"E' stato un colpo di fulmine" capitoli 24, 25 e 26

 

Capitolo 24 – Daniel

Era incredibile come se nonostante si fosse bloccato quella sera con Sergej, non averlo più accanto gli procurava una sorta di malessere. 

 Averlo chiamato lo rendeva solo più nervoso e di conseguenza più freddo, specialmente poi quando aveva sentito che non sarebbe andato da lui. 

"Sto sbagliando qualcosa" ammise, ma in tutta onestà non aveva idea di cosa fare. Se si parlava di lavoro, allora lì, aveva tutta la situazione sotto controllo, ma adesso come doveva comportarsi? "Dovrei davvero lasciarmi andare?" scosse il capo e alzò la testa dai documenti che stava revisionando.

Più ci pensava e più il suo cervello sembrava andare in crisi. Un leggero bussare lo distrasse e, prendendo un grosso respiro, si mise dritto per accogliere la sua segretaria. 

"I rapporti di oggi" posò i documenti e, invece di andarsene, restò ferma a guardarlo.

"Hai altro da dirmi?" chiese Daniel.

"In realtà..." si morse il labbro inferiore, visibilmente imbarazzata "Si sente bene?"

"Cosa?" chiese il capo non capendo.

"E' tutta la mattina che è distratto, per di più, non ha un buon colorito"

Daniel si rassegnò e si appoggiò completamente alla sedia, sentendosi sconfitto chiese: "Si nota così tanto?"

La segreteria, che molto probabilmente non si aspettava una simile risposta ne fu sorpresa "Sì, posso aiutarla?"

Daniel la guardò e si grattò la fronte "Credo di aver commesso un errore, ma non so..." prese tempo, era difficile da ammettere "Né come rimediare, né come fare perché non avvenga più"

La donna fece un mezzo ghigno e poi azzardò "Un errore in... amore?" misurava le parole, era pur sempre il suo capo. Daniel non rispose, confermando allora l'idea che si era fatta "Perché non ne parla con l'altra persona, magari al prossimo appuntamento potrete..."

"Appuntamento?" Daniel la interruppe corrugando la fronte, preoccupato.

"Non..." la donna deglutì "non avete mai avuto un appuntamento?"

Daniel si sentì completamente in imbarazzo, quindi si raddrizzò di nuovo e la guardò con la solita freddezza "Bene, può andare!"

"Ma..." provò a dire l'altra, ma l'uomo ritornò sui suoi documenti "cominci allora da lì" azzardò la ragazza prima di svignarsela, una volta da sola fuori si lasciò andare ad una leggera risata. 

Di nuovo solo, Daniel guardò la porta e posò i fogli "Un appuntamento..."

 

Daniel aveva passato tutto il pomeriggio a cercare cose da fare ad un appuntamento. In tutta onestà Sergej e Daniel avevano già trascorso dei momenti insieme, ma nessuno dei due aveva mai affermato che fosse un appuntamento, né erano realmente usciti. 

Sarà la cosa giusta? Si chiese andando agli studi, oggi avrebbe rivisto il ragazzo per il servizio fotografico e aveva intenzione di invitarlo, questa volta non a casa sua.

"Salve" salutò il fotografo e gli assistenti, si preparò e poi una volta pronto andò sul set, due minuti dopo Sergej fece la sua comparsa. Il primo pensiero che Daniel ebbe fu di quando fosse bello il ragazzo. Solitamente l'attore vestiva sportivo, ma per le foto gli avevano dato un completo più classico e acconciato i capelli ordinatamente, sembrava diverso ma altrettanto attraente.

"Prego, mettetevi uno di fronte all'altro e guardatevi negli occhi. Iniziamo da qualcosa di semplice" Daniel obbedì, infilò le mani nelle tasche e guardò il volto dell'altro. Sembrava arrabbiato. 

"Ciao" sussurrò, ma non rispose. Daniel allora restò in silenzio, osservando quelle perle grigie. Avrebbe guardato i suoi occhi all'infinito.

"Bene, per favore avvicinatevi e poggiate ognuno le mani sui fianchi dell'altro" Daniel e Sergej fecero come detto e si trovarono vicinissimi. Il capo sentiva il cuore battere più forte, istintivamente dopo un paio di scatti poggiò la fronte al ragazzo, lo avrebbe baciato lì ma si trattenne. 

