donna nei secoli in passato. In un paio di racconti, ancora non pubblicati, le figure femminili risultano forti e dominanti. Nella maschera bianca ho immaginato una presenza soprannaturale che dalla notte dei tempi si assume il compito di vendicare le donne oppresse o addirittura uccide dall'egoismo maschile. La storia di Raffaele ed Elisabetta, inserita nel romanzo, è un vero e proprio giallo, che la Maschera bianca risolve a modo suo. Certo sarebbe bello se una Maschera bianca apparisse ogni tanto anche ai nostri giorni, per tormentare gli uomini che sfogano i loro istinti violenti sulle compagne.


Mi trovi pienamente d'accordo e a proposito di donne. Cosa ci dobbiamo aspettare dalla donna misteriosa del secondo racconto?

Il secondo racconto è più complesso e problematico: rappresenta una realtà inconoscibile, di cui possiamo solo immaginare i contenuti. Il mistero non è risolto, perché non si può andare oltre alla conoscenza. Nei miei libri c'è sempre una componente esoterica, si cerca di raccontare una verità irraggiungibile. Ho letto di recente Doppio sogno, uno stupendo lungo racconto di Arthur Schnitzler,che mi sembra molto vicino alle mie posizioni. Forse la donna misteriosa fa parte di una setta, forse anche lei è una vittima. Capita di entrare in una setta e di doverne condivider scopi e rituali. Ho conosciuto persone che sono entrate in contatto con quel mondo e devo confessare che mi spaventa. Ho letto tanti libri su quella che viene definita scienza tradizionale, ne conosco il pensiero fondamentale e penso che forse gran parte della nostra storia dovrebbe essere riscritta, se veramente potessimo accedere a certe verità. A me non rimane che porre qualche dubbio, avvisare i lettori che non bisogna mai essere troppo certi di niente. In fondo le storie come Rosemary's baby, sono piuttosto frequenti. Se ne è sempre parlato. Anche il Faust di Goethe aveva alla base un patto con le forse oscure dell'universo.


Certo che passi da temi profondi ad altri ed è proprio per questo che ti chiedo: nell'ultimo racconto si parla di cannibalismo, mi spieghi come mai?

Perché l'oscurità che è in noi ci spinge a compiere le azioni più esecrabili, ci invita a tornare a culture primitive, in cui il cannibalismo era tollerato. Addirittura nel medioevo si pensava che si dovesse mangiare il cuore del nemico per acquistarne il coraggio. Basta leggere il Compianto in morte di ser Blacatz per avere una testimonianza di questa credenza. Quando la malattia pervade il corpo e la ragione vacilla, può capitare che rinascono istinti primordiali. Il tema del cannibalismo è uno degli elementi caratteristici dei racconti horror, ma ha profonde basi antropologiche. Non è solo inserito per atterrire il lettore. L'uomo è anche questo: omicida, cannibale, violento, ingannatore, egoista. Purtroppo siamo fatti così e questo forse non è il migliore dei mondi possibili. 


Purtroppo no. Dimmi è stato difficile ambientare e descrivere grandi città come Venezia e Milano? 

No, perché sono città che conosco molto bene. A Milano vivo ormai dai tempi in cui cantavano Gaber e Jannacci e cui c'era una nebbia terribile e affascinante. Ho fatto delle foto in quegli anni, in cui praticamente si vedono solo le luci delle auto. E' una delle città della mia vita, come Alghero, Cagliari, Roma, Genova, Trieste, per l'italia. Poi ce ne sono altre, in altre parti d'Europa. 


Conosci molto bene la nostra patria allora, mi fa piacere. Hai qualche curiosità inerente al racconto? Che non troveremo nel libro?




