"E' stato un colpo di fulmine" capitoli 24, 25 e 26
Capitolo
24 – Daniel
Era
incredibile come se nonostante si fosse bloccato quella sera con Sergej, non
averlo più accanto gli procurava una sorta di malessere.
Averlo
chiamato lo rendeva solo più nervoso e di conseguenza più freddo, specialmente
poi quando aveva sentito che non sarebbe andato da lui.
"Sto
sbagliando qualcosa" ammise, ma in tutta onestà non aveva idea di cosa
fare. Se si parlava di lavoro, allora lì, aveva tutta la situazione sotto
controllo, ma adesso come doveva comportarsi? "Dovrei davvero lasciarmi
andare?" scosse il capo e alzò la testa dai documenti che stava
revisionando.
Più
ci pensava e più il suo cervello sembrava andare in crisi. Un leggero bussare
lo distrasse e, prendendo un grosso respiro, si mise dritto per accogliere la
sua segretaria.
"I
rapporti di oggi" posò i documenti e, invece di andarsene, restò ferma a
guardarlo.
"Hai
altro da dirmi?" chiese Daniel.
"In
realtà..." si morse il labbro inferiore, visibilmente imbarazzata "Si
sente bene?"
"Cosa?"
chiese il capo non capendo.
"E'
tutta la mattina che è distratto, per di più, non ha un buon colorito"
Daniel
si rassegnò e si appoggiò completamente alla sedia, sentendosi sconfitto
chiese: "Si nota così tanto?"
La
segreteria, che molto probabilmente non si aspettava una simile risposta ne fu
sorpresa "Sì, posso aiutarla?"
Daniel
la guardò e si grattò la fronte "Credo di aver commesso un errore, ma non
so..." prese tempo, era difficile da ammettere "Né come rimediare, né
come fare perché non avvenga più"
La
donna fece un mezzo ghigno e poi azzardò "Un errore in... amore?"
misurava le parole, era pur sempre il suo capo. Daniel non rispose, confermando
allora l'idea che si era fatta "Perché non ne parla con l'altra persona,
magari al prossimo appuntamento potrete..."
"Appuntamento?"
Daniel la interruppe corrugando la fronte, preoccupato.
"Non..."
la donna deglutì "non avete mai avuto un appuntamento?"
Daniel
si sentì completamente in imbarazzo, quindi si raddrizzò di nuovo e la guardò
con la solita freddezza "Bene, può andare!"
"Ma..."
provò a dire l'altra, ma l'uomo ritornò sui suoi documenti "cominci allora
da lì" azzardò la ragazza prima di svignarsela, una volta da sola fuori si
lasciò andare ad una leggera risata.
Di
nuovo solo, Daniel guardò la porta e posò i fogli "Un
appuntamento..."
Daniel
aveva passato tutto il pomeriggio a cercare cose da fare ad un appuntamento. In
tutta onestà Sergej e Daniel avevano già trascorso dei momenti insieme, ma
nessuno dei due aveva mai affermato che fosse un appuntamento, né erano
realmente usciti.
Sarà
la cosa giusta? Si
chiese andando agli studi, oggi avrebbe rivisto il ragazzo per il servizio
fotografico e aveva intenzione di invitarlo, questa volta non a casa sua.
"Salve"
salutò il fotografo e gli assistenti, si preparò e poi una volta pronto andò
sul set, due minuti dopo Sergej fece la sua comparsa. Il primo pensiero che
Daniel ebbe fu di quando fosse bello il ragazzo. Solitamente l'attore vestiva
sportivo, ma per le foto gli avevano dato un completo più classico e acconciato
i capelli ordinatamente, sembrava diverso ma altrettanto attraente.
"Prego,
mettetevi uno di fronte all'altro e guardatevi negli occhi. Iniziamo da
qualcosa di semplice" Daniel obbedì, infilò le mani nelle tasche e guardò
il volto dell'altro. Sembrava arrabbiato.
"Ciao"
sussurrò, ma non rispose. Daniel allora restò in silenzio, osservando quelle
perle grigie. Avrebbe guardato i suoi occhi all'infinito.
"Bene,
per favore avvicinatevi e poggiate ognuno le mani sui fianchi dell'altro"
Daniel e Sergej fecero come detto e si trovarono vicinissimi. Il capo sentiva
il cuore battere più forte, istintivamente dopo un paio di scatti poggiò la
fronte al ragazzo, lo avrebbe baciato lì ma si trattenne.
