"E' stato un colpo di fulmine", capitoli dodici, tredici e quattordici

 

Capitolo 12 – Daniel

Per colpa di un problema a lavoro, Daniel non era riuscito a girare costringendo l'intero cast a cambiare programmi per colpa sua. Si stava caricando troppo di lavoro, lo sentiva, e il suo corpo cominciava a ribellarsi. Spesso e volentieri infatti, aveva dei gran mal di testa e le vertigini.
Di giorno lavorava, di notte studiava le battute e quando aveva qualche buco di tempo si arrovellava il cervello per capire cosa stesse succedendo tra lui e Sergej. Quel ragazzo lo aveva rapito dal primo giorno che lo aveva visto, eppure era molto confuso. 
La sera aveva organizzato una cena a casa. Molto discreta, solo loro e del buon cibo. Dopo che lo aveva cacciato non era sicuro che il ragazzo si presentasse, ma voleva assolutamente vederlo e quindi per sdebitarsi gli aveva fatto recapitare la colazione. Quella che Sergej gli aveva portato l'aveva mangiata volentieri appena lo aveva lasciato solo.
Era ormai tardi e di lui nessuna traccia, sarebbe arrivato? La cena si stava raffreddando e le sue speranze stavano svanendo, forse era il caso di togliere tutto, ma non lo fece. Restò lì imbambolato finché a mezzanotte qualcuno bussò. 
No, non era possibile.
Andò alla porta senza troppe aspettative, ma con il cuore a mille, e quando aprì si ritrovò Sergej, mani in tasca e sguardo basso, scocciato quasi. 
"Sei in ritardo" gli disse Daniel spostandosi di lato per farlo passare. Il ragazzo non disse nulla, entrò e basta restando poi impalato nella stanza, dopo lo condusse nell'altra stanza, dove c'era ancora il tavolo apparecchiato. Sergej guardò il tutto, sospirò e poi sussurrò: "Mi dispiace".
Daniel gli si avvicinò e, senza riuscire a parlare, gli accarezzò il viso fissandogli le labbra. Aveva una dannata voglia di baciarlo, ma non poteva. Gli sorrise e con i polpastrelli seguì la guancia, per poi scendere sul collo fino ad arrivare alla felpa. Lo guardò di nuovo, in cerca di consenso, non disse nulla, aveva solo un luccichio negli occhi e allora Daniel continuò. Non poteva baciargli la bocca, ma poteva sul resto del corpo. 
Non aveva esperienza con gli uomini, ma poco importava, si fece guidare dall'istinto. Gli sfilò la maglia e poi avvicinò la bocca alla spalla. Lo baciò delicatamente sulla clavicola, per poi ripetere il bacio ma più giù, scese sui pettorali, li accarezzò delicatamente assaporando il momento, poggiò le labbra sullo sterno e poi prese di mira il capezzolo.
Lo guardò ancora, ma Sergej non disse nulla anzi aveva il viso leggermente rosso. Daniel sorrise e spinse il ragazzo contro il tavolo, spostò i piatti alla meglio, lo prese per i fianchi e lo sollevò facendolo sedere poi ritornò dove si era fermato. Prima baciò il capezzolo con delicatezza fermandosi con le labbra più del dovuto, lo leccò e infine lo mordicchio. Sergej sospirò e gli strinse la mano sulla nuca. 
Gli piace... 
A quel punto mise da parte la delicatezza e cominciò a baciarlo con più passione su tutto il corpo. Con le mani gli strinse la schiena e lo attirò di più a se, piazzandosi per bene tra le sue gambe. Con il respiro corto e la voglia di volere di più gli sbottonò i jeans, Sergej sembrò esitare per un attimo e con un sospirò poggiò la mano sulla sua. 
