Un viaggio con Matteo Bertolotti

 Ciao a tutti!

 BUON ANNO NUOVO 🥰

Come state? Come sono andate queste feste?

Oggi vorrei proporvi un'altra intervista ^^

E' con noi infatti il bravissimo e avventuroso Matteo Bertolotti, autore di 'Il viaggio a Santiago. Un'avventura spy in moto'.

Grazie per essere con noi e iniziamo.

TRAMA

Estate 2001. In sella a due motociclette, tre ragazzi genovesi partono alla volta della Spagna. Destinazione: Santiago di Compostela. Un viaggio allegro e spensierato che verrà presto sconvolto dall’incontro con una ragazza francese. Tra luoghi meravigliosi, personaggi oscuri, inseguimenti e agguati, i tre verranno loro malgrado coinvolti in un intrigo internazionale che li riporterà a Genova. Una misteriosa organizzazione sulle tracce di pericolosi terroristi tenta di sventare un attacco. Ma la tragedia è in agguato. Un’avventura spy sempre (o quasi) in sella.

COVER



Ciao e grazie per essere qui! Per prima cosa presentati, cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi. 

Ciao Carmela, grazie a te per questa opportunità. Complimenti per il blog.

Mi chiamo Matteo, vecchio q.b., rude motociclista, viaggiatore o smanettone secondo le circostanze e con qualche figlio sparso per il mondo. Lavoro nell’industria, sono nell’ufficio tecnico-commerciale di un’azienda che produce manufatti per la gestione di sostanze pericolose.

Tre aggettivi per descrivermi? Che domanda difficile…

Vediamo: cattivo, incazzato e stanco. Scherzo, ma non troppo. La vita in questo periodo ha messo le cose in un modo che non mi piace molto. Ma poi tutto cambia e succede quando meno te lo aspetti. Resto fiducioso.


Come ti sei avvicinato alla scrittura? 

La scrittura è sempre stata nelle mie corde. Mi ci sono avvicinato per motivi professionali. In passato sono stato giornalista per un quotidiano della mia città, Genova. Realizzavo articoli di cronaca e cultura, la famosa terza pagina. E poi, devo dire, sono state le letture che mi hanno spinto a provare a diventare autore: Umberto Eco, Matilde Asensi tra contemporanei, Cervantes, e vari trattati di geopolitica, una materia che mi affascina molto. Ma un libro in particolare, che in realtà non è nemmeno un libro, mi ha fatto scattare la scintilla. I Notas de viaje di Guevara. Si tratta del diario di un viaggio in moto attraverso l’America del Sud, una vera avventura, al di là del valore letterario e delle implicazioni politiche.

 

Quando hai pubblicato il tuo primo libro? L’ultimo invece?

Questa domanda è facile: il primo libro, pubblicato nell’autunno 2022, coincide con l’ultimo.

 

Di cosa tratta?

Si intitola “Il viaggio a Santiago. Un’avventura spy in moto”. Come ti dicevo sono un motociclista, quindi questo è un libro “on the road”, un romanzo brutto, sporco e cattivo per usare ancora tre aggettivi.

L’opera è ispirata a un reale viaggio in moto a Santiago di Compostela che segue l’itinerario del Cammino, ma che prende una piega inaspettata. I tre protagonisti iniziali vengono, loro malgrado, catapultati in un turbinio di eventi, all’interno di una storia di spie.

A dispetto del titolo, la storia, nella seconda parte contiene anche un’ambientazione genovese, tra i vicoli della città e tra la sua gente.

 


Se ne avessi la possibilità cambieresti qualcosa nel tuo ultimo scritto?

Penso di sì. Svilupperei meglio l’aspetto psicologico dei personaggi. Al momento della stesura non mi era parso funzionale al tipo di storia.

 

Che genere tratta il tuo libro e come mai proprio quello?

Non è semplice catalogare il mio libro. Senz’altro siamo nell’ambito della narrativa e credo sviluppi generi diversi: spy, viaggio, politico, avventuroso alla Cervantes. Il motivo della scelta dei generi risiede nel mio vissuto e nelle mie passioni.

 

Cosa non deve mai mancare secondo te in un romanzo?

Questa è una bella domanda. Dal mio punto di vista non dovrebbe mai mancare il coinvolgimento del lettore, che dovrebbe essere partecipe del racconto e ritrovare parte di sé negli eventi, nei dialoghi…Insomma: ritrovarsi in ciò che legge.

E poi il sogno. Ritengo che il lettore voglia sognare quando inizia un libro e questo lo si può ottenere con una storia d’amore, ma anche, chissà, con un’avventura in moto.

 

Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?

È una bella sensazione. Provo soddisfazione e gratificazione. I complimenti, ma anche, e forse soprattutto le critiche, sono gli ingredienti che ti spingono a migliorare.


Hai dei retroscena da svelarci che nessuno sa?

Fammi pensare. In effetti c’è qualcosa che nessuno sa in merito al mio romanzo anche se non si tratta di un vero e proprio retroscena. La moto, una Ducati gialla, protagonista della storia, è ancora esistente. Praticamente è un pezzo di antiquariato. Sono disponibile per chi volesse… conoscerla.

 

Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?

Sì sto scrivendo un altro libro. È il seguito del “Viaggio a Santiago”, in quanto il romanzo lascia un finale aperto. Non ho molto tempo per scrivere, speriamo di non impiegarci troppo.

 

Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina autore Social.

Grazie a te. Ti lascio l’indirizzo della mia pagina Facebook: Matteo Bertolotti

 

ESTRATTO

“…Martine mi fece un cenno, interrompendo il mio discorso. «Andiamo!» comandò. Mi indicò un furgone con due persone a bordo e un buco sul parabrezza che stava uscendo, lento, da una curva dietro un palazzo. «Oh cazzo!» Indossai subito il casco e balzai in sella seguito dalla ragazza che, come una provetta motociclista, appoggiò le mani sul serbatoio. Il rombo della moto fu forse percepito dal guidatore del furgone che, in quel momento, vidi accelerare. «Parti, svelto!» Inserii la prima. La velocità aumentò rapidamente: quaranta, cinquanta, sessanta. Misi la seconda e in un attimo correvamo a ottanta all’ora sulla rampa. Il furgone era vicino. Un breve sguardo a sinistra e aprii del tutto la manopola del gas. Il bicilindrico salì di giri con un rumore sempre più intenso."


 


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