"Perfetti!" esclamò contento il fotografo "Restate così, Sergej guardalo negli occhi."

Il ragazzo obbedì, anche se non sembrava contento "Non farlo" gli sussurrò pochi istanti dopo.

"Cosa?" 

"Mi guardi come se ci tenessi davvero" bisbigliò, Daniel avrebbe voluto rispondere che forse era realmente così ma ancora una volta si bloccò.

"Bene, per favore sedetevi lì" Daniel prese posto sui dei cubi colorati "Sergej siediti a cavalcioni su di lui e accarezzagli il viso."

Deglutendo e visibilmente imbarazzato il ragazzo annuì, Daniel allora gli prese la mano e lo condusse a sé "Andiamo ad un appuntamento" gli disse velocemente, portandosi la mano del ragazzo sul viso. Il suo tocco era così delicato che avrebbe voluto chiudere gli occhi e assaporare per bene quel momento. 

"Ti sei schiarito le idee?" chiese Sergej, stando attento a non farsi sentire.

Daniel lo guardò e gli prese il mento tra le mani "Vorrei farlo" devo solo riuscire a fidarmi di più e esternare le mie emozioni...

"Bravissimi" disse il fotografo facendo tremare entrambi che nel frattempo si erano quasi dimenticati di essere al lavoro.

"Non voglio soffrire" ammise alla fine sinceramente l'attore. Daniel poggiò le mani sulle natiche del ragazzo e lo spinse di più contro il suo corpo.

"Sembrate davvero una coppia!" esclamò contento l'uomo che, euforico, scattava foto come se non ci fosse un domani. Si avvicinò per riprendere bene i loro volti e quando andò a controllare le luci, Daniel portò le mani sui fianchi di Sergej. Nonostante fossero passati solo due giorni, gli era mancato.

"Non voglio farti soffrire…" gli sussurrò il capo.

"Per favore Sergej girati, siediti sulle sue gambe. Daniel stringilo da dietro" lo interruppe.

Il ragazzo eseguì l'ordine, Daniel lo strinse forte a sé e appoggiò la testa sulle sua spalla, dopo un paio di scatti il fotografo ricontrollò il lavoro. Allora il capo continuò "Puoi insegnarmi come fare?" chiese al più giovane. 

Sergej tremò per poi girarsi a guardarlo, fece per dire qualcosa ma il fotografo, nuovamente, li interruppe "Bravissimi, fermi!" scattò "Adesso sorridete".

Solo quando furono nuovamente soli Sergej rispose "Dovrai essere sincero con me, solo così potrò capirti e..."

"Ancora una posa e poi facciamo quelle singole!" i ragazzi obbedirono e si ritrovarono a guardarsi da lontano, non riuscendo più a parlare.

Due ore dopo, a lavoro concluso, Daniel andò da Sergej e lo portò lontano da occhi indiscreti. 

"Passo a prenderti stasera" gli disse.

"Non ho finito," rispose Sergej "dopo quello che è successo non riesco a fidarmi completamente di te." distolse lo sguardo da Daniel “Non è stato semplice per me... un'altra mossa sbagliata e poi non mi vedrai più. Mi hai chiesto d'insegnarti, ma dovresti prima essere sincero con te stesso, come ho fatto io"

"Che intendi?" Daniel sembrava completamente confuso e perso.

Sergej sospirò "Questa domanda è il motivo del perché io non volessi lasciami andare con te!" rispose stizzito "Ci vediamo stasera" e lo lasciò solo.

Daniel guardò il ragazzo andar via e si appoggiò con le spalle al muro. Per la verità l'uomo sapeva esattamente che voleva Sergej nella sua vita, ma aveva semplicemente paura e questo lo portava ad essere freddo e distaccato, a sbagliare. Tutto quello che scivolava dal suo controllo lo terrorizzava.

Lo squillo del cellulare lo riportò con la mente al presente, lo prese, ma appena lesse il nome al di sopra sbiancò. Cosa voleva sua madre dopo dieci anni in cui non si erano visti? Decise di non rispondere e di andare a casa, adesso non voleva rovinare nulla, l'uscita con Sergej era più importante.

 

Capitolo 25 – Sergej



Cosa doveva aspettarsi da quell'appuntamento? Appuntamento… gli sembrava ancora strano che Daniel lo avesse invitato, non riusciva a capirlo. Un momento prima era amorevole, quello dopo invece era freddo come il ghiaccio.