"Perfetti!"
esclamò contento il fotografo "Restate così, Sergej guardalo negli
occhi."
Il
ragazzo obbedì, anche se non sembrava contento "Non farlo" gli
sussurrò pochi istanti dopo.
"Cosa?"
"Mi
guardi come se ci tenessi davvero" bisbigliò, Daniel avrebbe voluto
rispondere che forse era realmente così ma ancora una volta si bloccò.
"Bene,
per favore sedetevi lì" Daniel prese posto sui dei cubi colorati
"Sergej siediti a cavalcioni su di lui e accarezzagli il viso."
Deglutendo
e visibilmente imbarazzato il ragazzo annuì, Daniel allora gli prese la mano e
lo condusse a sé "Andiamo ad un appuntamento" gli disse velocemente,
portandosi la mano del ragazzo sul viso. Il suo tocco era così delicato che
avrebbe voluto chiudere gli occhi e assaporare per bene quel momento.
"Ti
sei schiarito le idee?" chiese Sergej, stando attento a non farsi sentire.
Daniel
lo guardò e gli prese il mento tra le mani "Vorrei farlo" devo
solo riuscire a fidarmi di più e esternare le mie emozioni...
"Bravissimi"
disse il fotografo facendo tremare entrambi che nel frattempo si erano quasi
dimenticati di essere al lavoro.
"Non
voglio soffrire" ammise alla fine sinceramente l'attore. Daniel poggiò le
mani sulle natiche del ragazzo e lo spinse di più contro il suo corpo.
"Sembrate
davvero una coppia!" esclamò contento l'uomo che, euforico, scattava foto
come se non ci fosse un domani. Si avvicinò per riprendere bene i loro volti e
quando andò a controllare le luci, Daniel portò le mani sui fianchi di Sergej.
Nonostante fossero passati solo due giorni, gli era mancato.
"Non
voglio farti soffrire…" gli sussurrò il capo.
"Per
favore Sergej girati, siediti sulle sue gambe. Daniel stringilo da dietro"
lo interruppe.
Il
ragazzo eseguì l'ordine, Daniel lo strinse forte a sé e appoggiò la testa sulle
sua spalla, dopo un paio di scatti il fotografo ricontrollò il lavoro. Allora
il capo continuò "Puoi insegnarmi come fare?" chiese al più
giovane.
Sergej
tremò per poi girarsi a guardarlo, fece per dire qualcosa ma il fotografo,
nuovamente, li interruppe "Bravissimi, fermi!" scattò "Adesso
sorridete".
Solo
quando furono nuovamente soli Sergej rispose "Dovrai essere sincero con
me, solo così potrò capirti e..."
"Ancora
una posa e poi facciamo quelle singole!" i ragazzi obbedirono e si
ritrovarono a guardarsi da lontano, non riuscendo più a parlare.
Due
ore dopo, a lavoro concluso, Daniel andò da Sergej e lo portò lontano da occhi
indiscreti.
"Passo
a prenderti stasera" gli disse.
"Non
ho finito," rispose Sergej "dopo quello che è successo non riesco a
fidarmi completamente di te." distolse lo sguardo da Daniel “Non è stato
semplice per me... un'altra mossa sbagliata e poi non mi vedrai più. Mi hai
chiesto d'insegnarti, ma dovresti prima essere sincero con te stesso, come ho
fatto io"
"Che
intendi?" Daniel sembrava completamente confuso e perso.
Sergej
sospirò "Questa domanda è il motivo del perché io non volessi lasciami
andare con te!" rispose stizzito "Ci vediamo stasera" e lo
lasciò solo.
Daniel
guardò il ragazzo andar via e si appoggiò con le spalle al muro. Per la verità
l'uomo sapeva esattamente che voleva Sergej nella sua vita, ma aveva
semplicemente paura e questo lo portava ad essere freddo e distaccato, a
sbagliare. Tutto quello che scivolava dal suo controllo lo terrorizzava.
Lo
squillo del cellulare lo riportò con la mente al presente, lo prese, ma appena
lesse il nome al di sopra sbiancò. Cosa voleva sua madre dopo dieci anni in cui
non si erano visti? Decise di non rispondere e di andare a casa, adesso non
voleva rovinare nulla, l'uscita con Sergej era più importante.
Capitolo
25 – Sergej
Cosa doveva aspettarsi da
quell'appuntamento? Appuntamento… gli sembrava ancora strano
che Daniel lo avesse invitato, non riusciva a capirlo. Un momento prima era
amorevole, quello dopo invece era freddo come il ghiaccio.