"Tranquillo" gli sussurrò dolcemente e allora il ragazzo, dopo un lungo attimo, annuì e lasciò andare la presa. Daniel gli abbassò i pantaloni e, con l'aiuto di Sergej gli sfilò quel tanto che bastava per avere quello che voleva. Si leccò le labbra, guardò il suo membro e senza pensarci due volte lo prese. Le labbra lo avvolsero completamente e l'altro gli strinse i capelli. Con la lingua giocò sul glande leccandolo e poi fermandosi. Scese ancora di più, sentendolo in gola. 
"Daniel..." ansimò facendo crescere il desiderio di Danil. Lo leccò, baciò e face suo con la bocca. Era sublime e non voleva altro se non farlo per sempre, con le mani gli strinse le cosce, aumentò il ritmò e poi gli strinse delicatamente i testicoli. Non riusciva staccarsi da lui, sbirciò il volto con gli occhi senza staccare le labbra, salvo scoprire che aveva gettato la testa all'indietro. E' stupendo pensò dinanzi a tale bellezza.
"Non..." Sergej provò a parlare, la voce rotta "resisto" mormorò e per Daniel fu musica. Con una mano iniziò a toccarsi al di sopra dei vestiti mentre con la bocca continuò, stuzzicandolo e fermandosi quando lo sentiva irrigidirsi sotto di lui. Voleva godere nello stesso momento del ragazzo e il momento arrivò poco dopo. Sergej portò entrambe le mani sul collo dell'altro, Daniel lo sentì godere nella sua bocca e il suo sapore lo fece esplodere a sua volta. 
Una volta finito, entrambi senza fiato si guardarono e sorrisero. Daniel si portò dinanzi al ragazzo poggiandogli le mani sulla schiena e attirandolo a sé in una sorta di abbraccio. Sergej lo guardò e corrugò le sopracciglia "Hai..." con il pollice gli pulì l'angolo della bocca per poi leccarsi il dito. 
Daniel restò inizialmente incantato dalla scena e senza pensarci si avvicinò alla sua bocca per baciarlo. Sergej però scattò immediatamente all'indietro.
Daniel lo guardò seriamente e Sergej sospirò. "Per favore..." bisbigliò dolcemente, non lo aveva mai visto in quel modo.
"Di cosa hai paura? E' solo un bacio" gli disse l'uomo.
"Non la penso come te" asserì con convinzione il ragazzo. Senza dire nulla allontanò Daniel, si alzò dal tavolo e poi si rivestì velocemente "Vado via prima che mi cacci di nuovo" fece per andarsene, ma Daniel gli si piazzò di fronte. 
"Ti va di restare per stanotte?" chiese di slancio e Sergej lo guardò stranito. 
"Questa notte? Non esiste"
"Per favore..." gli disse allora Daniel, giocandosi la stessa carta che aveva usato lui poco prima. 
Sergej sembrò pensarci per un attimo e poi disse: "Resto un altro po' e poi vado via, ma ho un'altra regola"
Daniel non era preparato a quello "Quale?"
"Non devi mai più cacciarmi" e lo guardò con sfida.
"Non lo avrei mai più fatto" sussurrò Daniel riavvicinandosi a lui e poggiandogli una mano sulla guancia. Sergej si fece accarezzare per un attimo e poi si spostò tornando a guardarsi intorno.
"Hai bisogno di una doccia" gli disse dopo, indicandogli i vestiti sporchi.
"Vorresti farla con me?" ammiccò.
Sergej scosse il capo e intrecciò le braccia al petto "Idiota"
Daniel sorrise "Mi aspetti?"
Il ragazzo alzò le spalle, era un sì. L'uomo guardò il tavolo e quello che avevano combinato, quel cibo era ormai andato "Ordino qualcosa da mangiare, mettiti comodo, arrivo subito" l'altro annuì e Daniel si mise all'opera. Chiamò il suo autista chiedendogli di andare a comprare qualcosa da mangiare e poi si diresse al bagno per la doccia. Voleva davvero fare più velocemente possibile perché anche se più volte si era detto di non volersi fare coinvolgere in realtà voleva parlare con lui, conoscerlo. 
Forse davvero sono idiota.