Con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni sportivi neri aspettò sul marciapiede fuori casa, gli aveva solo detto l'ora in cui sarebbe passato a prenderlo, non sapeva cosa avrebbero fatto né dove sarebbero andati.

Dopo neanche dieci minuti un elegante Bentley bianca apparve alla sua vista, si fermò dinanzi a lui e poi il finestrino si abbassò. Sergej restò a bocca aperta per la bellezza, non solo per gli interni in pelle e radica, ma anche per l'uomo al volante.

Daniel aveva rinunciato all'autista ed era lui stesso alla guida. Questa volta però, invece del solito completo, aveva un semplice maglioncino verde acqua al di sopra di una camicia bianca e dei pantaloni neri. Era molto più semplice e genuino di come era abituato a vederlo, persino i capelli erano diversi, lasciati liberi dal gel e spettinati sulla fronte. 

"Salta su" gli disse e Sergej non se lo fece ripetere due volte. 

Seduto su quel bellissimo sedile si sentì a disagio, era già stato con Daniel in un'altra auto altrettanto costosa, ma questa volta gli sembrò diverso "Dovevi avvertirmi, mi sarei vestito diversamente" sospirò, sentendosi fuori luogo.

"Perché mai?" Chiese l'altro stupito, distolse un attimo la vista dalla strada per guardarlo "Ti trovo perfetto".

Sentendo quelle parole il ragazzo non poté fare a meno di sorridere e restarne sorpreso "Anche tu..." sussurrò imbarazzato "stai molto bene" concluse, senza però riuscire a guardarlo. Sembrava che, nonostante si conoscessero da molto, quello fosse per loro davvero il primo incontro.

"Dove stiamo andando?" chiese Sergej, curioso.

Daniel, concentrato nella guida, si lascò sfuggire un mezzo sorriso "pensavo di fare un appuntamento classico e partire dalle basi"

Anche Sergej sorrise, contento. "Le basi... pensavo le avessimo superate"

Il capo non rispose, ma dopo dieci minuti si ritrovarono fermi dinanzi ad un cinema. "Un film? Vuoi davvero vedere un film?" chiese sorpreso "Non credevo ti piacessero"

Daniel sbuffò "Scopriamolo insieme, in tutta onestà non mi concedo una serata libera da un po'"

L'attore ricordò il giorno in cui si sentì male "Lavori troppo!"

"Ne è valsa la pena, ho conosciuto te" rispose guardandolo negli occhi "Andiamo?"

Neanche il tempo di rispondere di sì che un uomo venne a ritirare l'auto per spostarla e metterla nel parcheggio, entrambi gli uomini si diressero quindi all'entrata e di nuovo Sergej restò senza parole "Non c'è nessuno?"

Alla sua domanda rispose una signorina, vestita di tutto punto, che li invitava al bancone per scegliere sia il film, che i popcorn e le bibite. "La sala è solo per voi, come richiesto".

Sergej sgranò gli occhi "Non ti sembra un po' troppo?" chiese a Daniel "Hai soldi da sprecare?"

L'uomo lo guardò in volto, restando serio "Se è per farti felice, lo faccio volentieri. Non mi pesa"

Il ragazzo avrebbe voluto colpirlo, com'era possibile passare dall'essere così smielati al freddo totale? Non riusciva a spiegarselo, per di più teneva davvero a quell'appuntamento da prenotare un intera sala? Era davvero Daniel?

Dopo quel simpatico scambio di battute, Sergej disse a se stesso di rilassarsi e godersi il momento, dopotutto era il suo primo appuntamento con lui, perché rovinarlo?

Scelsero di comune accordo un film romantico e dopo aver preso pop corn e coca cola, entrambi andarono nella sala prestabilita. 

"Questa sera mi sorprendo facilmente" borbottò il più giovane restando di nuovo senza parole, infatti invece delle sedie c'erano dei veri e proprio letti, con tanto di cuscini, coperte e comodini. Senza avere altra scelta, Daniel lo condusse in un letto al centro della sala e presero posto. Tempo qualche minuto le luci furono spente e il film iniziò, stranamente però nessuno dei due aprì bocca. 