Con
le mani infilate nelle tasche dei pantaloni sportivi neri aspettò sul
marciapiede fuori casa, gli aveva solo detto l'ora in cui sarebbe passato a
prenderlo, non sapeva cosa avrebbero fatto né dove sarebbero andati.
Dopo
neanche dieci minuti un elegante Bentley bianca apparve alla sua vista, si
fermò dinanzi a lui e poi il finestrino si abbassò. Sergej restò a bocca aperta
per la bellezza, non solo per gli interni in pelle e radica, ma anche per
l'uomo al volante.
Daniel
aveva rinunciato all'autista ed era lui stesso alla guida. Questa volta però,
invece del solito completo, aveva un semplice maglioncino verde acqua al di
sopra di una camicia bianca e dei pantaloni neri. Era molto più semplice e
genuino di come era abituato a vederlo, persino i capelli erano diversi,
lasciati liberi dal gel e spettinati sulla fronte.
"Salta
su" gli disse e Sergej non se lo fece ripetere due volte.
Seduto
su quel bellissimo sedile si sentì a disagio, era già stato con Daniel in
un'altra auto altrettanto costosa, ma questa volta gli sembrò diverso
"Dovevi avvertirmi, mi sarei vestito diversamente" sospirò,
sentendosi fuori luogo.
"Perché
mai?" Chiese l'altro stupito, distolse un attimo la vista dalla strada per
guardarlo "Ti trovo perfetto".
Sentendo
quelle parole il ragazzo non poté fare a meno di sorridere e restarne sorpreso
"Anche tu..." sussurrò imbarazzato "stai molto bene"
concluse, senza però riuscire a guardarlo. Sembrava che, nonostante si
conoscessero da molto, quello fosse per loro davvero il primo incontro.
"Dove
stiamo andando?" chiese Sergej, curioso.
Daniel,
concentrato nella guida, si lascò sfuggire un mezzo sorriso "pensavo di
fare un appuntamento classico e partire dalle basi"
Anche
Sergej sorrise, contento. "Le basi... pensavo le avessimo superate"
Il
capo non rispose, ma dopo dieci minuti si ritrovarono fermi dinanzi ad un
cinema. "Un film? Vuoi davvero vedere un film?" chiese sorpreso
"Non credevo ti piacessero"
Daniel
sbuffò "Scopriamolo insieme, in tutta onestà non mi concedo una serata
libera da un po'"
L'attore
ricordò il giorno in cui si sentì male "Lavori troppo!"
"Ne
è valsa la pena, ho conosciuto te" rispose guardandolo negli occhi
"Andiamo?"
Neanche
il tempo di rispondere di sì che un uomo venne a ritirare l'auto per spostarla
e metterla nel parcheggio, entrambi gli uomini si diressero quindi all'entrata
e di nuovo Sergej restò senza parole "Non c'è nessuno?"
Alla
sua domanda rispose una signorina, vestita di tutto punto, che li invitava al
bancone per scegliere sia il film, che i popcorn e le bibite. "La sala è
solo per voi, come richiesto".
Sergej
sgranò gli occhi "Non ti sembra un po' troppo?" chiese a Daniel
"Hai soldi da sprecare?"
L'uomo
lo guardò in volto, restando serio "Se è per farti felice, lo faccio
volentieri. Non mi pesa"
Il
ragazzo avrebbe voluto colpirlo, com'era possibile passare dall'essere così
smielati al freddo totale? Non riusciva a spiegarselo, per di più teneva
davvero a quell'appuntamento da prenotare un intera sala? Era davvero Daniel?
Dopo
quel simpatico scambio di battute, Sergej disse a se stesso di rilassarsi e
godersi il momento, dopotutto era il suo primo appuntamento con lui, perché
rovinarlo?
Scelsero
di comune accordo un film romantico e dopo aver preso pop corn e coca cola,
entrambi andarono nella sala prestabilita.
"Questa
sera mi sorprendo facilmente" borbottò il più giovane restando di nuovo
senza parole, infatti invece delle sedie c'erano dei veri e proprio letti, con
tanto di cuscini, coperte e comodini. Senza avere altra scelta, Daniel lo
condusse in un letto al centro della sala e presero posto. Tempo qualche minuto
le luci furono spente e il film iniziò, stranamente però nessuno dei due aprì
bocca.