Capitolo 13 – Sergej

Sergej era uscito fuori e si era seduto a bordo piscina immergendo i piedi. Il cielo di notte era bellissimo, le stelle erano così luminose che solo guardarle gli dava un po' di pace in un periodo un po' incasinato.

L'aria era fresca, ma al tempo stesso piacevole. Sollevò il viso buttando la testa all'indietro e prese un grosso respiro chiudendo gli occhi, immediatamente ripensò a qualche momento prima, con Daniel, e sospirò ancora. 

Sono così confuso

"Potresti sentire freddo" Daniel comparve dietro di lui, facendolo sussultare, gli appoggiò una giacca sulle spalle e Sergej lo guardò restando per un attimo senza fiato. Daniel non aveva un completo elegante, ma una tuta nera, una t-shirt e una maglia sportiva a maniche lunghe lasciata aperta. 

"Tutto bene?" gli chiese il capo vedendo che non rispondeva. Sergej deglutì e scosse il capo "Sì, scusami è che sembri più"

"Più?" gli chiese curioso e all'altro gli morirono le parole in gola.

"Naturale" disse dopo un po', senza sapere se avesse senso. 

Daniel sorrise e si allontanò un attimo "Aspetta qui".

Sergej annuì e si strinse la giacca sulle spalle, sentendo i piedi freddi li tirò fuori dall'acqua e senza neanche che fu chiesto, Daniel ritornò porgendogli un asciugamano, nell'altra mano invece aveva un sacchetto con del cibo. 

"Non era la cena elegante che avevo preparato" gli disse avvicinando una sdraio a lui e mettendosi seduto, non lo aveva mai visto così informale prima d'ora a parte nei due momenti intimi che avevano avuto. 

Sergej alzò le spalle, poco gli importava della cena. Si asciugò i piedi, ma rimase seduto dov'era. Daniel gli porse il suo panino e il ragazzo lo prese volentieri, rendendosi conto di quanta fame aveva. Dopo un po' però, una domanda gli nacque spontanea: "Chi sei davvero tu?"

Daniel lo guardò non capendo, in realtà non stava mangiando, ma solo bevendo la bibita che aveva preso "Non capisco".

Sergej si grattò la nuca, abbassò lo sguardo e sospirò. Come doveva spiegarglielo? "Prima sei gelido, poi passionale, poi" si guardò intorno per fargli capire la situazione "quasi premuroso. Chi di questi è il vero Daniel?"

L'uomo sorrise e guardò per un attimo il cielo, ci stava pensando "Potrei chiederti la stessa cosa. Prima sei sfrontato e brusco, poi mi porti la colazione, fai sesso con me e ancora dopo invece sei così. Chi sei tu?"

"Non vale" rispose stizzito Sergej, dando un morso "E comunque sono solo una persona che cerca di restare a galla" borbottò tristemente.

"Perché?" chiese Daniel, poggiando i gomiti sulle ginocchia, in modo da averlo più vicino.

"L'ho detto ad alta voce?" chiese poggiando di lato il cibo e Daniel annuì "Non volevo" aggiunse il ragazzo, portando le mani sulla giacca e stringendola a sé.

"Puoi parlare con me" gli rispose, guardandolo intensamente e Sergej non poté non pensare a quanto fosse bello.

"E in quel caso..." disse seriamente "con chi starei parlando? Con la persona che mi caccia da casa sua? Con colui che faccio o sesso? O il mio capo?"

"Semplicemente con Daniel" sussurrò dolcemente.

Perché mi batte forte il cuore? Si chiese stupidamente, sentendosi colpito da quella risposta così semplice.. 

"Oh, basta!" esclamò di nuovo stizzito "Di certo quello che facciamo non mi aiuta!" adesso era nervoso.

"Non ti piace?" chiese in modo schietto e Sergej spalancò gli occhi. 

"La smetti di essere così diretto?"

"E tu la smetti di rispondere alle mie domande con altre domande?" disse di rimando, senza mai staccargli gli occhi di dosso.

"E va bene... risponderò ad una sola domanda, spara!"

"Perché non vuoi baciarmi?" 

"E tu perché vuoi farlo?" chiese, senza fare a meno di tenergli testa. 

"Hai promesso" disse Daniel incrociando le braccia al petto.

"Rispondo se rispondi anche tu, va bene?"

Sergej vide chiaramente Daniel deglutire, come se non sapesse che dire poi alla fine ammise: "Perché lo voglio".

Il ragazzo ruotò gli occhi al cielo "Ti sembra una risposta da dare? Allora anch'io potrei dirti che non ti bacio perché non voglio"

"Ma tu vuoi, lo sento" era così serio e diretto che quasi non riusciva a sopportarlo. Distolse lo sguardo da lui e osservò lo specchio d'acqua.

"Non sono mai uscito con un uomo, sono confuso, ma non è solo questo..." I miei genitori ritornò a guardare Daniel "Sei il mio capo, sei uno stronzo e..." si sforzò di parlare "non voglio restarci male. Non voglio affezionarmi a te"

Daniel lo guardò e poi abbassò lo sguardo sui suoi stessi piedi "Non sono mai stato neanch'io con un uomo. E neanche io voglio farmi coinvolgere"

"Perfetto" disse con una punta di rabbia.