Daniel si appoggiò ai cuscini mettendosi comodo, mentre Sergej, per i primi dieci minuti, sgranocchiò i popcorn. Mi sento così in imbarazzo, dovrei sdraiarmi… 

Appena finì di mangiare, fece per appoggiarsi al lato opposto del letto ma Daniel lo trascinò a sé in un abbraccio. "Puoi metterti qui" e si colpì il petto. Il ragazzo, imbambolato, obbedì e gli si mise di fianco. Intrecciò le gambe con le sue e appoggiò il capo proprio sul suo cuore. Pian pian l'imbarazzo lasciò il posto alla serenità e si ritrovò a pensare che non gli sarebbe affatto dispiaciuto passare in quel modo tutte le sere. Daniel aveva un buon odore e anche il battito del suo cuore sembrava un dolce sottofondo al film.

Il capo, meno imbarazzato del ragazzo, iniziò ad accarezzarlo dolcemente, giocherellando con i capelli e sfiorandogli il collo di tanto in tanto. Il film, nel frattempo, proseguiva ma Sergej faticò a restare concentrato, sentendo la vicinanza e il calore del corpo dell'altro. 

Quando finì si rese conto di non ricordare davvero tutte le scene, ma non gli importava sarebbe rimasto in quella posizione anche tutta la notte.

"Ti è piaciuto?" chiese, alzando il capo per guardare Daniel, ma per sua sorpresa lo trovò appisolato. Sorrise e gli accarezzò la guancia "Devi essere molto stanco…"

"Sì" sussurrò il capo riaprendo gli occhi. 

"Vorresti tornare a casa?"  invece di rispondere l'uomo gli prese il mento e lo avvicinò per un bacio. 

"Assolutamente no!" rispose risoluto guardandolo negli occhi, non sapeva perché ma Sergej ci vide un velo di tristezza, avrebbe voluto chiedergli qualcosa in più, ma le luci del cinema si accesero non lasciando altra scelta ai ragazzi se non alzarsi. 

"Andiamo, la serata è ancora lunga!" Daniel gli prese la mano e Sergej la strinse con dolcezza, non si era mai sentito così a nessuno dei suoi appuntamenti precedenti. Quello che aveva detto all'uomo era ancora esatto, non si fidava, eppure per quella sera voleva godersela.

Daniel lo portò in un ristorante intimo, posto al ventesimo piano su una terrazza stupenda. Una volta arrivati il ragazzo non poté fare a meno di precipitarsi a guardare la vista e sgranare gli occhi. 

"Wow!" disse "Che bello" Daniel al suo fianco era soddisfatto.

"Vieni, mangiamo prima!" un tavolo per due era stato preparato nella sala, con candele e un bel mazzo di fiori.

Sergej annuì e lo seguì "La prossima volta organizzo io un'uscita! Devo sdebitarmi..."

Daniel ignorò le ultime parole e gli chiese: "Ci sarà una prossima volta allora?"

"Dipende da come ti comporti" gli rispose il ragazzo prendendo posto "Devo ammettere però che mi piacerebbe portarti ad una partita di calcio!"

Daniel arricciò il naso in segno di protesta e l'attore rise di gusto "Ti piacerà vedrai..."

"Prego" disse il cameriere interrompendoli e mettendo una fantastica bistecca dinanzi ad entrambi. Lo ringraziarono per poi tornare ad essere soli, anche quel luogo era stato prenotato solo per loro. 

"Ancora non credo al fatto che tu stia per laurearti in diritto. Sei sicuro?" lo prese in giro il capo prendendo un boccone. 

Sergej s'incupì per un momento sentendo quel commento "In realtà è una cosa che vogliono i miei, non io."

"Ti capisco" rispose tristemente l'altro e questa volta il ragazzo non poté lasciar correre.

"C'è qualcosa che ti turba?"

"In verità..." guardò il cellulare che aveva appoggiato sul tavolo, poi scosse la testa "Non è nulla, piuttosto credo di doverti delle scuse"

Sergej che stava per mangiare si fermò "Davvero?"

"Sei così sorpreso?" sembrava realmente ferito.

"Sì!" rispose schiettamente.

"Non mi sono comportato bene dopo che siamo stati insieme e non..." guardò altrove "non so se riuscirò ad evitarlo in futuro."

Sergej posò la forchetta e lo guardò intensamente "Vuoi parlarmene?"

Daniel sembrò non cogliere la domanda e lo guardò intensamente "Di cosa?"