Daniel
si appoggiò ai cuscini mettendosi comodo, mentre Sergej, per i primi dieci
minuti, sgranocchiò i popcorn. Mi sento così in imbarazzo, dovrei
sdraiarmi…
Appena
finì di mangiare, fece per appoggiarsi al lato opposto del letto ma Daniel lo
trascinò a sé in un abbraccio. "Puoi metterti qui" e si colpì il
petto. Il ragazzo, imbambolato, obbedì e gli si mise di fianco. Intrecciò le
gambe con le sue e appoggiò il capo proprio sul suo cuore. Pian pian
l'imbarazzo lasciò il posto alla serenità e si ritrovò a pensare che non gli
sarebbe affatto dispiaciuto passare in quel modo tutte le sere. Daniel aveva un
buon odore e anche il battito del suo cuore sembrava un dolce sottofondo al
film.
Il
capo, meno imbarazzato del ragazzo, iniziò ad accarezzarlo dolcemente,
giocherellando con i capelli e sfiorandogli il collo di tanto in tanto. Il
film, nel frattempo, proseguiva ma Sergej faticò a restare concentrato,
sentendo la vicinanza e il calore del corpo dell'altro.
Quando
finì si rese conto di non ricordare davvero tutte le scene, ma non gli
importava sarebbe rimasto in quella posizione anche tutta la notte.
"Ti
è piaciuto?" chiese, alzando il capo per guardare Daniel, ma per sua
sorpresa lo trovò appisolato. Sorrise e gli accarezzò la guancia "Devi
essere molto stanco…"
"Sì"
sussurrò il capo riaprendo gli occhi.
"Vorresti
tornare a casa?" invece di rispondere l'uomo gli prese il mento e lo
avvicinò per un bacio.
"Assolutamente
no!" rispose risoluto guardandolo negli occhi, non sapeva perché ma Sergej
ci vide un velo di tristezza, avrebbe voluto chiedergli qualcosa in più, ma le
luci del cinema si accesero non lasciando altra scelta ai ragazzi se non alzarsi.
"Andiamo,
la serata è ancora lunga!" Daniel gli prese la mano e Sergej la strinse
con dolcezza, non si era mai sentito così a nessuno dei suoi appuntamenti
precedenti. Quello che aveva detto all'uomo era ancora esatto, non si fidava,
eppure per quella sera voleva godersela.
Daniel
lo portò in un ristorante intimo, posto al ventesimo piano su una terrazza
stupenda. Una volta arrivati il ragazzo non poté fare a meno di precipitarsi a
guardare la vista e sgranare gli occhi.
"Wow!"
disse "Che bello" Daniel al suo fianco era soddisfatto.
"Vieni,
mangiamo prima!" un tavolo per due era stato preparato nella sala, con
candele e un bel mazzo di fiori.
Sergej
annuì e lo seguì "La prossima volta organizzo io un'uscita! Devo
sdebitarmi..."
Daniel
ignorò le ultime parole e gli chiese: "Ci sarà una prossima volta
allora?"
"Dipende
da come ti comporti" gli rispose il ragazzo prendendo posto "Devo
ammettere però che mi piacerebbe portarti ad una partita di calcio!"
Daniel
arricciò il naso in segno di protesta e l'attore rise di gusto "Ti piacerà
vedrai..."
"Prego"
disse il cameriere interrompendoli e mettendo una fantastica bistecca dinanzi
ad entrambi. Lo ringraziarono per poi tornare ad essere soli, anche quel luogo
era stato prenotato solo per loro.
"Ancora
non credo al fatto che tu stia per laurearti in diritto. Sei sicuro?" lo
prese in giro il capo prendendo un boccone.
Sergej
s'incupì per un momento sentendo quel commento "In realtà è una cosa che
vogliono i miei, non io."
"Ti
capisco" rispose tristemente l'altro e questa volta il ragazzo non poté
lasciar correre.
"C'è
qualcosa che ti turba?"
"In
verità..." guardò il cellulare che aveva appoggiato sul tavolo, poi scosse
la testa "Non è nulla, piuttosto credo di doverti delle scuse"
Sergej
che stava per mangiare si fermò "Davvero?"
"Sei
così sorpreso?" sembrava realmente ferito.
"Sì!"
rispose schiettamente.
"Non
mi sono comportato bene dopo che siamo stati insieme e non..." guardò
altrove "non so se riuscirò ad evitarlo in futuro."
Sergej
posò la forchetta e lo guardò intensamente "Vuoi parlarmene?"
Daniel
sembrò non cogliere la domanda e lo guardò intensamente "Di cosa?"