"Ma ho un problema" rispose dopo un po' "Quando sei intorno a me non capisco nulla"

Sergej, che nel frattempo stava bevendo, per poco non si strozzò "Come intendi risolverla?"

Daniel fece quasi una smorfia "Se lo sapessi non darei di matto ogni volta"

Il ragazzo annuì e poi entrambi restarono in silenzio per un po'.

"Daniel quanti anni hai? Sei al capo di tutto, ma sei giovane. Deve essere faticoso..."

"Ho trentatré anni"

"Sei così vecchio?" sbottò Sergej ridendo.

"Perché quanti anni hai tu? Sembri avere la mia età. Non è così?"

"Assolutamente no! Ho ventisei anni! Credevo avessi tutti i miei dati. Questo è un altro problema" disse tutto d'un fiato Sergej e Daniel sorrise. 

"Non ci avevo fatto caso" ammise sinceramente "Un attimo, non dirmi che vai ancora a scuola" Sergej non rispose e Daniel scosse il capo. 

"Ma sto per laurearmi, ancora tre esami e ho finito"

"Che facoltà?" chiese spontaneamente il capo.

"Diritto civile"

"Bene, così dopo potrai lavorare per me!"

Sergej s'indignò "Neanche per sogno!" e prese di nuovo il panino dando un generoso morso. 

"Perché no? Sono ricco! Potrei pagarti bene"

"E quindi?" scoppiò a ridere "Vuoi comprarmi?"

"Se potessi" rispose sorridendo e Sergej sperava scherzasse.

Entrambi restarono ancora un po' a bordo piscina, a parlare del più del meno, più che altro Daniel cercava di sfilare altre informazioni da Sergej, ma lui non era ancora disposto a dargliele.

Quando, alcune ore dopo, venne l'ora di separarsi al ragazzo quasi dispiacque, ma aveva promesso a Maxi di portarlo con sé alle prove il giorno dopo. Per di più doveva restare fedele a se stesso e non farsi coinvolgere, anche se forse era già troppo tardi.



Capitolo 14 – Maxi

Era così eccitato, contento e su di giri che non riusciva a parlare. A breve avrebbe rivisto il suo amore, la sua cotta da sempre, colui che amava da tempo immemore prese un grosso respiro e bussò alla porta di Sergej. 

Fu emozionato di vedere i fratelli seduti al tavolo della cucina, intenti a fare una colazione veloce. 

"Buon giorno" disse impacciato, senza avere il coraggio di guardarli negli occhi. Aveva il cuore che pompava come un treno nel petto. Rischiava un infarto, ma non gli importa. Ne sarebbe valsa la pena. 

"Ciao, vuoi mangiare qualcosa?" gli chiese Sergej, ma Maxi scosse la testa. Aveva già tutto quello che gli serviva, essere nella stessa stanza del suo amato era sufficiente. Si chiese se mai un giorno sarebbe stato in grado di dichiararsi, conoscendosi credeva proprio no. In realtà non si sentiva all'altezza dell'altro, soprattutto dopo che lo aveva rivisto.

Sorrise imbarazzato aggiustandosi gli occhiali, Jeremi non lo guardava, sembrava arrabbiato con lui. Che gli avesse fatto qualcosa? Non credeva di ricordare una cosa simile. Si accigliò, ma non ebbe modo di chiedere nulla che Sergej lo trascinò all'esterno dicendo di aver fatto tardi. 

 

Ore dopo erano sul set, Sergej lavorava e Maxi osservava tranquillo. Era tutto così bello che gli si mozzò il fiato. C'era tanto tanto lavoro dietro, tante persone. Per girare una scena ci voleva molto tempo e tante volte veniva ripetuta. Per non parlare della preparazione degli attori. Lo stesso Sergej si era dovuto preparare prima per entrare nel personaggio e interpretarlo al meglio, ovviamente con insegnanti specializzati. Restò a bocca aperta e strabiliato dalla professionalità che c'era in quel luogo. Era un mondo stupendo! Adesso capiva perché Sergej voleva essere un attore.