"Sembri scosso da qualcosa e le risposte che mi dai... non so, sembra che tu abbia sofferto in passato."

Daniel fece un sorriso triste e poi versò ad entrambi del vino rosso "Potremmo evitare di parlarne stasera?"

Sergej allora annuì leggermente, non avrebbe insistito "Solo se mi fai una promessa"

"Quale?"

"Quando sarai pronto mi dirai tutto" Daniel annuì alleggerendo in questo modo il cuore di Sergej.

"Posso rispondere adesso alla tua domanda?" il ragazzo corrugò la fronte e Daniel aggiunse: "Cosa siamo noi?"

Sergej restò sorpreso dal sentirglielo dire "Sì" riuscì solo a sussurrare.

"Se vuoi puoi essere il mio ragazzo?"

L'attore rimase per un attimo imbarazzato e un leggero rossore gli si diffuse sulle guance, lui che non era minimamente così si ritrovò ad essere timido. "Mi sa che dovrò accettarti anche se a volte sei stronzo..." rispose per sdrammatizzare e Daniel sorrise.

Finirono la cena chiacchierando e sorridendo, si sentivano bene nella compagnia reciproca e di nuovo Sergej avvertì dei sentimenti mai provati prima. Dopo che ebbero parlato sapeva che Daniel gli nascondeva qualcosa, ma non riusciva a staccarsi da quell'uomo.

Dopo mangiato Sergej ritornò a guardare la vista seguito da Daniel che lo abbracciò da dietro. Una brezza leggera accarezzava il viso di entrambi e, per non fargli sentire freddo, il capo lo strinse di più. A suo modo Sergej si lasciò andare all'abbraccio, tenendo gli occhi sulla vista luminosa della città.

"Non farmi soffrire di nuovo" sussurrò il ragazzo.

"Ci proverò" rispose il capo, e benché non ne fu del tutto convinto Sergej accettò quelle parole "Andiamo da me?" chiese poi Daniel.

Sergej annuì e spostò un pochino la testa per guardarlo "Cinque minuti" 

È così bello essere abbracciato da te.

 

Capitolo 26 – Jeremi

Erano giorni che non riusciva a sentire Maxi, erano una coppia da poco e non riuscire a parlargli lo mandava fuori di testa. Finalmente la sua cotta era stata svelata ed era riuscito a stare con lui, ma qualcosa sembrava andare storto. 

Mancavano ancora quasi due mesi al suo ritorno, ma il ragazzo sapeva di non riuscire a resistere tanto a lungo. Gli aveva promesso che lo avrebbe fatto, ma perché era così difficile?

Prese il cellulare e provò a chiamarlo, ma il telefono risultava sempre senza linea. Il fuso orario per di più era anche un ostacolo, non vedeva l'ora di rincontrarlo e averlo vicino. Aveva pensato lui stesso di partire, ma non sapeva se per lui fosse o meno un fastidio e quindi si era fermato. Per di più non voleva essere un compagno ossessivo, eppure era difficile aspettare.

Un dubbio però negli ultimi giorni si era insinuato nella mente, ossia se a questo punto erano davvero una coppia oppure era solo una sua illusione. Si era chiesto più volte come facesse l'altro a sopportare la distanza, a Jeremi mancava da morire e non averlo vicino gli faceva male al cuore. Vero, erano stati distanti per tanto tempo perché non erano una coppia, ma forse proprio questo faceva aumentare in lui la voglia di averlo.

Posò il cellulare in tasca e continuò a camminare per raggiungere l'università, era quasi all'entrata quando un'email dalla segreteria lo avvertì che i documenti che aveva richiesto per la tessera della biblioteca, che doveva rinnovare, erano pronti. Quindi si ritrovò a raggiungere la piccola sala per ritirare il tutto. Appena arrivato non fece neanche in tempo ad entrare che vide attraverso la porta quello che doveva essere il suo fidanzato. La sorpresa lo fece congelare sul posto e fare un passo indietro, per interminabili secondi si chiese se fosse davvero lui.

E' tornato?  si chiese euforico, per poi sprofondare immediatamente nella tristezza. Se davvero era tornato perché non glielo aveva detto? Era quasi tentato di raggiungerlo, ma si fermò. Se non lo voleva e non lo aveva chiamato perché doveva farsi vedere da lui? Con un dolore sordo al petto si nascose per non farsi vedere e ritornò sui suoi passi verso l'entrata dell'università, ma invece di andare in aula ritornò a casa.