"Sembri
scosso da qualcosa e le risposte che mi dai... non so, sembra che tu abbia
sofferto in passato."
Daniel
fece un sorriso triste e poi versò ad entrambi del vino rosso "Potremmo
evitare di parlarne stasera?"
Sergej
allora annuì leggermente, non avrebbe insistito "Solo se mi fai una
promessa"
"Quale?"
"Quando
sarai pronto mi dirai tutto" Daniel annuì alleggerendo in questo modo il
cuore di Sergej.
"Posso
rispondere adesso alla tua domanda?" il ragazzo corrugò la fronte e Daniel
aggiunse: "Cosa siamo noi?"
Sergej
restò sorpreso dal sentirglielo dire "Sì" riuscì solo a sussurrare.
"Se
vuoi puoi essere il mio ragazzo?"
L'attore
rimase per un attimo imbarazzato e un leggero rossore gli si diffuse sulle
guance, lui che non era minimamente così si ritrovò ad essere timido. "Mi
sa che dovrò accettarti anche se a volte sei stronzo..." rispose per
sdrammatizzare e Daniel sorrise.
Finirono
la cena chiacchierando e sorridendo, si sentivano bene nella compagnia
reciproca e di nuovo Sergej avvertì dei sentimenti mai provati prima. Dopo che
ebbero parlato sapeva che Daniel gli nascondeva qualcosa, ma non riusciva a
staccarsi da quell'uomo.
Dopo
mangiato Sergej ritornò a guardare la vista seguito da Daniel che lo abbracciò
da dietro. Una brezza leggera accarezzava il viso di entrambi e, per non fargli
sentire freddo, il capo lo strinse di più. A suo modo Sergej si lasciò andare
all'abbraccio, tenendo gli occhi sulla vista luminosa della città.
"Non
farmi soffrire di nuovo" sussurrò il ragazzo.
"Ci
proverò" rispose il capo, e benché non ne fu del tutto convinto Sergej
accettò quelle parole "Andiamo da me?" chiese poi Daniel.
Sergej
annuì e spostò un pochino la testa per guardarlo "Cinque
minuti"
È
così bello essere abbracciato da te.
Capitolo
26 – Jeremi
Erano
giorni che non riusciva a sentire Maxi, erano una coppia da poco e non riuscire
a parlargli lo mandava fuori di testa. Finalmente la sua cotta era stata
svelata ed era riuscito a stare con lui, ma qualcosa sembrava andare
storto.
Mancavano
ancora quasi due mesi al suo ritorno, ma il ragazzo sapeva di non riuscire a
resistere tanto a lungo. Gli aveva promesso che lo avrebbe fatto, ma perché era
così difficile?
Prese
il cellulare e provò a chiamarlo, ma il telefono risultava sempre senza linea.
Il fuso orario per di più era anche un ostacolo, non vedeva l'ora di
rincontrarlo e averlo vicino. Aveva pensato lui stesso di partire, ma non
sapeva se per lui fosse o meno un fastidio e quindi si era fermato. Per di più
non voleva essere un compagno ossessivo, eppure era difficile aspettare.
Un
dubbio però negli ultimi giorni si era insinuato nella mente, ossia se a questo
punto erano davvero una coppia oppure era solo una sua illusione. Si era
chiesto più volte come facesse l'altro a sopportare la distanza, a Jeremi
mancava da morire e non averlo vicino gli faceva male al cuore. Vero, erano
stati distanti per tanto tempo perché non erano una coppia, ma forse proprio
questo faceva aumentare in lui la voglia di averlo.
Posò
il cellulare in tasca e continuò a camminare per raggiungere l'università, era
quasi all'entrata quando un'email dalla segreteria lo avvertì che i documenti
che aveva richiesto per la tessera della biblioteca, che doveva rinnovare,
erano pronti. Quindi si ritrovò a raggiungere la piccola sala per ritirare il
tutto. Appena arrivato non fece neanche in tempo ad entrare che vide attraverso
la porta quello che doveva essere il suo fidanzato. La sorpresa lo fece
congelare sul posto e fare un passo indietro, per interminabili secondi si
chiese se fosse davvero lui.
E'
tornato? si
chiese euforico, per poi sprofondare immediatamente nella tristezza. Se davvero
era tornato perché non glielo aveva detto? Era quasi tentato di raggiungerlo,
ma si fermò. Se non lo voleva e non lo aveva chiamato perché doveva farsi
vedere da lui? Con un dolore sordo al petto si nascose per non farsi vedere e
ritornò sui suoi passi verso l'entrata dell'università, ma invece di andare in
aula ritornò a casa.
