"E' stato un colpo di fulmine", capitoli dodici, tredici e quattordici
Capitolo
13 – Sergej
Sergej
era uscito fuori e si era seduto a bordo piscina immergendo i piedi. Il cielo
di notte era bellissimo, le stelle erano così luminose che solo guardarle gli
dava un po' di pace in un periodo un po' incasinato.
L'aria
era fresca, ma al tempo stesso piacevole. Sollevò il viso buttando la testa
all'indietro e prese un grosso respiro chiudendo gli occhi, immediatamente
ripensò a qualche momento prima, con Daniel, e sospirò ancora.
Sono così confuso…
"Potresti
sentire freddo" Daniel comparve dietro di lui, facendolo sussultare, gli
appoggiò una giacca sulle spalle e Sergej lo guardò restando per un attimo
senza fiato. Daniel non aveva un completo elegante, ma una tuta nera, una
t-shirt e una maglia sportiva a maniche lunghe lasciata aperta.
"Tutto
bene?" gli chiese il capo vedendo che non rispondeva. Sergej deglutì e
scosse il capo "Sì, scusami… è che sembri più…"
"Più?"
gli chiese curioso e all'altro gli morirono le parole in gola.
"Naturale"
disse dopo un po', senza sapere se avesse senso.
Daniel
sorrise e si allontanò un attimo "Aspetta qui".
Sergej
annuì e si strinse la giacca sulle spalle, sentendo i piedi freddi li tirò
fuori dall'acqua e senza neanche che fu chiesto, Daniel ritornò porgendogli un
asciugamano, nell'altra mano invece aveva un sacchetto con del cibo.
"Non
era la cena elegante che avevo preparato" gli disse avvicinando una sdraio
a lui e mettendosi seduto, non lo aveva mai visto così informale prima d'ora a
parte nei due momenti intimi che avevano avuto.
Sergej
alzò le spalle, poco gli importava della cena. Si asciugò i piedi, ma rimase
seduto dov'era. Daniel gli porse il suo panino e il ragazzo lo prese
volentieri, rendendosi conto di quanta fame aveva. Dopo un po' però, una domanda
gli nacque spontanea: "Chi sei davvero tu?"
Daniel
lo guardò non capendo, in realtà non stava mangiando, ma solo bevendo la bibita
che aveva preso "Non capisco".
Sergej
si grattò la nuca, abbassò lo sguardo e sospirò. Come doveva spiegarglielo?
"Prima sei gelido, poi passionale, poi…" si guardò intorno per
fargli capire la situazione "quasi premuroso. Chi di questi è il vero
Daniel?"
L'uomo
sorrise e guardò per un attimo il cielo, ci stava pensando "Potrei
chiederti la stessa cosa. Prima sei sfrontato e brusco, poi mi porti la
colazione, fai sesso con me e ancora dopo invece sei… così. Chi sei tu?"
"Non
vale" rispose stizzito Sergej, dando un morso "E comunque sono solo
una persona che cerca di restare a galla" borbottò tristemente.
"Perché?"
chiese Daniel, poggiando i gomiti sulle ginocchia, in modo da averlo più
vicino.
"L'ho
detto ad alta voce?" chiese poggiando di lato il cibo e Daniel annuì
"Non volevo" aggiunse il ragazzo, portando le mani sulla giacca e
stringendola a sé.
"Puoi
parlare con me" gli rispose, guardandolo intensamente e Sergej non poté
non pensare a quanto fosse bello.
"E
in quel caso..." disse seriamente "con chi starei parlando? Con la
persona che mi caccia da casa sua? Con colui che faccio o sesso? O il mio
capo?"
"Semplicemente
con Daniel" sussurrò dolcemente.
Perché mi
batte forte il cuore? Si chiese stupidamente, sentendosi colpito da quella
risposta così semplice..
"Oh,
basta!" esclamò di nuovo stizzito "Di certo quello che facciamo non
mi aiuta!" adesso era nervoso.
"Non
ti piace?" chiese in modo schietto e Sergej spalancò gli occhi.
"La
smetti di essere così diretto?"
"E
tu la smetti di rispondere alle mie domande con altre domande?" disse di
rimando, senza mai staccargli gli occhi di dosso.
"E
va bene... risponderò ad una sola domanda, spara!"
"Perché
non vuoi baciarmi?"
"E
tu perché vuoi farlo?" chiese, senza fare a meno di tenergli testa.
"Hai
promesso" disse Daniel incrociando le braccia al petto.
"Rispondo
se rispondi anche tu, va bene?"
Sergej
vide chiaramente Daniel deglutire, come se non sapesse che dire poi alla fine
ammise: "Perché lo voglio".