In un libro si può inserire solo una piccola parte delle storie e delle sensazioni che si vorrebbero riprodurre. Certamente mancano tanti aspetti delle storie avventurose dei miei antenati, che in qualche misura si riassumono nella figura di Marco. Il racconto è espressione di un'inquietudine che è stata sempre presente nella mia famiglia e che talvolta ritrovo anche in me. Per questo ho cambiato spesso città e abitudini, per questo ho fatto decine di lavori diversi, ho fatto tante esperienze, culturali e di vita. La cosa strana è che scopro sempre a posteriori, nelle cose che scrivo, riferimenti a miti esistenti, di cui non conoscevo l'esistenza. Mi è successo con le tradizioni precristiane di Minerbe, per esempio, ma mi era già capitato in alcuni episodi di Jorg, come nella storia della driade, che si rifaceva a un'antica tradizione celtica, o in quella dei vampiri dei boschi della Boemia. Sembra quasi che il processo creativo nasca da conoscenze preesistenti e che qualcosa, stranamente, riconduca alla luce cose che esistevano solo nell'inconscio.


Cosa curiosa. Bene, penultima domanda, poi ti lascio libero. Progetti futuri?

Tanti. Ho sempre troppi progetti e so che non farò in tempo a condurli a termine. Forse un secondo volume di racconti, di ambientazione più moderna, ma sempre nello spirito del realismo magico. Poi gli altri racconti, quelli in cui il realismo prevale. Ne ho pubblicati solo due in un paio di antologie, ma tanti altri rimangono ancora senza un editore. Un romanzo che si svolge in gran parte in Argentina, e che è già a buon punto. La storia è un po' forte, ma merita di essere raccontata. un altra storia in parte già scritta è una specie di giallo, che si svolge in una zona di confine tra la Lombardia e l'Emilia. Poi ancora la storia, in parte autobiografica, degli ultimi anni di vita di una donna, colpita da un ictus e trasportata dal figlio in una nuova casa. Quasi un diario, ricco di spunti, di strani dialoghi al limite dell'assurdo, di allucinazioni. Mi piacerebbe anche raccogliere le mie poesie migliori, almeno quelle degli ultimi anni, e infine la mia musica, quella che non ho avuto il coraggio di proporre in maniera professionale. Spesso quasi colonne sonore di film mai realizzati.


Spero che tutto questo possa realizzarsi. nel frattempo ti faccio un grosso in bocca al lupo per il libro. Ti ringrazio per essere stato qui. E' stato un onore e un piacere. E come ultima cosa ti chiedo: dove è possibile acquistare il tuo libro? A che prezzo? E se puoi lasciaci la tua pagina autore. A preso e grazie ancora!

Sono io a doverti ringraziare. In questi tempo in cui si scrive e si pubblica più di quanto il mercato possa sostenere, è difficile trovare qualcuno che s'interessi alla tua produzione. Per ora, per colpa del Covid, è difficile portare direttamente i libri al lettore in libreria, tramite firmacopie o prestazioni, come ho fatto per i libri precedenti. Qualche copia dei volumi degli anni scorsi dovrebbe essere presente in varie librerie della Lombardia. Il nuovo libro può essere però richiesto su IBS, oltre che all'editore Edizioni Amande. Qualche copia è già presso la libreria Linea di confine di Baggio. Il libro costa 9,90 euro, ma su IBS si trova al prezzo ridotto di 9,40 euro.

Ti lascio infine il mio  Sito web - Guido Mura
Ho anche varie pagine facebook, quella del libro è questa Facebook - Il bacio della maschera bianca
Poi ho anche un canale yotube e tanti altri punti di riferimento, ma è meglio non esagerare. 😀


Estratto:

Era appena entrato nella stanza in penombra, quando si sentì chiamare da una voce femminile che proveniva dal corridoio. «Marco» disse la prima volta la voce, che aveva un suono metallico e stranamente familiare; «Marco» ripeté la seconda volta «sono tornata!» Dalla strada lontana giungeva una musica, le note allegre ma torbide del Carnevale di Venezia. L’uomo ritornò nel corridoio e vide una figura seminascosta da una fioriera e dai rami della pianta che recava in cima. Si spostò di lato, un po’ più a sinistra, e scorse chiaramente una persona col volto bianco come una maschera di porcellana, vestita come una dama del Settecento. Non ebbe nemmeno il tempo di stupirsi, né di chiedersi chi fosse quella strana signora, che questa avanzò velocemente verso di lui e lo ghermì con le sue mani inguantate. 







Commenti

Post più popolari