Una volta arrivato all'appartamento, si lanciò sul letto con tutti i vestiti e fissò il soffitto. "Che mi sia immaginato tutto?" si chiese riluttante. Lo squillo di un telefono lo fece trasalire e quando vide il nome, la gioia si propagò nel suo cuore. 

"Maxi!" esclamò contento rispondendo, finalmente gli avrebbe detto che era tornato, che si sarebbero visti. Poco importava se non lo aveva fatto da subito, lo avrebbe fatto ora!

"Jeremi, la linea qui è pessima! Prometto di farmi perdonare..."

"La linea?"

"Sì, non è facile qui in Giappone"

Se non fosse sicuro del fatto che era seduto su un letto, Jeremi poté giurare di sentirsi cadere. Con la lingua impastata e la bocca asciutta, faticò ad articolare le parole "C-certo" balbettò. 

"Non vedo l'ora di tornare. Mi manchi..." bisbigliò.

"Sto sognando?" si lasciò sfuggire Jeremi con voce tremante, incapace di capirci qualcosa.

"Non ho capito, stai bene?" rispose Maxi e, a quel punto, Jeremi che nella sua vita era sempre stato diretto, perse la pazienza.

"Ti ho visto in segreteria oggi, era un tuo ologramma? Perché mi stai mentendo?"

Dall'altro capo del telefono un silenzio assordante fece ancora più male delle parole. "Vuoi rompere con me?" chiese il ragazzo, incapace di aspettare oltre.

"No, io..." bisbigliò Maxi, nel suo modo timido "Possiamo parlare da vicino?"

"Non so se ne ho voglia, soprattutto adesso!"

"Ti prego" sentì implorare "Tra due giorni riparto"

Questo fece battere forte il cuore al ragazzo, non solo non lo aveva avvertito, ma stava già andando via. "Fai buona partenza allora!" esclamò arrabbiato e deluso, ma prima di staccare la chiamata Maxi lo interruppe.

"Ti aspetto al nostro bar, ti spiegherò tutto. Ti prego..." supplicò ancora e Jeremi sentì gli occhi umidi, non aveva mai pianto per nessuno ma in quel momento stava davvero male. La sua cotta, il suo amore impossibile, finalmente era suo per poi vederselo sfuggire di nuovo.

"Non lo so" disse semplicemente prima di staccare. Una volta terminata la conversazione restò con il telefono tra le dita, fissando lo schermo incredulo.

"Che stia pensando troppo? Sto saltando a conclusioni errate?" si chiese ad alta voce, solitamente nei drama, serie tv, nei film, c'era sempre una spiegazione del tipo 'Non sono riuscito a vederti altrimenti non sarei ripartito', ma se anche questa fosse la risposta era disposto a perdonarlo? Non era forse una spiegazione troppo egoistica e assurda?

 Ah, troppe domande e poche risposte! Si disse arrabbiato, ma se voleva conoscerne di più sarebbe dovuto andare da lui… "Maledizione, non voglio proprio vederlo così!"

Di nuovo il telefono fermò il filo dei suoi pensieri, con la speranza che fosse lui portò immediatamente l'apparecchio all'orecchio senza controllare chi fosse.

"Mi spieghi cosa sta succedendo? Per poco non mi prendeva un infarto!" gridò una voce di una donna.

"Mamma cosa succede?" non riusciva a capire cosa stava dicendo.

"Sto cercando di chiamare tuo fratello da ore, ma non risponde!" era infuriata "Ho visto il trailer della serie, anche le foto... digli di venire a casa domani!"

"Cosa c'è che non va nel suo lavoro?"

"Non sopporto più tutta questa situazione, tuo padre è una figura importante nella società. Tutti cominciano a parlare di lui, è una vergogna!"

"Se ti vergogni di Sergej, dovrai vergognarti anche di me" rispose asciutto.

"Cosa?" la madre sembrava ancora più sconvolta.

"Domani verrò con Sergej, credo sia il momento di mettere un punto a questa situazione" era furioso anche Jeremi, come poteva lei non capire nulla? La salutò scazzato e poi sbuffò. 

Adesso aveva due problemi, ma quello più importante riguardava Maxi. 

Vado oppure no?

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