Marco Mastroleo, tra archeologia e fantastico

Torna un'altra intervista per la nostra amata rubrica!

Oggi è con noi il bravissimo Marco Mastroleo!

Lo ringrazio di cuore per aver accettato e vi lascio come sempre con Cover e Trama.

COVER



TRAMA

Uno sciamano balla intorno al fuoco. Il suo corpo è una tavolozza sulla quale dipinge le storie che racconta. Canta e racconta della sua vita avventurosa, dell’incontro con Tanyu, l’orso e di Seke, la donna che lo ha conquistato. O forse no! Forse non è andata così. È solo una delle tante possibilità. Questo è un Game Book, una storia a bivi nella quale è il lettore che decide com’è che 60.000 anni fa la testa di un uomo di Neanderthal sia andata a finire in una grotta, ai piedi del Monte Circeo, dove è stata scoperta nel 1939: il cranio di Grotta Guattari.


Ciao e grazie per essere qui! Per prima cosa presentati, cosa fai nella vita. Descriviti con tre aggettivi.

                Archeologo agronomo curioso


Come ti sei avvicinata\o alla scrittura?

                Ho cominciato a scrivere per raccontare al pubblico l’archeologia e le storie del territorio in cui vivo in modo coinvolgente e interattivo. Penso che, quando a un luogo dai un’anima attraverso una storia, raccontare il resto, l’architettura, la natura, i fatti storici, diventi molto più semplice. Se i posti trasmettono emozioni, se parlano attraverso storie e vicende, diventano più famigliari.

E poi, in generale, raccontare e raccogliere racconti, mi è sempre piaciuto; avevo solo bisogno di cominciare, il resto è venuto da se.


Quando hai pubblicato il tuo primo libro? L’ultimo invece?

Il primo l’ho pubblicato nel 2017, Fatti non Foste (Edizioni Belvedere), l’ultimo nel 2023, Il Cranio ingiallo (PAV Edizioni).


Di cosa tratta?

                Il Cranio in Giallo è un Game Book, una storia a bivi nella quale è il lettore che decide com’è che 60.000 anni fa la testa di un uomo di Neandertal sia andata a finire in una grotta, ai piedi del Monte Circeo, dove è stata scoperta nel 1939: il cranio di Grotta Guattari. È un racconto fantastico ma basato su dati scientifici. Un romanzo preistorico, in pratica…


Se ne avessi la possibilità cambieresti qualcosa nel tuo ultimo scritto?

                Al momento no. O meglio, di solito i ripensamenti e le riflessioni arrivano dopo aver fatto le presentazioni ma, essendo questo tanto giovane da non aver affrontato ancora la “forca” del pubblico delle presentazioni, non ho ancora avuto modo di rifletterci.




 Che genere tratta il tuo libro e come mai proprio quello?

                Il racconto è ambientato nella Preistoria e, essendo ispirato ad una storia molto articolata, ho usato l’espediente del Game Book per renderla più accattivante e coinvolgente. Quindi è un game book preistorico.


Cosa non deve mai mancare secondo te in un romanzo?

                Gli elementi verosimili o comunque i rimandi ai quali il lettore può aggrapparsi per sentirsi parte del racconto stesso. Anche quando si racconta un Fantasy o un fantascientifico, la caratterizzazione dei personaggi, le emozioni eccetera, possono avvicinare il lettore, renderlo empatico.


Che emozioni provi nel sapere che un tuo libro, una tua idea, può essere letta da altre persone?

                È sempre una grande emozione. Soprattutto, mi piace pensare che le storie che invento possano essere immaginate con occhi diversi da quelli con i quali le ho pensate io.


Hai dei retroscena da svelarci che nessuno sa?

                L’idea de “Il Cranio in Giallo” è nata quando, con mia moglie Giulia Santoro, accompagnavamo i bambini a Grotta Guattari, il sito in cui è stato scoperto il cranio protagonista del racconto. Ogni volta che chiedevamo ai bambini come fosse andata la storia di quell’uomo, secondo loro, partiva una gara a chi inventava la storia più avventurosa o stramba o simpatica. Mi sono lasciato ispirare e, anche su suggerimento di Giulia, è nata l’idea di un game book.


Stai scrivendo altro? Hai progetti futuri?

                Non sto ancora scrivendo ma la storia è già tutta nella mia testa. Ed è ambientata nei luoghi della mia infanzia. Sto raccogliendo i vari pezzi e devo metterli in fila prima di scrivere. Oltre a questa nuova storia, però, ho già in programma di realizzare un nuovo podcast e una serie di eventi “debate”.


Ti ringrazio per essere qui e se vuoi lasciami la tua pagina autore Social.

                Oltre al mio blog www.passeggiando.info (che contiene i miei racconti, i video e i podcast), sono presente su Instagram come mastromarcoleo e su Facebook come Marco Mastroleo, dove pubblico principalmente post ed eventi inerenti alla mia attività di autore.


ESTRATTO:

È una bella giornata di fine Pleistocene, il sole splende alto nel cielo, fa caldo, l’ultima era glaciale non è ancora cominciata e quella passata è ormai un lontano ricordo.

Qui, ai piedi della grande rupe, che un giorno gli uomini moderni chiameranno Circeo, gli uccelli fanno un gran fracasso; mentre si contendono prede o spazi, gli erbivori muggiscono e i carnivori osservano silenziosi, in attesa. 

Un uomo, seduto su uno spuntone di roccia, osserva la savana che si estende ai suoi piedi. Predatore, cacciatore, anche lui silenzioso e in attesa. 

Eppure, l’unica cosa certa che sappiamo rispetto a questa storia è che, a breve, quest’uomo morirà. La sua testa rotolerà via dal suo corpo. La sua avventura in questo mondo arriverà alla fine.

Ne sono state scritte e dette tante di cose su questa storia, alcune sostenute da fatti e dati, altre meno. Il punto è che solo io e te sappiamo com’è andata veramente. 

Solo io e te. 

Sì, tu. Tu che leggi queste righe. 

Anche tu sai com’è andata davvero, come mai quell’uomo ha perso la testa?

Come ha fatto, da comune uomo di Neanderthal, a diventare uno dei crani più famosi d’Europa?

Quel cranio un tempo era una persona, una persona che ha vissuto una storia incredibile… che solo io e te conosciamo davvero.

Ma facciamo un passo indietro.

Cioè, in avanti: i luoghi, i tempi e le distanze, sono relativi quando si viaggia con la forza del pensiero, quando si sogna

Sessantamila anni dopo la morte di quell’uomo: è lì che inizia la nostra storia.

Commenti

Post più popolari