Il
ragazzo ruotò gli occhi al cielo "Ti sembra una risposta da dare? Allora
anch'io potrei dirti che non ti bacio perché non voglio"
"Ma
tu vuoi, lo sento" era così serio e diretto che quasi non riusciva a
sopportarlo. Distolse lo sguardo da lui e osservò lo specchio d'acqua.
"Non
sono mai uscito con un uomo, sono confuso, ma non è solo questo..." I
miei genitori ritornò a guardare Daniel "Sei il mio capo, sei uno
stronzo e..." si sforzò di parlare "non voglio restarci male. Non
voglio affezionarmi a te"
Daniel
lo guardò e poi abbassò lo sguardo sui suoi stessi piedi "Non sono mai
stato neanch'io con un uomo. E neanche io voglio farmi coinvolgere"
"Perfetto"
disse con una punta di rabbia.
"Ma
ho un problema" rispose dopo un po' "Quando sei intorno a me non
capisco nulla"
Sergej,
che nel frattempo stava bevendo, per poco non si strozzò "Come intendi
risolverla?"
Daniel
fece quasi una smorfia "Se lo sapessi non darei di matto ogni volta"
Il
ragazzo annuì e poi entrambi restarono in silenzio per un po'.
"Daniel
quanti anni hai? Sei al capo di tutto, ma sei giovane. Deve essere
faticoso..."
"Ho
trentatré anni"
"Sei
così vecchio?" sbottò Sergej ridendo.
"Perché
quanti anni hai tu? Sembri avere la mia età. Non è così?"
"Assolutamente
no! Ho ventisei anni! Credevo avessi tutti i miei dati. Questo è un altro
problema…" disse tutto d'un fiato Sergej e Daniel sorrise.
"Non
ci avevo fatto caso…" ammise sinceramente "Un attimo, non dirmi che
vai ancora a scuola" Sergej non rispose e Daniel scosse il capo.
"Ma
sto per laurearmi, ancora tre esami e ho finito"
"Che
facoltà?" chiese spontaneamente il capo.
"Diritto
civile"
"Bene,
così dopo potrai lavorare per me!"
Sergej
s'indignò "Neanche per sogno!" e prese di nuovo il panino dando un
generoso morso.
"Perché
no? Sono ricco! Potrei pagarti bene"
"E
quindi?" scoppiò a ridere "Vuoi comprarmi?"
"Se
potessi…" rispose sorridendo e Sergej sperava scherzasse.
Entrambi
restarono ancora un po' a bordo piscina, a parlare del più del meno, più che
altro Daniel cercava di sfilare altre informazioni da Sergej, ma lui non era
ancora disposto a dargliele.
Capitolo
14 – Maxi
Era
così eccitato, contento e su di giri che non riusciva a parlare. A breve
avrebbe rivisto il suo amore, la sua cotta da sempre, colui che amava da tempo
immemore… prese un grosso respiro e bussò alla porta di Sergej.
Fu
emozionato di vedere i fratelli seduti al tavolo della cucina, intenti a fare
una colazione veloce.
"Buon
giorno" disse impacciato, senza avere il coraggio di guardarli negli
occhi. Aveva il cuore che pompava come un treno nel petto. Rischiava un
infarto, ma non gli importa. Ne sarebbe valsa la pena.
"Ciao,
vuoi mangiare qualcosa?" gli chiese Sergej, ma Maxi scosse la testa. Aveva
già tutto quello che gli serviva, essere nella stessa stanza del suo amato era
sufficiente. Si chiese se mai un giorno sarebbe stato in grado di dichiararsi,
conoscendosi credeva proprio no. In realtà non si sentiva all'altezza
dell'altro, soprattutto dopo che lo aveva rivisto.
Sorrise
imbarazzato aggiustandosi gli occhiali, Jeremi non lo guardava, sembrava
arrabbiato con lui. Che gli avesse fatto qualcosa? Non credeva di ricordare una
cosa simile. Si accigliò, ma non ebbe modo di chiedere nulla che Sergej lo
trascinò all'esterno dicendo di aver fatto tardi.
Ore
dopo erano sul set, Sergej lavorava e Maxi osservava tranquillo. Era tutto così
bello che gli si mozzò il fiato. C'era tanto tanto lavoro dietro, tante persone.
Per girare una scena ci voleva molto tempo e tante volte veniva ripetuta. Per
non parlare della preparazione degli attori. Lo stesso Sergej si era dovuto
preparare prima per entrare nel personaggio e interpretarlo al meglio,
ovviamente con insegnanti specializzati. Restò a bocca aperta e strabiliato
dalla professionalità che c'era in quel luogo. Era un mondo stupendo! Adesso
capiva perché Sergej voleva essere un attore.