Una
volta arrivato all'appartamento, si lanciò sul letto con tutti i vestiti e
fissò il soffitto. "Che mi sia immaginato tutto?" si chiese
riluttante. Lo squillo di un telefono lo fece trasalire e quando vide il nome,
la gioia si propagò nel suo cuore.
"Maxi!"
esclamò contento rispondendo, finalmente gli avrebbe detto che era tornato, che
si sarebbero visti. Poco importava se non lo aveva fatto da subito, lo avrebbe
fatto ora!
"Jeremi,
la linea qui è pessima! Prometto di farmi perdonare..."
"La
linea?"
"Sì,
non è facile qui in Giappone"
Se
non fosse sicuro del fatto che era seduto su un letto, Jeremi poté giurare di
sentirsi cadere. Con la lingua impastata e la bocca asciutta, faticò ad
articolare le parole "C-certo" balbettò.
"Non
vedo l'ora di tornare. Mi manchi..." bisbigliò.
"Sto
sognando?" si lasciò sfuggire Jeremi con voce tremante, incapace di
capirci qualcosa.
"Non
ho capito, stai bene?" rispose Maxi e, a quel punto, Jeremi che nella sua
vita era sempre stato diretto, perse la pazienza.
"Ti
ho visto in segreteria oggi, era un tuo ologramma? Perché mi stai
mentendo?"
Dall'altro
capo del telefono un silenzio assordante fece ancora più male delle parole.
"Vuoi rompere con me?" chiese il ragazzo, incapace di aspettare
oltre.
"No,
io..." bisbigliò Maxi, nel suo modo timido "Possiamo parlare da
vicino?"
"Non
so se ne ho voglia, soprattutto adesso!"
"Ti
prego" sentì implorare "Tra due giorni riparto"
Questo
fece battere forte il cuore al ragazzo, non solo non lo aveva avvertito, ma
stava già andando via. "Fai buona partenza allora!" esclamò
arrabbiato e deluso, ma prima di staccare la chiamata Maxi lo interruppe.
"Ti
aspetto al nostro bar, ti spiegherò tutto. Ti prego..." supplicò ancora e
Jeremi sentì gli occhi umidi, non aveva mai pianto per nessuno ma in quel
momento stava davvero male. La sua cotta, il suo amore impossibile, finalmente
era suo per poi vederselo sfuggire di nuovo.
"Non
lo so" disse semplicemente prima di staccare. Una volta terminata la
conversazione restò con il telefono tra le dita, fissando lo schermo incredulo.
"Che
stia pensando troppo? Sto saltando a conclusioni errate?" si chiese ad
alta voce, solitamente nei drama, serie tv, nei film, c'era sempre una
spiegazione del tipo 'Non sono riuscito a vederti altrimenti non sarei
ripartito', ma se anche questa fosse la risposta era disposto a perdonarlo? Non
era forse una spiegazione troppo egoistica e assurda?
Ah,
troppe domande e poche risposte! Si disse arrabbiato, ma se voleva
conoscerne di più sarebbe dovuto andare da lui… "Maledizione, non voglio
proprio vederlo così!"
Di
nuovo il telefono fermò il filo dei suoi pensieri, con la speranza che fosse
lui portò immediatamente l'apparecchio all'orecchio senza controllare chi
fosse.
"Mi
spieghi cosa sta succedendo? Per poco non mi prendeva un infarto!" gridò
una voce di una donna.
"Mamma
cosa succede?" non riusciva a capire cosa stava dicendo.
"Sto
cercando di chiamare tuo fratello da ore, ma non risponde!" era infuriata
"Ho visto il trailer della serie, anche le foto... digli di venire a casa
domani!"
"Cosa
c'è che non va nel suo lavoro?"
"Non
sopporto più tutta questa situazione, tuo padre è una figura importante nella
società. Tutti cominciano a parlare di lui, è una vergogna!"
"Se
ti vergogni di Sergej, dovrai vergognarti anche di me" rispose asciutto.
"Cosa?"
la madre sembrava ancora più sconvolta.
"Domani
verrò con Sergej, credo sia il momento di mettere un punto a questa
situazione" era furioso anche Jeremi, come poteva lei non capire nulla? La
salutò scazzato e poi sbuffò.
Adesso
aveva due problemi, ma quello più importante riguardava Maxi.
Vado
oppure no?
Commenti
Posta un commento