Rimase in un angolo, ad osservare in silenzio, doveva ammettere che l'amico era molto bravo e anche il suo compagno se la cavava bene. La scena era su un litigio. Ovviamente, per entrare, Maxi aveva dovuto firmare un accordo di riservatezza, guai a spoilerare. Per poco, in realtà, non era riuscito a passare se non fosse stato per quell'uomo. Daniel.

Si era presentato loro in modo freddo, distaccato, scocciato e aveva notato che aveva solo occhi per Sergej. Aveva guardato Maxi solo una volta ed era uno sguardo pieno di rabbia, come se stesse facendo qualcosa che lo feriva immensamente. Non ne capiva il motivo. Aveva pensato di andar via, ma il suo amico aveva interagito per lui e alla fine era rimasto. Doveva ammettere che non se n'era pentito. In tutta onestà la scusa di essere portato alle prove era solo per...

"Ehi, Maxi, mi senti?" i suoi pensieri furono interrotti da Sergej, aveva in mano due bicchieri di carta pieni di caffè "Ti sei stancato? Dobbiamo ripetere la scena ancora una volta, il regista vuole più rabbia."

"Figurati!" disse con fin troppa enfasi prendendo la tazza, va tutto bene, mi piace osservare. 

"Non hai lezione?" chiese e Maxi scosse il capo "Perfetto, vieni più vicino sei vuoi" Sergej gli prese un braccio e lo portò più avanti, Maxi si rese immediatamente conto che Daniel li stava fissando. Sembrava volerli incenerire con lo sguardo. 

Maxi prese un sorso di caffè proprio quando fu gridato il ciack. Sergej si trasformò completamente, entrando nei panni del personaggi. Che bravo pensò, ritornando con la mente alla mattina e al perché il fratello fosse arrabbiato. Neanche il tempo di pensarci che le grida lo distrassero, cavolo si erano proprio calati nella parte. 

"Quindi cosa c'è tra me e te?" chiese Daniel, nei panni del professore. 

"Non lo so neanche io! Dimmelo tu, prima mi vuoi e poi mi respingi! E i tuoi sguardi poi?" gli chiese fissandolo in volto. 

"Cosa? E tu? Devi dirmi qualcosa?" rispose Daniel, avvicinandosi e prendendogli un braccio. Glielo strinse per avvicinarlo a sé. Maxi restò un attimo sorpreso, la scena che avevano girato prima era leggermente diversa. Non si erano toccati e anche la domanda era diversa.

 "Io?" chiese Sergej sorpreso, si leccò le labbra. Era nervoso, forse anche lui era rimasto sorpreso da questo cambio. 

"Sì. Ho visto i tuoi sguardi e la tua gentilezza, chi è lui per te?" Daniel sembrava furioso di gelosia "Hai un altro e non me l'hai detto?"

Sergej sgranò gli occhi, si liberò dalla presa "Di chi stai parlando? Io non ho nessuno, sei tu che sei ambiguo e non mi fai capire chi sei davvero!" sbottò l'amico, rosso in viso dalla rabbia.

"Se solo volessi baciarmi forse io" Daniel si bloccò e non finì la frase. Si portò una mano alla fronte massaggiandola poi, era pallido e palesemente irritato, il regista urlò 'stop' impressionato dalla performance, ma Sergej non si mosse, aveva il fiatone e continuava a fissare incredulo Daniel. Che stava succedendo? Senza pensarci Maxi entrò in scena e si avvicinò all'amico. 

"Stai bene?" solo allora il ragazzo si riscosse. 

"Sì" sussurrò, Daniel ritornò a guardarli e sospirò. 

"Cos'è per te lui?" chiese, questa volta molto più calmo, ma ancora bianco in volto. 

"Solo un amico" sembrò giustificarsi Sergej, e Maxi si chiese perché dovesse farlo. C'era qualcosa che non quadrava. 

"Lui però sembra volerti" e infilò le mani in tasca, cercando di ritornare alla compostezza iniziale.

"Io?" ripose scioccato Maxi "Io non provo nulla per lui, né lui per me" Maxi guardò Sergej, che ricambiò lo sguardo.

"Perdonami ma devo parlare con lui, ci sentiamo ok?" Sergej non aspettò risposta, andò da Daniel, gli afferrò con poca delicatezza un braccio e insieme sparirono.

Maxi rimase da solo, incredulo e con un sol pensiero: in realtà colui che amo è Jeremi.


***

Vi ricordo che 'E' stato un colpo di fulmine' è scritto di getto e senza editor ^^

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