Rimase
in un angolo, ad osservare in silenzio, doveva ammettere che l'amico era molto
bravo e anche il suo compagno se la cavava bene. La scena era su un litigio.
Ovviamente, per entrare, Maxi aveva dovuto firmare un accordo di riservatezza,
guai a spoilerare. Per poco, in realtà, non era riuscito a passare se non fosse
stato per quell'uomo. Daniel.
Si
era presentato loro in modo freddo, distaccato, scocciato e aveva notato che
aveva solo occhi per Sergej. Aveva guardato Maxi solo una volta ed era uno
sguardo pieno di rabbia, come se stesse facendo qualcosa che lo feriva
immensamente. Non ne capiva il motivo. Aveva pensato di andar via, ma il suo
amico aveva interagito per lui e alla fine era rimasto. Doveva ammettere che
non se n'era pentito. In tutta onestà la scusa di essere portato alle prove era
solo per...
"Ehi,
Maxi, mi senti?" i suoi pensieri furono interrotti da Sergej, aveva in
mano due bicchieri di carta pieni di caffè "Ti sei stancato? Dobbiamo
ripetere la scena ancora una volta, il regista vuole più rabbia."
"Figurati!"
disse con fin troppa enfasi prendendo la tazza, va tutto bene, mi piace
osservare.
"Non
hai lezione?" chiese e Maxi scosse il capo "Perfetto, vieni più
vicino sei vuoi" Sergej gli prese un braccio e lo portò più avanti, Maxi
si rese immediatamente conto che Daniel li stava fissando. Sembrava volerli
incenerire con lo sguardo.
Maxi
prese un sorso di caffè proprio quando fu gridato il ciack. Sergej si trasformò
completamente, entrando nei panni del personaggi. Che bravo pensò,
ritornando con la mente alla mattina e al perché il fratello fosse arrabbiato.
Neanche il tempo di pensarci che le grida lo distrassero, cavolo si erano
proprio calati nella parte.
"Quindi
cosa c'è tra me e te?" chiese Daniel, nei panni del professore.
"Non
lo so neanche io! Dimmelo tu, prima mi vuoi e poi mi respingi! E i tuoi sguardi
poi?" gli chiese fissandolo in volto.
"Cosa?
E tu? Devi dirmi qualcosa?" rispose Daniel, avvicinandosi e prendendogli
un braccio. Glielo strinse per avvicinarlo a sé. Maxi restò un attimo sorpreso,
la scena che avevano girato prima era leggermente diversa. Non si erano toccati
e anche la domanda era diversa.
"Io?"
chiese Sergej sorpreso, si leccò le labbra. Era nervoso, forse anche lui era
rimasto sorpreso da questo cambio.
"Sì.
Ho visto i tuoi sguardi e la tua gentilezza, chi è lui per te?" Daniel
sembrava furioso di gelosia "Hai un altro e non me l'hai detto?"
Sergej
sgranò gli occhi, si liberò dalla presa "Di chi stai parlando? Io non ho
nessuno, sei tu che sei ambiguo e non mi fai capire chi sei davvero!"
sbottò l'amico, rosso in viso dalla rabbia.
"Se
solo volessi baciarmi forse io…" Daniel si bloccò e non finì la frase.
Si portò una mano alla fronte massaggiandola poi, era pallido e palesemente
irritato, il regista urlò 'stop' impressionato dalla performance, ma Sergej non
si mosse, aveva il fiatone e continuava a fissare incredulo Daniel. Che stava
succedendo? Senza pensarci Maxi entrò in scena e si avvicinò all'amico.
"Stai
bene?" solo allora il ragazzo si riscosse.
"Sì"
sussurrò, Daniel ritornò a guardarli e sospirò.
"Cos'è
per te lui?" chiese, questa volta molto più calmo, ma ancora bianco in
volto.
"Solo
un amico" sembrò giustificarsi Sergej, e Maxi si chiese perché dovesse
farlo. C'era qualcosa che non quadrava.
"Lui
però sembra volerti" e infilò le mani in tasca, cercando di ritornare alla
compostezza iniziale.
"Io?"
ripose scioccato Maxi "Io non provo nulla per lui, né lui per me"
Maxi guardò Sergej, che ricambiò lo sguardo.
"Perdonami
ma devo parlare con lui, ci sentiamo ok?" Sergej non aspettò risposta,
andò da Daniel, gli afferrò con poca delicatezza un braccio e insieme
sparirono.
Maxi
rimase da solo, incredulo e con un sol pensiero: in realtà colui che
amo è Jeremi.
***
Vi ricordo che 'E' stato un colpo di fulmine' è scritto di getto e senza editor ^^
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